CRONACA - 27 gennaio 2024, 16:49

Commemorato ad Aosta il Commissario di polizia Camillo Ren

Un ringraziamento alla Questura di Aosta e al vicario del Questore che ha voluto accompagnarci in questo momento di ricordo. Lettera aperte di Raimondo Donzel

Commemorato ad Aosta il Commissario di polizia Camillo Ren

Egregio Vicario del Questore

Gentile Presidente regionale dell’ANPI

Ritengo doveroso, nel commemorare la figura del Commissario di polizia Camillo Renzi, ringraziare sentitamente, la Questura di Aosta, per aver contribuito a ricordarne, con una Stolperstein, una pietra d’inciampo, la deportazione nel lager di Dachau, che coinvolse anche la moglie Franca Scaramellino internata a Ravensbruck.

Un gesto semplice ma di alto valore simbolico, etico e culturale.

Anche in Valle d’Aosta ora, da due anni, oltre ai numerosi monumenti, lapidi e cippi, che testimoniano quanto furono drammatici gli anni della lotta di liberazione dal nazifascismo sulle nostre montagne, è possibile che le nostre coscienze inciampino su un prezioso frammento di una monumentale opera memorialistica, cui partecipa tutta l’Europa. Sono oltre 70.000 le Stolpersteine, pietre d’inciampo, da quando le prime furono deposte a Colonia nel 1995.

Il sacrificio di milioni di persone non sarà stato vano solo se ognuno di noi si impegnerà a salvare un nome dall’oblio della storia. Inciampare emotivamente nel nome del Commissario di polizia Camillo Renzi, figura esemplare di integerrimo servitore dello stato, risveglia il suo coraggio e il suo altruismo di uomo che pur consapevole del rischio e del pericolo, in una delle situazioni più tragiche della storia umana, scelse di salvare vite umane e contribuire al movimento di Resistenza all’occupazione nazi-fascista. La sua meritoria attività gli costò l’arresto nell’agosto del 1944 e il 12 febbraio trovò la morte a Dachau.  Proprio come nelle intenzioni l’artista tedesco Gunter Demnig, ispirato da un brano del Talmud: “Una persona viene dimenticata soltanto quando viene dimenticato il suo nome”. Noi non vogliamo che sia disperso il bene fatto da Camillo Renzi e neppure che si possa negare il male subito.

Le iniziative nazionali promosse dai Ministeri dell’Interno e della Difesa hanno quindi permesso attraverso Polizia di Stato e Arma dei carabinieri di mantenere viva la memoria di poliziotti e di carabinieri che furono deportati dai nazifascisti nei campi concentramento e sterminio, dove molti furono uccisi o morirono di fame, malattia e maltrattamenti.

E’ importante e fondamentale il ruolo delle Istituzioni democratiche nel lavoro di formare e mantenere una coscienza civica collettiva attiva contro le violenze della deportazione, della segregazione e dello sterminio. Ne sono prova i biechi tentativi di svellere le pietre d’inciampo, di trafugarle o di impedire la loro deposizione.

La banalità del male, la banalità dell’ignoranza del male, dell’indifferenza aleggiano sulla nostre vite quotidiane. Solo una presa di coscienza critica ci può salvare.

Occorre superare insieme ogni forma di negazionismo e di oblio, al fine di ricordare tutte le vittime del nazifascismo, per qualsiasi motivo siano state perseguitate: religione, idee politiche, orientamenti sessuali o, secondo una falsa ideologia pseudo scientifica, a causa della razza.

Oggi inevitabilmente con Dachau e Rasvenbruck la mente corre dolorosamente ad Auschwitz, perché dobbiamo evitare come ci ha ammonito Primo Levi che: "Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo.

Raimondo Davide Donzel

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