ATTUALITÀ - 14 novembre 2023, 10:30

SUCCESSSO PER LA PASSEGGIATA TRA I “PILONI D’ARTISTA” AD AVIGLIANA

di Lodovico Marchisio con collaborazione di Arnaldo Reviglio - foto di Roberta Maffiodo e Andrea Carnino

Il giornalista e storico Andrea Carnino

Il giornalista e storico Andrea Carnino

Domenica 12 novembre 2023 con un folto gruppo di gitanti (circa 60), che hanno sfidato il tempo incerto, si è svolta la camminata attraverso i “Piloni d’Artista”, organizzata dall’Associazione Amici di Avigliana e dal CAI TAM - sezioni di Torino e UGET – con le sottosezioni GEB e di Avigliana, unitamente alla collaborazione del FAI Delegazione della Valle di Susa e degli EcoVolontari di Avigliana e col patrocinio della Città di Avigliana e di “Valle di Susa, Tesori d’arte e Cultura Alpina”.

Tema della giornata è stato la conoscenza del territorio attraverso il “progetto Piloni”, attivato 20 anni fa, volto al recupero delle testimonianze religiose del passato, legate soprattutto al mondo contadino, ma patrimonio di tutti. Storia, tradizione e devozione sono ricordate in una frase di Remo Castagneri, sindaco di Avigliana dal 1997al 2002, estratta dalla presentazione del libricino predisposto allora: “… In epoche più recenti i piloni hanno ereditato le funzioni di marcatura del territorio e assunto la funzione rappresentativa della religiosità dei contadini e dei viandanti in termini di fede, di speranza e di aiuto terreno e spirituale”…

Concertino di Roberta Maffiodo

La gita è iniziata con ritrovo alle ore 9:30. Prima di partire sono intervenuti il presidente dell’Associazione Amici di Avigliana Silvio Amprino, il sindaco di Avigliana Andrea Archinà, Arnaldo Reviglio a nome degli EcoVolontari aviglianesi e della delegazione FAI della Valle di Susa, Beppe Gavazza, attuale responsabile del gruppo CAI TAM UGET di Torino e il sottoscritto in veste di accompagnatore emerito del CAI e reggente tuttora del CAI GEB.

Sono stati sottolineati sia l’importanza di conoscere il territorio e la sua storia sia quella di mantenere il ricordo delle umili e sincere espressioni di devozione, contemporaneamente sono stati ringraziati non solo i partecipanti e tutti coloro che hanno organizzato l’evento, ma anche coloro che hanno contribuito al restauro conservativo di questi simboli: Comune, Associazioni, artisti (pittori e ceramisti - non solo aviglianesi -), volontari, etc.

Il percorso ad anello di 12 km effettuato in 7 ore (incluse le soste) con un  dislivello di 200 m (con diversi saliscendi) ha avuto inizio presso l’ingresso del Piccolo Cimitero Monumentale di San Pietro (di recente inserito nell’Atlante europeo dei cimiteri significativi italiani). Si è poi partiti per raggiungere il “Pilun dij Blandu” o del Tiro a Segno (costruito dalla famiglia Blando, vecchi agricoltori della zona nel secolo scorso) dedicato alla Madonna, poi si è giunti, a metà di via San Giovanni Bosco, al pilone dedicato a Maria Ausiliatrice, restaurato nel 1954 e accudito dalla famiglia Falchero.

Prima di raggiungere il Santuario Madonna dei Laghi, dove sul retro dell’altare maggiore si trova l’antico pilone trecentesco della “Madonna della rondine” conosciuto anche come “Madonna che allatta il Bambino”, si è ammirato un pilone votivo presso una casa privata (famiglia Carnino), situata in zona sopraelevata rispetto al corso Laghi, eretto per celebrare il ritorno del figlio dalla guerra d’Africa, dedicato alla Madonna e con due nicchie laterali.

Da sinistra: Arnaldo Reviglio; Andrea Archinà, il Sindaco di Avigliana; Lodovico Marchisio

Presso il Santuario il giovane storico (ma anche scrittore e giornalista) Andrea Carnino si è soffermato per illustrare parecchi aspetti storici del luogo. Si sono poi raggiunti i piloni situati in via Pontetto: quello presso i campi sportivi  dedicato a San Giovanni Battista (dipinto realizzato dal pittore aviglianese Alfredo Ciocca, partecipante alla passeggiata) e quello situato all’ingresso del Parco dedicato all’Annunciazione di Maria che ha visto il ripristino pittorico di Marcello Ruffino, anche lui presente.

Si è poi proseguiti per via Monte Capretto per raggiungere il pilone di Benna Audera dedicato all’Arcangelo Gabriele con opere pittoriche di Italo Girardi (“San Michele”) e di Gabriel Girardi (“Mater Sapientiae”) e ceramiche di Roberto Bertazzoni ed Emanuela Boretto.

