CRONACA - 14 settembre 2023, 11:00

Prevenzione del suicidio, evento di sensibilizzazione a Saint-Vincent

In occasione della Giornata Mondiale del 10 settembre

Prevenzione del suicidio, evento di sensibilizzazione a Saint-Vincent

Domenica scorsa 10 settembre, in occasione della Giornata Mondiale del 10 settembre dedicata al tema della prevenzione del suicidio, si è svolto a Saint-Vincent in Piazza Cavalieri di Vittorio Veneto, un evento pubblico di sensibilizzazione. Numerosa e sentita la partecipazione da parte del pubblico in una domenica di sole di fine estate.

L’evento, dal titolo ‘’Con il cuore a fior di pelle’’ in ricordo di Andrea Bich, scomparso nel 2018, rientrava nell’ambito del progetto della Regione autonoma Valle d’Aosta per la prevenzione del suicidio di cui alla DGR 522 del 9 maggio 2022.

Nicoletta Nobile, mamma di Andrea Bich: “La foto di Andrea della locandina con le braccia allargate come per accogliere dentro di sé tutta la bellezza che gli era davanti e allo stesso tempo donare sé stesso senza paura e difese è per me la chiave di lettura dell'evento che abbiamo vissuto. Sapevamo di avere di fronte uno spazio infinito , dove la bellezza degli affetti era legata al dolore della mancanza, la necessità di delicatezza era legata a quella di alzare un veloce sul pregiudizio, il giudizio, la non conoscenza e la paura di cosa è la sofferenza mentale e abbiamo scelto di donarci, ognuno con le proprie capacità e sensibilità e nella dinamica della condivisione si è creato uno spazio vitale dove il donare e il ricevere si confondono e fanno nascere quella forza vitale che è la Speranza. Grazie a tutti coloro che non hanno avuto paura di accompagnarci e sostenerci ....il cammino è lungo ma non solitario!”

La finalità dell’evento era quella di aumentare la consapevolezza nella popolazione che il suicidio, benché sia un fenomeno tragico, tuttavia, può e deve essere prevenuto e combattuto, mettendo in atto strategie concrete ed efficaci, per sostenere ed accompagnare le persone in sofferenza.

All’evento, patrocinato dalla Regione autonoma Valle d’Aosta e realizzato in collaborazione con il Comune di Saint-Vincent, con l’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali e con l’Azienda USL della Valle d’Aosta sono stati numerosi gli ospiti che si sono alternati sul palco.

Il pomeriggio è iniziato con l’intervento dell’Assessore Regionale alla sanità, salute e politiche sociali Carlo Marzi, intervenuto in apertura di evento: “La volontà di celebrare questa giornata in Piazza in maniera inclusiva e la significativa partecipazione di un pubblico così numeroso e attento ad una giornata densa di significato ed emozioni conferma che la strada intrapresa è quella giusta. La sinergia tra l'Assessorato, l’associazione Il Mandorlo fiorito e l'azienda USL è fondamentale nel percorso avviato per aumentare concretamente consapevolezza e attenzione verso questo fenomeno che stiamo cercando di affrontare con il migliore approccio possibile.”

