Vite in ascesa - 20 ottobre 2023, 10:30

IL MASSO GASTALDI A PIANEZZA

A cura di Lodovico e Walter Marchisio con la collaborazione fotografica di Roberta Maffiodo e la partecipazione nella scalata della nipotina Kayla di 7 anni

Il Masso Gastaldi

Il Masso Gastaldi

Il Masso Gastaldi sito a Pianezza, incastonato tra il cemento, è una delle tante mete, in quest’affannosa ricerca per non perdere la mobilità fisica, per ora ancora alla mia portata, perché condotto legato in cordata, in cima da mio figlio Walter accompagnati nella scalata dalla nipotina Kayla.

Nel primo periodo glaciale il ghiacciaio raggiunse Pianezza con il proprio materiale morenico caratterizzato da numerosi massi erratici di notevoli dimensioni, tra questi il “Ròch” o “Pera Mòra” (oggi denominato Masso Gastaldi), che ne rappresenta l’esempio più significativo.

Sorge tra le case a est del vecchio centro storico del paese, incluso ormai nel più vasto centro abitato di Pianezza. Misura 26 m di lunghezza, 16 m di larghezza e 14 m d’altezza. Ha un corpo massiccio con tre pareti arrotondate e la quarta che funge da facciata, tagliata per metà obliquamente e per l’altra metà verticalmente.

Su quest’ultima spicca l’iscrizione ben visibile sulla facciata della roccia, dedicata al geologo Bartolomeo Gastaldi (che per primo lo studiò e valorizzò e dal quale il masso prende il nome) voluta dal Club Alpino Italiano nell’anno 1884.

In cima troviamo una cappella rettangolare (oggi rovinata da scritte vandaliche), aperta su tre lati, con il lato sud-ovest a semicerchio e due colonne quadrate di facciata a sostegno del tetto, dedicata a San Michele.

Il Masso Gastaldi (vedi Wikipedia) fa parte del complesso dell'Anfiteatro morenico di Rivoli-Avigliana. Durante la glaciazione il grande masso venne trasportato nel luogo dove attualmente si trova dal grande ghiacciaio che percorreva la Valle di Susa, sul quale era caduto a seguito di una frana.

SCHEDA TECNICA

Accesso: Il masso lo si raggiunge a piedi in pochi minuti dal centro di Pianezza (a cui si arriva transitando per la Strada Statale 25 del Moncenisio verso la bassa Val di Susa - 17,9 km da Torino) percorrendo via Maiolo o via Gariglietti. In autobus da Torino la linea GTT è la 32.

 Per accedere alla cima ci si può rivolgere alla Sezione CAI di Pianezza (email: pianezza@cai.it) o all'Ufficio Cultura del Comune tel.011.9670204 in quanto il cancelletto d’accesso è chiuso per ragioni di sicurezza. La salita alla cima (solo quando è aperto o si chiede le chiavi a chi indicato sopra) la si effettua per una facile scalinata in pietra fattibile da chiunque (10 minuti dal portoncino d’ingresso).

Via da noi effettuata con cancelletto chiuso: (Walter, Kayla ed io). A destra del portoncino d’ingresso serrato con lucchetto, ove appare una scritta con freccia d’accesso alpinistico alla cima quando il cancelletto è chiuso, vi è una facile rampa rocciosa (II grado) in parte artificiale perché cementata alla porta d’ingresso, ascendente da sinistra verso destra, che conduce ad una cengia rocciosa un po’ esposta sulla quale sono infissi due spit. Attraversare verso destra questa cengia sino a incontrare il corpo roccioso vero e proprio che con un passo strapiombante (IV grado - due fittoni resinati di protezione), a fianco di un grosso quanto ingombrante e fastidioso cespuglio  spinoso, conduce con un altro passo faticoso e acrobatico (IV+) ad un secondo ripiano roccioso che accompagna alla cancellata a fianco della quale corre la scalinata interna, quando è aperta. A lato sulla destra, una paretina rocciosa che ci evita di scendere sulla gradinata, porta alla roccia terminale circoscritta tutt’intorno da una cancellata di protezione. Da qui si sale facilmente alla cappelletta posta sulla cima. (ore 0,40 dall’attacco).

Discesa, quando il portoncino in ferro è chiuso: Scendere per la scalinata della via turistica fin sopra il cancello e poi spostarsi a sinistra (verso di discesa) scavalcando un corridoio laterale alla via d’accesso che porta con un delicato traversino oltre la cancellata e permette di farsi calare con la corda fino a terra per la rampa iniziale di salita (ore 0,15).

Curiosità: Il masso viene utilizzato, nelle sue parti più ripide, come palestra di roccia, e vi sono presenti alcuni spit e fittoni resinati con diverse vie di difficoltà classiche. Le più alte e notevoli sono sopra il parcheggio sito in via Gariglietti, posto sul lato opposto della via da noi salita. In passato vi fu allestito un piccolo giardino roccioso, del quale rimangono oggi alcune specie vegetali rupicole di un certo interesse botanico.

Il Masso Gastaldi fu mèta dell’escursione della Società Geologica Italiana, la cui storia ci viene ricordata nel Bollettino della Società Geologica Italiana (vol. XXVI, 1907). Un’ultima importante annotazione riguarda una “Via ferrata” che viene messa e tolta in occasione di commemorazioni varie del CAI Pianezza. Indicativamente viene montata dal CAI sopra citato due volte l’anno (per la festa del “ Settembre pianezzese “e per “ Porte aperte allo sport) e  dedicata, al compianto Germano Graglia che fu presidente del CAI Pianezzese .

Descrizione via ferrata (quando c’è): dopo aver usato gli scalini iniziali lasciati sempre in parete e visibili dal basso, si perviene sulla cengia esposta che si ricongiunge alla via da noi salita. Per la ferrata invece la si attraversa tutta e ci si cala (scalino) in un intaglio dal quale si percorre una cengia che conduce sul lato di via Gariglietti sulla cengia che fa da sosta alle vie di arrampicata.

Sempre orizzontalmente si compie tutto il giro del masso e, prima di approdare sulla scalinata in pietra sommitale, si compie ancora una breve e facile salita verticale (ore 0,15 dall’attacco).

ascova

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