Questa via ferrata non troppo lontana dal mare, situata sopra Magliolo (uscita autostradale di Pietra Ligure o di Finale Ligure) si prosegue per Isallo frazione di Magliolo, da qui bisogna deviare dietro la Chiesa dei Santi Cosma e scendere in fondo alla valle per poi risalire lungo la stessa strada.
All’altezza di una cascina, la strada prosegue sterrata per quasi due Km e si arriva così allo spiazzo del parcheggio da cui, superata una sbarra e un cartello indicatore del percorso della ferrata, inizia l’itinerario pedonale di avvicinamento. Ferrata veramente caratteristica per i murales dipinti sulla roccia. I dipinti sono però ormai sbiaditi tolte due figure (settembre 2009, ultima volta fatta) e sono stati creati dal medico alpinista Mario Nebiolo residente a Savona che usa la forma già presente sulla parete per dargli forma.
Tratto spettacolare ed esposto
DESCRIZIONE TECNICA
Altezza Massima raggiungibile: 1309 m
Tempo di salita: 4 h
Tempo Totale (AR): 5,30 h
Dislivello: 750 m circa
Difficoltà: AD (Via Ferrata)
Materiale occorrente: Kit da ferrata
Accesso in auto: si può anche arrivare dall’autostrada per Savona, uscendo a Ceva, Bagnasco, Passo Giovetti, Calizzano, Colle del Melogno, Magliolo, dalla Chiesa si scende in auto verso la Val Maremola, poi si risale lateralmente a sinistra (senso di arrivo) fino alla frazione Cà dell’Erscio. Procedere su strada sterrata fino a una sbarra (Parcheggio sulla destra).
Località di partenza: Cà dell’Erscio (600 m dopo. Parcheggio strada sterrata)
Località di arrivo: Idem
I Murales disegnatisulla rccia
Descrizione Itinerario: Dal parcheggio scendere per una carrareccia non transitabile con auto normali a un primo torrentello. Dopo il secondo guado (in piena estate asciutto) si prosegue in fondo ad una valletta che risale dall’altra parte la vallata. Parcheggiare nei pressi di un grosso masso. Un tabellone in legno indica l’accesso diretto alla ferrata (30 minuti). Il sentiero è contrassegnato da evidenti segni rossi. In un breve tratto si sale su facili roccette (punto panoramico) per poi proseguire fino all’inizio della parete dei Balzi Rossi. Qui inizia la ferrata. L’inizio è un po’ di braccia ma molto attrezzato. Sopra il primo pulpito si traversa verso destra per risalire uno spigolo aereo. Sopra di esso vi è un tratto di sentiero servito in qualche punto da un cavo corrimano.
Si arriva così direttamente sulla cresta in prossimità di un torrione. Lo si risale per un altro aereo spigoletto (d’effetto fotografico), fino alla balconata superiore. Si prosegue sulla cresta con divertente saliscendi fino a un secondo torrione che si aggira sulla destra dentro un canale e poi per la bella parete di destra. Altro tratto di cresta e una breve discesa conducono al ponte tibetano (evitabile con una scappatoia seguendo il sentiero di destra). Si attraversa tale ponte sospeso su circa 40 m di vuoto. Sulla parete opposta sono visibili i disegni rimasti. Qui si ricongiunge anche la scappatoia. Poi una breve paretina conduce a un traverso verso sinistra, molto esposto.
Sul lungo ponte tibetano
Successivamente si scala l’aereo spigolo molto divertente che conduce ad un terrazzamento superiore. Da qui evitando altre vie di fuga (inutili in salita) si giunge sull’anticima del Bric Agnellino (palo). Fine della salita.
Discesa: Si scende leggermente sino a immettersi in un’ampia sella boscosa che scende verso sinistra costeggiando la parete alla sua base. Alcune corde fisse che rappresentavano le vie di fuga, ora servono invece per scendere sino a un canalino più verticale con un ultimo saltino che conduce definitivamente fuori dalla parete.
Un lungo traverso verso destra conduce a un ripido sentiero che s’immette sulla carrareccia poco più a monte del parcheggio. Ora 300 m circa ci dividono dal punto di salita. Poi per lo stesso it. si fa ritorno al parcheggio che si raggiunge continuando per la stradina. (1,30 h).