CULTURA - 11 settembre 2023, 12:31

“L’arte della guerra ibrida” scritto da Emanuel Pietrobon

L’Istituto Milton Friedman si propone proprio in tal senso di promuovere e favorire la divulgazione dei principi liberali, del rispetto della libertà

Stefano Agravi presenta il libro. All'interno alcuni momenti della serata

Stefano Agravi presenta il libro. All'interno alcuni momenti della serata

“Ogni epoca ha la sua forma di guerra”, così scriveva Carl von Clausewitz e così inizia “L’arte della guerra ibrida” scritto da Emanuel Pietrobon (per Castelvecchi editore), presentato alla libreria BrivioDue di Aosta sabato 9 settembre alle 18 quale primo evento organizzato dall’istituto Milton Friedman in Valle d’Aosta.

La serata è stata moderata dal responsabile locale dell’Istituto, il consigliere regionale Stefano Aggravi, e ha visto la partecipazione attiva del pubblico. “Tutti noi potremmo essere più o meno consapevoli di far parte di una strategia di destabilizzazione tipica delle guerre ibride” ha detto in apertura l’autore presentando i principali contenuti di quello che può essere considerato un vero e proprio manuale sulle guerre ibride.

Il ruolo dei social media, che sembrano aver sostituito (o integrato) gli strumenti “convenzionali” di propaganda e informazione, hanno tenuto banco nel corso della chiacchierata sino a parlare delle prossime sfide che riguardano il metaverso e la dimensione cyber delle nostre vite. La sicurezza e l’utilizzo dei big data, così come il ruolo attivo di hacker e influencer nella preparazione del terreno di una potenziale guerra ibrida occupano una parte importante del libro di Pietrobon.

Ma non soltanto. Nel presentare i contenuti del lavoro e nel rispondere alle domande del pubblico vi è stata anche l’occasione di ragionare sul ruolo che l’economia e gli attori economici hanno in chiave geostrategica. La crisi energetica, la guerra in Ucraina e eventi del passato che oggi possiamo analizzare a mente fredda fanno capire che fenomeni ed operazioni economiche spesso possono avere un lato più che oscuro. La parte finale dell’incontro è stata dedicata a quanto sta avvenendo in Africa ed al ruolo silente ma attivo di Cina e Russia.

Un libro che oltre a spiegare come è cambiata la storia della guerra negli ultimi 100 anni, può altresì essere utile a capire quanto sta accadendo dalle pianure dell’Ucraina, all’Africa e a chissà qualche altra parte del mondo che non leggiamo sui giornali. La guerra di oggi è cambiata e la sua dimensione pervasiva nelle società colpite la rende molto diversa dal passato.

“Con iniziative di questo tipo la rappresentanza locale dell’Istituto Milton Friedman vuole contribuire a fornire ad ognuno di noi gli elementi utili per comprendere fenomeni ed eventi che avvengono ai nostri tempi. Un primo appuntamento a cui faranno seguito altri. Ringrazio tutto il gruppo che mi supporta in questa avventura.” così ha chiuso l’evento il responsabile locale dell’Istituto Stefano Aggravi.

Emanuel Pietrobon è analista geopolitico e consulente. Tra i suoi libri La visione di Orbàn (con Andrea Muratore, 2022), L’arte della guerra segreta (2020), Zelenskij. La storia dell’uomo che ha cambiato (per sempre) il modo di fare la guerra (2022), Kissinger contro Allende (2023). Scrive per vari Think tank e riviste specializzate, tra cui “Inside Over”. Ha lavorato per la Commissione Europea e Wikistrat. Ha vissuto e soggiornato per ragioni di ricerca, studio e lavoro in diversi paesi tra cui Russia, Azerbaigian, Kazakistan, Polonia, Portogallo e Romania.

L’Istituto politico-economico Milton Friedman è dedicato al premio Nobel Milton Friedman ed alle sue idee. Si occupa della promozione della figura politico-accademica dell’importante economista e della divulgazione culturale delle sue teorie liberali e liberiste, dei suoi testi e del suo pensiero in Italia ed in Europa in particolare. L’Istituto Milton Friedman Institute è l’unico al mondo, oltre al “Becker Friedman Institute” presso l’Università di Chicago, dedicato interamente alla figura di Milton Friedman, ed è nato in Italia proprio perché tra i Paesi più sviluppati è una delle realtà ad aver più bisogno delle ricette liberali e liberiste del grande premio Nobel.

L’Istituto Milton Friedman Institute è nato dalla volontà di un gruppo di studiosi, politici e imprenditori di dar vita ad un’associazione, un think tank, che potesse riscoprire e promuovere le teorie, le idee e le proposte del liberalismo e dei suoi principali sviluppi e filoni di pensiero. L’obiettivo principale che si propone l’Istituto è quello di promuovere e diffondere i principi liberali all’interno della nostra società con convegni, pubblicazioni e dibattiti.

In Valle d’Aosta l’Istituto Milton Friedman si propone proprio in tal senso di promuovere e favorire la divulgazione dei principi liberali, del rispetto della libertà, nonché della libera imprenditoria attraverso l’organizzazione di eventi e iniziative.

red.spe.

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