Il 10 gennaio 2024 la SEC, l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa, ha autorizzato i primi ETF su Bitcoin (BTC), degli strumenti finanziari che replicano il prezzo spot della criptovaluta.
La decisione dell’authority degli Stati Uniti ha permesso ad 11 emittenti, tra cui la società finanziaria americana BlackRock, di proporre sul mercato gli ETF spot su Bitcoin, offrendo di fatto una legittimazione istituzionale agli investimenti sulle criptovalute e rendendoli accessibili a un’ampia platea di persone.
Dall’approvazione della SEC però il prezzo di Bitcoin è crollato perdendo in pochi giorni circa il 13% di valore, dopo un rally che nel 2023 aveva portato la criptovaluta a guadagnare oltre il 150%.
Eppure l’obiettivo era esattamente il contrario, ovvero favorire una maggiore stabilità del mercato crypto usando gli ETF per ridurre le elevate fluttuazioni che hanno caratterizzato il settore fin dagli esordi. D’altronde, come riportato dal Sole 24 Ore, mentre nell’ultimo anno l’oro ha avuto una volatilità del 12% e il Nasdaq del 16,8% quella del Bitcoin è stata intorno al 46%.
Le ragioni della caduta del prezzo di Bitcoin nonostante gli ETF spot
Come riportato anche da MeteoFinanza, il via libera della SEC agli ETF spot su Bitcoin ha rappresentato una rivoluzione per il mercato crypto, in quanto ha autorizzato la vendita di fondi statunitensi che hanno come sottostante la criptovaluta e sono negoziati in borsa, proprio come avviene con gli ETF convenzionali.Questi strumenti permettono a un numero maggiore di persone di investire su Bitcoin, grazie alla semplicità dell’operazione rispetto all’acquisto diretto o al trading tramite derivati finanziari.
Inoltre, anche chi desidera diversificare il proprio portafoglio, ma riteneva troppo complesso o rischioso comprare Bitcoin presso un exchange o investire tramite CFD o futures, oggi può farlo tramite uno strumento facile e accessibile come gli ETF spot su BTC.
Tuttavia, l’ottimismo del mercato per la decisione della SEC è stato frenato dalla contrazione del prezzo della criptovaluta, un andamento che secondo gli esperti si è verificato per diverse ragioni ma che al momento non ha condizionato troppo le previsioni su Bitcoin che rimangono tendenzialmente positive.
La causa principale sembrerebbe essere stata la massiccia vendita di azioni del fondo ETF spot Bitcoin di Grayscale, la società statunitense che aveva da poco vinto il contenzioso con la SEC per convertire il suo trust GBTC in un ETF spot su BTC.
Secondo indiscrezioni, il trust GBTC che esisteva da oltre 10 anni e aveva raggiunto un valore in asset di circa 30 miliardi di dollari aveva garantito a molti investitori un ottimo ritorno, per questo motivo dopo la trasformazione in ETF spot alcuni operatori avrebbero deciso di liquidare circa 2 miliardi di dollari facendo crollare il prezzo di Bitcoin.
Un altro fattore è l’attesa di una maggiore chiarezza e stabilità da parte degli investitori interessati ad acquistare ETF spot su Bitcoin, infatti nonostante i prodotti proposti da società come BlackRock stiano ottenendo un buon riscontro molti investitori sarebbero intimoriti dalle commissioni elevate e dalle continue fluttuazioni del prezzo della criptovaluta.
Non a caso gli ETF spot su Bitcoin dovrebbero servire proprio a questo, assicurare maggiore trasparenza e stabilizzare il prezzo della moneta virtuale, ma per gli analisti questo processo richiederà del tempo.
La volatilità del prezzo di Bitcoin non frena gli investimenti e la diffusione nelle criptovalute
Nonostante al momento gli ETF spot su Bitcoin autorizzati dalla SEC non abbiano ottenuto il risultato sperato, la diffusione delle criptovalute continua a crescere e gli investimenti nel mondo crypto non si fermano ma stanno accelerando.Secondo l’Osservatorio Blockchain and Web3 della School of Management del Politecnico di Milano, soltanto nel nostro Paese 3,6 milioni di italiani possiedono criptovalute o token, con il 38% che investe su questi strumenti tramite app bancarie o servizi di trading.
Del resto, dalle notizie su borsa e investimenti riportate da valutevirtuali.com, emergono prospettive future piuttosto promettenti.
Per esempio, sta continuando a progredire il quadro di regolamentazione delle criptovalute in tutto il mondo, un aspetto che ha avuto un forte impatto sul settore sostenendo la crescita di progetti in ambito crypto e blockchain, in particolar modo in ambito assicurativo e finanziario.
Secondo l’Osservatorio Blockchain and Web3 del Politecnico di Milano, solo in Europa ci sono 1300 operatori di criptovalute vigilati e regolamentati, dei quali 131 soltanto in Italia, con più di 3 imprese su 10 della Fortune Global 500 che hanno già implementato queste tecnologie nel proprio business.
Di pari passo stanno avanzando anche i progetti sulle monete virtuali delle banche centrali, dall’euro al dollaro digitale, con 94 istituti che stanno testando o considerando queste soluzioni in modo concreto.
Le prospettive per le criptovalute, dunque, sono piuttosto positive, nonostante la caduta del prezzo di Bitcoin delle ultime settimane. Rimane fondamentale però informarsi bene prima di investire, prestando la massima attenzione ai rischi di questo settore ancora in fase di regolamentazione e alla diversificazione del proprio portafoglio per bilanciare correttamente un’eventuale esposizione sui crypto asset.