Ecco di seguito l’intervento dell’Assessore Carlo Marzi durante la giornata mondiale di prevenzione al suicidio: “La giornata di sensibilizzazione di domenica è giunta al ventesimo anno di celebrazione. La volontà di celebrare questa giornata in Piazza in maniera inclusiva e partecipata, è il messaggio dal quale partire, oltre al suo valore assoluto nel continuare a sensibilizzare sul tema, ha rappresentato la migliore occasione per far conoscere l'impegno profuso dall'associazione il Mandorlo Fiorito, che ringraziamo per l'impegno che sta mettendo a tutto campo. Contemporaneamente, ha dato l'opportunità per promuovere il progetto che l'Assessorato porta avanti in collaborazione con l'associazione e con il Dipartimento di Salute mentale dell'azienda USL. Teniamo quindi alta l'attenzione su questo delicato tema, proseguendo con le attività del progetto regionale per la prevenzione del suicidio: già nello scorso anno, anche su sprone della signora Paola, ora presidente dell'associazione, abbiamo concretizzato le prime azioni, installando sui ponti di Avise e di Introd specifici dispositivi che speriamo tutti contribuiscano a dissuadere le persone che, in situazioni di forte disagio, potrebbero compiere atti estremi. Ora diamo gambe anche agli aspetti della prevenzione e della formazione, i due elementi centrali volti a sensibilizzare e prevenire, per quanto possibile, il fenomeno: sappiamo quanto sia fondamentale riuscire a cogliere nei tempi utili le situazioni di disagio, in modo da poter prontamente intervenire prima che si verifichino situazioni di maggiore difficoltà. Siamo consapevoli che la formazione è condizione necessaria per poter operare in questo delicato ambito, in cui le esperienze e le sensibilità maturate dall'associazione Mandorlo fiorito, con la quale collaboriamo con continuità, rivestono fondamentale importanza: - Il momento dedicato al ricordo, - la testimonianza di chi ha vissuto in prima persona il dramma della perdita di un proprio caro, - il contributo di esperti, - l'incontro con il Mandorlo fiorito - l'illustrazione delle attività di prevenzione e di presa in carico delle persone in situazioni di rischio e dei loro familiari. Ringraziamo quindi tutti coloro che si sono impegnati per arricchirla di contenuti e di emozioni, certo che la giornata di domenica lascerà un segno di consapevolezza in ognuno di noi. Paola Longo Cantisano, referente del Mandorlo Fiorito a proposito dell’evento ha affermato: “Ci siamo sentiti, noi del Mandorlo Fiorito, promotori di un evento in un certo senso rivoluzionario: perché è stato il primo momento collettivo, nella nostra regione, che ha trattato un argomento considerato tabù; perché lo ha fatto alla luce del sole in una piazza domenicale , che si è riempita di persone attente, consapevoli e commosse; perché siamo riusciti ad unire le istituzioni, i professionisti, gli operatori e noi che rappresentiamo i sopravvissuti e diamo voce alle persone in sofferenza; perché ci sono stati momenti magici di arte ed l'espressività, di Maura, Mikol, Fabrizia e Stefania, e di Andrew Faber, che sono arrivati come carezze ristoratrici a rinfrancare le anime di tutti i presenti. Abbiamo visto lo stupore, l'emozione, la meraviglia, la condivisione. La piazza è diventata un luogo, non luogo, uno spazio dell'anima dove ci siamo tutti riconosciuti come fratelli, legati da fili invisibili, capaci insieme di superare il dolore. Abbiamo aperto una porta, la porta della consapevolezza, che restava chiusa ai più, scoprendo che non c'era bisogno di una chiave, bastava abbassare la maniglia e si sarebbe spalancata. Grazie a tutti per la fiducia, a quelli che c'erano, a quelli che ci saranno d'ora in poi, a quelli che vorranno essere come noi sentinelle per aiutare chi è in sofferenza.” È poi intervenuta Fabrizia Pavetto, giornalista e scrittrice, autrice del libro autobiografico ‘’Letterbomb” che affronta il tema del suicidio di sua mamma Federica. Sul palco la sua testimonianza di sopravvissuta e alcuni passi del libro letti da Stefania Tagliaferri della compagnia teatrale Palinodie. Fabrizia Pavetto: “Addentrarsi in temi come quello del suicidio significa infrangere dei tabù che ancora oggi caratterizzano la nostra società. Da sopravvissuta alla morte per suicidio di mia mamma ho voluto condividere il mio percorso, le mie sofferenze e la mia rinascita attraverso il mio primo libro autobiografico dedicato proprio al tema del suicidio. La morte per suicidio vede una complessità di elementi da trattare. Sono felice che si inizi a dare voce al tema del suicidio, da sempre un tabù, e che in occasione della giornata Mondiale per la prevenzione dei suicidi, celebrata lo scorso 10 settembre, finalmente si sia potuto iniziare un percorso di sensibilizzazione al tema. Parlare di suicidio significa riconoscere che il problema esiste, che numericamente è una tipologia di morte che sempre di più colpisce le persone, e purtroppo sempre più giovani. Ho sempre amato scrivere. La scrittura è da sempre la mia più alta forma di espressione. Una sera ho voluto cristallizzare il mio dolore, che era comparso così all’improvviso. Pungente, toccante e soffocante. Ho provato a parole mie di cercare di capire a cosa fosse dovuto e da cosa arrivasse. Ho preso in mano il mio smartphone e ho iniziato a scrivere. Era il mio primo scritto che toccava così da vicino il dolore. Ho cercato di analizzarlo, di descrivere le sensazioni, di coglierne le sfumature e rivivere alcuni attimi. Ho scritto di me e poi ho compreso di avere la necessità di scrivere di Lei, di mia mamma. Il risultato è più di 80 note scritte sul cellulare che piano piano ho riletto cercando di dare un significato, un ordine e nell’ordine ho trovato una motivazione fortissima: esternalizzare il mio dolore agli altri affinché si parli di suicidio e affinché le altre persone non si sentano sole e possano comprendere che i sopravvissuti poi tornano a vivere, ognuno con il suo tempo e il suo modo. Letterbom, lettera bomba, è una lettera che ho scritto a mia mamma e che ripercorre la mia storia vera di sopravvissuta al suo suicidio. È una lettera intima e profonda che vuole davvero scavare nel dolore per poi trovare la chiave per la vita e la serenità. Il ricavato delle vendite del libro andrà a sostegno dei progetti del Mandorlo fiorito.” Nello spazio dedicato al salottino sono intervenuti: Paola Longo, Pia Chanoux (Direttivo Mandorlo Fiorito e sopravvissuta al suicidio del fratello, Monica Seganfreddo, Roberto Raia e Giuseppe Di Maria, che hanno parlato del tema e risposto ad alcune domande. Monica Seganfreddo del dipartimento sanità e salute dell’Assessorato della sanità, salute e politiche sociali:

