"Guidami per favore lungo il cammino, non mi lasciare solo, e cura con gentilezza la lentezza del mio cuore gravato. Poiché l'umanità è dura di cuore e lenta nell'operare il bene. Dirigimi verso una vita perfetta, nel modo più splendido, in accordo con le idee delle cose belle."
Questo è un estratto da una preghiera bizantina in forma di poesia, indirizzata al nostro angelo custode, scritta da un autore finora sconosciuto nel sud Italia. È stata casualmente scoperta da una ricercatrice della Scuola Normale Superiore di Pisa, copiata nelle prime pagine di un manoscritto conservato nella Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze.
La ricercatrice, Federica Scognamiglio, stava lavorando a uno studio sui carmi di Ignazio Diacono, autore del IX secolo, per il quale sta preparando un'edizione critica e commentata delle opere. Questo progetto è sotto la supervisione di Luigi Battezzato della Scuola Normale e di Enrico Magnelli dell'Università di Firenze. Dopo aver confermato la straordinarietà della scoperta, il testo è stato adeguatamente analizzato e pubblicato con una traduzione italiana sulla rivista internazionale "Byzantinische Zeitschrift".
La preghiera è scritta in greco e consiste di 456 versi dodecasillabi bizantini. Sebbene i fogli manoscritti attribuiscano il testo a Giovanni Mauropode, un poeta bizantino dell'XI secolo, l'analisi metica, linguistica e stilistica ha portato la signora Scognamiglio a respingere questa attribuzione e a collegare il testo, sebbene influenzato dalla poetica di Mauropode, a un autore non identificato e a una tradizione nel sud Italia dello stesso periodo.
Come già accennato, si tratta di una preghiera penitenziale dedicata all'angelo custode. Tuttavia, non è un testo liturgico ma è stato composto per la preghiera personale. È un'espressione dell'orante che si rivolge al proprio angelo custode, manifestando pentimento per i propri peccati e chiedendo esplicitamente aiuto e guida nelle sfide della vita, sia spirituale che pratica. La ricercatrice ritiene particolarmente interessante la rappresentazione letteraria dell'angelo custode, immateriale ma con precise caratteristiche divine, il che lo rende conforme alle convenzioni tipiche dell'angelologia bizantina. La stessa Scognamiglio ha notato alcune caratteristiche uniche nella rappresentazione letteraria dell'angelo, alle quali dedicherà ulteriori studi.