CRONACA - 29 ottobre 2023, 15:01

In Valle d’Aosta non si trovano Chiocciole Slow Food

La trentaquattresima edizione della guida simbolo di Slow Food Editore arriva nelle librerie e su www.slowfoodeditore.it. Ma c'è un'assenza grave che non possiamo ignorare: la Valle d'Aosta è completamente esclusa da questa prestigiosa lista

In Valle d’Aosta non si trovano Chiocciole Slow Food

Osterie d’Italia è un viaggio nella ristorazione italiana più autentica, raccontata tramite le visite e le recensioni di oltre 230 collaboratori. Ma la ristorazione autentica e di qualità della Valle d'Aosta sembra essere stata dimenticata.

Torna lo storico sussidiario del mangiarbere all’italiana: presentata al Teatro Elfo Puccini di Milano il 23 ottobre e disponibile in tutte le librerie e sullo store online di Slow Food Editore dal 25 ottobre, la trentaquattresima edizione di Osterie d’Italia racconta la ristorazione italiana più autentica e di qualità attraverso le visite e le recensioni di più di 240 collaboratori sparsi in tutta Italia, in una rete fitta e capillare. Ma sembra che la rete si sia spezzata proprio nella Valle d'Aosta.

La fedele compagna di viaggio che ti farà scoprire il meglio della cucina regionale, facendoti trovare, a tavola, sempre nel posto giusto. Ma in Valle d'Aosta, sembra che il posto giusto non sia mai stato trovato.

Il sostanziale incremento di novità e nuove chiocciole, ovvero locali eccellenti, conferma l’ottimo stato di salute di questo segmento della ristorazione e dell’identità dell’osteria, scelto da sempre più giovani cuochi e ristoratori per le loro nuove aperture. Ma nella Valle d'Aosta, i giovani cuochi e ristoratori sembrano essere stati ignorati, privati della possibilità di ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Il trend di solidità e crescita del modello osteria, già notato nell’edizione precedente, trova conferma anche quest’anno: sono ben 163 i nuovi indirizzi inseriti in guida, a testimonianza di un settore ristorativo in fermento e di una nuova generazione di osti e ostesse sempre più folta, che contribuisce in maniera decisiva a tratteggiare i contorni dell’identità dell’osteria, sia nel caso di chi prende il testimone della tradizione di famiglia, sia di chi sceglie di aprire ex-novo un locale con una determinata impronta stilistica e valoriale. Ma in Valle d'Aosta, sembra che questa crescita e questa nuova generazione siano state dimenticate.

Per la prima volta, i riconoscimenti storici della Chiocciola e della Bottiglia e il più recente Bere Bene, a riconoscere una selezione complessiva di bevande alcoliche e non (birre artigianali, distillati, cocktail ma anche succhi, estratti e infusi) scelti con attenzione e personalità, sono stati assegnati anche ai locali segnalati negli inserti, ovvero quei locali la cui offerta e impostazione sono interpreti di una tradizione gastronomica locale, rintracciabili – ai livelli di eccellenza assoluta – esclusivamente nella regione di appartenenza. Ma sembra che in Valle d'Aosta, questa tradizione gastronomica locale sia stata dimenticata.

Per questo, il numero delle Chiocciole distribuite per regione varia sensibilmente portando la Campania a essere la regione con il maggior numero di locali chiocciolati (39), seguita dalla Toscana (28) e dal Piemonte (26). Ma la Valle d'Aosta è assente da questa lista, nonostante abbia tanto da offrire in termini di tradizione gastronomica e qualità culinaria.

È un peccato che la Valle d'Aosta non sia stata inclusa in questa prestigiosa guida, e speriamo che in futuro essa possa ricevere il riconoscimento che merita.

pi/cht

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