“Ero cosciente che stavamo scrivendo una pagina di storia e quindi mi hanno attraversato tante emozioni! La forza di affrancare chi ha sofferto e tutelare chi soffre! La forza del sapere esperienziale, del desiderio di far bene e avviare un processo che porti tutta la collettività verso un benessere vero, non effimero, in controtendenza. Il coraggio di dire ciò che va detto e di fare ciò che va fatto. Felice di vivere tutto questo in un contesto plenario.” Roberto Raia, psicologo e referente Nucleo Psicologico dell’Emergenza – S.S.D. Psicologia dell’Azienda USL della Valle d’Aosta: “Il 10 settembre è stata una data credo epocale per la Valle d'Aosta. Un luogo dove il tema del suicidio è sempre stato tenuto sottotono, nonostante i numeri e nonostante la consapevolezza collettiva.

Un po’ per paura, un per lo stigma associato alla sofferenza delle vittime di suicidio. Oggi un gruppo di sopravvissuti ha avuto il coraggio, la forza e la determinazione di portare sul campo e far emergere un tema tanto delicato e sottaciuto. Un gruppo che ha compreso che per fare prevenzione è necessario far nascere sinergie. Ed è quello che è successo tra tutti gli attori intervenuti, aperti in un dialogo democratico nell'agorà in cui si è svolto l'evento. Sicuramente una breccia diversa e più consapevole e concreta si è aperta tra tutte le figure intervenute e la gente presente (con grande interesse e voglia di sapere). Credo che la differenza stia proprio nel coinvolgimento diretto della popolazione che non pensi sia un problema che devono gestire solo le istituzioni ma bensì un problema che coinvolge tutti. Rimango quindi fiducioso che gli animi di tutti siamo stati toccati nel profondo e da qui si debba partire per un dialogo costruttivo a 360°.” Giuseppe Di Maria, psichiatra responsabile clinico, libero professionista del centro Atlas di Aosta:” Partecipare all’evento del 10 settembre per la prevenzione del suicidio è stato per me un’occasione di grande soddisfazione e piacere come psichiatra e come persona perché mi sono sentito parte attiva nell’armonia di una rete ed di una comunità di persone unite dal desiderio del cuore e del pensiero di fare qualcosa di serio, generativo e curativo per gli altri e soprattutto per chi si può trovare in un momento di grande sofferenza. E credo che tutti vorremmo appartenere, soprattutto nella difficoltà, ad una comunità che agisce così!.”

Pia Chanoux, componente del Mandorlo fiorito e sopravvissuta del fratello: “Cosciente di portare alla luce un fenomeno così drammatico per la nostra piccola comunità. Il coraggio di prenderci per mano e comunicare il nostro dolore, e la speranza di riuscire a spingere tutti verso la prevenzione.” Durante l’evento si sono alternate alla musica Maura Susanna e Mikol Frachey che in chiusura hanno cantato la canzone “Imagine”. Maura Susanna, Vicesindaco del Comune di Saint-Vincent che ha condotto l’evento:

“Posso affermare che l’Amministrazione comunale di Saint-Vincent è sempre stata nel tempo, e anche in questo periodo, molto vicina al tema della prevenzione. Per prevenzione si intende una prevenzione della salute fisica, ma soprattutto in questo periodo dove usciamo da anni di pandemia e di restrizioni. In questo momento dobbiamo prenderci cura della salute mentale. Il fatto di aver organizzato insieme all’assessorato alla sanità, al Mandorlo fiorito e all’USL della Valle d’Aosta questa grandissima manifestazione ci rende orgogliosi perché riuscire ad organizzarla in piazza e tenere 200 persone inchiodate alle sedie non è stato un lavoro semplice. È stato un lavoro di rete, perché di questo si tratta, ed è una rete che deve cercare di raccogliere tutte le esigenze e tutte le problematiche che una persona, di qualsiasi età, può incontrare. Nella rete si deve impigliare questo malessere e soltanto stando tutti uniti, lavorando assieme, potremo sconfiggere questo problema che assilla la Valle d’Aosta. Parlare di prevenzione al suicidio vuol dire anche sdoganare questo argomento e cercare di renderlo meno difficile all’ascolto e meno difficile da trattare. Prevenzione resta la parola d’ordine.