Scesi a lambire la palude dei Mareschi, a fianco del canale Naviglia, si sono raggiunte via Prole e via Grignetto dove vi sono il pilone di case Periale con opere pittoriche di Luciano Spessot (“Madonna della Palude”) e di Elisabetta Viarengo Miniotti (“Madonna delle acque”) e quello in località Prole con statua della Madonna del Rocciamelone, recentemente restaurato dopo gravi danni causati da un automezzo.

Qui Roberta Maffiodo ha intonato l’inno “Santa Maria del cammino” che ben si è adattato al contesto creando un’aurea di misticismo. Dopo aver percorso via Armando Cantore si è entrati nella zona industriale raggiungendo via Caduti della Polveriera e via Frera dove si sono osservati tre (infermeria, laboratorio, mensa) dei quattro luoghi di Primo Levi in Avigliana, primo sito di lavoro dopo la tragica esperienza di Auschwitz.

Tramite una vecchia scala e un sentiero si è giunti in via Pietra Piana e al pilone a poca distanza da cascina Reviglio (ripristino pittorico di Marcello Ruffino). Si è poi raggiunta l’area attrezzata presso l’Ecomuseo del Dinamitificio Nobel dove si è consumato il pranzo al sacco. Qui Piermario Camosso degli Amici di Avigliana ha relazionato riguardo la storia e le attività delle fabbriche di esplosivi e vernici (Valloja, Allemandi, T4 e Duco).

A seguire Roberta Maffiodo ha letto una poesia tratta da “Canti della mia terra” del padre barnabita Giovanni Germena (1879 – 1956), d'origine aviglianese e innamorato del luogo natio e dei suoi tesori storici e naturalistici. Attraverso via Galinier (tratto aviglianese della via Francigena) si è arrivati al pilone antistante via San Rocco con le tavole pittoriche di Vinicio Perugia (“San Rocco”) e di Tino Aime (“Pietà”).

Giunti nel centro storico si è potuto ammirare Casa Senore e la Casa nativa del Beato Umberto di Savoia (o “Casa del Sale”) nella quale si trova la Cappella dell’Addolorata; transitando poi attraverso l’ampio cortile della Casaforte dei Savoia ci si è avvicinati al pilone dell’Acquedotto (o “dl’ Mulin”) raffigurante la Madonna Addolorata (ripristino pittorico curato da Marcello Ruffino).

Per la scalinata della “Posta dei cavalli” si è raggiunta prima via XX Settembre (via Francigena) con la Porta Santa Maria e l’Oratorio del Gesù e poi la piccola e pittoresca piazzetta Santa Maria circondata da case d’epoca. Poi risalendo la ripida via Porta Ferrata si sono ammirate le torri ogivali della vecchia cinta muraria e, in cima, la Porta Ferrata con l’adiacente casa.

Scendendo verso Piazza Conte Rosso si è stati ospiti nell’atelier del pittore Vinicio Perugia (già negozio della Società Operaia) che ci ha mostrato una nuova tavola pittorica, quasi ultimata, dedicata a San Martino (verrà collocata in una nicchia ancora vuota del pilone di Borgo Vecchio).

Nella piazza, cuore del centro medioevale, si sono ammirati i portici, il palazzo municipale, case d’epoca, l’ex chiesa di Santa Croce e i ruderi del castello; poco oltre l’esterno della Chiesa di San Giovanni e la Torre dell’Orologio.

Si è poi proseguiti sino al pilone di via “Al Tubo” (angolo via Benetti), un tempo in mezzo ai campi nella zona già denominata “Tir dl’ Canun”, con due opere in ceramica raffiguranti “Angeli” del maestro Piero Della Betta e il quadro “Madonna con il Bambino” di Lucianella Voerzio.

Successivamente, attraverso un ripido sentiero, si sono raggiunte via Reano e via Chiattera e poi il pilone di via Monte Cuneo, situato ai bordi del bosco sottostante e vicino a un vecchio rustico della famiglia proprietaria e custode, dedicato a Maria Ausiliatrice.

Alcuni partecipanti

Qui Silvio Amprino ha illustrato la storia del pilone legata a don Francesco Giacomelli, sacerdote di origine aviglianese, amico e confessore di Don Bosco, e ai Salesiani del Santuario della Madonna dei Laghi. Hanno concluso la riuscitissima iniziativa alcuni cenni storici da parte di Arnaldo Reviglio riguardanti l’area dei castagneti chiamata del “Tubo”, luogo storico di festa serena e solidale dei lavoratori (il caratteristico nome è dovuto alla posa di un tubo proveniente dalla fontana “Canavò”, a poca distanza dal pilone, che approvvigionava l’acqua ai convenuti) e il transito davanti alla Cappella di San Claudio, dedicata anche alla Consolata, i cui restauri sono terminati nel 2007.

Un grazie sincero per la loro costante e preziosa presenza a Giampiero Salomone, accompagnatore titolato CAI, e a Renzo Tabone, ecovolontario, presidente del Consiglio Comunale e animatore della Famija ‘d Drubiaj.  

ascova

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