È stata grandissima l’emozione da artista nell’ascoltare le poesie di Andrew Faber e credo che possa aver aperto una porta a tutti quanti, perché le porte devono essere sempre aperte perché quando le chiudi rischi di sbatterci dentro ma se le tieni aperte e cerchi di analizzare e capire le cose, credo che sia molto più semplice e facile per tutti, sia per chi ascolta e sia per chi viene ascoltato.” Mikol Frachey, cantante country valdostana che ha raccontato della sua depressione e degli attacchi di panico che per lungo periodo hanno condizionato la sua vita; “È stato un evento molto importante e sono felice di aver visto tanta gente a supportare la tematica, non delle più facili. È stato molto emozionante ed un onore aver potuto contribuire con la mia musica”. Andrew Faber, scrittore e poeta italiano intervenuto leggendo alcune poesie dal libro ‘Ti passo a perdere’: “È stato un onore poter intervenire a questo evento, in ricordo di Andrea Bich. Grazie alla famiglia de "Il Mandorlo Fiorito", che ha permesso tutto ciò, agli psicologi, agli psichiatri, agli amici di Andrea intervenuti e a tutte le persone presenti. Il tema trattato risulta complesso, delicato. Si rischia in ogni istante di sfiorare un nervo scoperto. Di varcare il limite invalicabile del ricordo. La sensazione è stata di aver fatto un buon uso del dolore. E da quello stesso dolore, cieco, lancinante, senza fuggire via, ne è stato fatto tesoro e aiuto nei confronti di chi ha bisogno di sostegno e di risposte. Ho percepito una forza condivisa, uno scudo contro la paura. Un’immagine di come dovrebbe sempre essere la solidarietà nei confronti di chi si sente sconfitto, sopraffatto, perso. Di chi si definisce un sopravvissuto. Incontri come questo sono linfa. Veri e propri inni, nei confronti della vita. Spero di rincontrarvi presto. Vi porto nel cuore.” VIVERE COL CUORE A FIOR DI PELLE – Andrew Faber “- Ce la stai mettendo tutta, vero? - Sì. - Ma hai la sensazione che non sia abbastanza. Che non basti mai. - Proprio così. - Sai cosa si fa in questi casi? - Si rinuncia? - No. Si inizia a vivere con il cuore a fior di pelle. - Ma non erano i nervi quelli? - Quelli sono i più famosi, e sai perché? - No, non lo so. - Perché è facile perdere la calma, prendersela con gli altri, rinunciare e buttare via tutto. Ridimensionare aspettative, sogni e speranze. Pensare di non essere più capaci di amare, di essere felici, di costruire qualcosa di forte. Questo lo può fare chiunque. Ma metterci il cuore, quello spetta solo a chi ha tanto coraggio e un infinito bisogno di vivere. - La fai semplice. - Non lo è affatto. Bisogna imparare a convivere con le sconfitte e i dispiaceri. Bisogna dare un volto al dolore e una forma ed un nome, ad ogni cosa che non ci rende sereni. Bisogna ammettere che certe ferite non guariranno mai e imparare una volta per tutte che è nei giorni difficili che si costruisce la felicità. Che un’amicizia è un tesoro da tenere stretto, perché può valere di più, molto più di un amore. Che avere la fortuna di dormire abbracciato a un corpo che ti sa ascoltare, è un puro e semplice miracolo. Che a volte allontanarsi è un modo così intimo per restare vicini. Che i rimpianti sono più spietati della morte, come ogni sogno per cui non si è lottato. Niente di tutto questo è semplice, ma quando inizi a percepirne la forza, quando capisci che la strada è lunga e difficile e tutta in salita, ma è la strada giusta, allora è impossibile tornare alla vita come la conoscevi prima. - Mi sono venuti i brividi. - Questo significa vivere con il cuore, a fior di pelle”.

L’evento di domenica scorsa è uno dei primi eventi, dopo ‘’7 tazze di tè’’ presentato a La Salle lo scorso luglio.

Il Mandorlo fiorito proseguirà l’azione di sensibilizzazione e informazione programmando altri eventi sul territorio al fine di rendere sempre più consapevoli le persone sul tema del suicidio e realizzare una rete di supporto per i famigliari, le persone in difficoltà e per la collettività.

red.

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