Secondo la glaciologa la Val Veny potrebbe aver avuto, in passato, una popolazione stabile, ma a causa dei cambiamenti climatici e delle variazioni nella geologia glaciale, il villaggio di Santus Joannes de Pertuis è scomparso a causa dell'espansione di un ghiacciaio.
Infatti, i cambiamenti climatici e geologici, insieme a eventi come la Piccola Età Glaciale, hanno avuto un impatto significativo sulla vita delle comunità alpine, causando povertà, carestie e cambiamenti nella viabilità e nell'agricoltura.Quella della professoressa Cerutti è stata un’interessante lezione di geografia collegata ai mutamenti climatici che si sono succeduti nel corso dei secoli.
Infatti, il fondovalle della Val Veny è di notevole interesse geografico e storico.
Come ha ricordato la professoressa, nonostante le quote elevate, che vanno dai 2000 metri del lago Combal ai 1300 metri dell'uscita della valle, questa regione non ospita attualmente villaggi permanenti oltre Entreves, situato a 1300 metri, dove la valle termina. Questa situazione è diversa da molte altre valli valdostane che hanno centri abitati a quote superiori, come Rhêmes Notre Dames a 1723 metri e Chamois a 1812 metri.
Nel passato, prima dello sviluppo dei resort invernali, l'umanità si limitava a visitare questa regione durante la primavera e l'autunno per il pascolo stagionale con il bestiame. Questo è il motivo per cui le piccole case sparse nei prati del Plan Veny e sul versante destro erano chiamate "meyens" e fungevano da abitazioni temporanee adatte ai mesi più miti. Queste case avevano stalle ma non granai o magazzini, poiché il clima rigido della Val Veny non consentiva l'agricoltura.
Tuttavia, negli ultimi cinquant'anni, il clima freddo ha favorito lo sviluppo del turismo invernale in Val Veny, portando alla costruzione di impianti di risalita e alla trasformazione di molte di queste case "meyens" in accoglienti bar e ristoranti per i visitatori.
La professoressa Cerutti ha fatto notare che secondo il Catasto glaciologico valdostano del 1986, il 29% del territorio della Val Veny è coperto da ghiacciai perenni, una percentuale significativamente più alta rispetto alle altre valli.
Questi dati scientifici sembrano contrastare la tradizione storica e religiosa che indica la presenza di un villaggio o addirittura di un paese chiamato Santus Joannes de Pertuis in Val Veny. I documenti storici parlano di una chiesa dell'VIII secolo e di un villaggio documentato nel XIV e XV secolo.
Tuttavia, il clima della Val Veny sembra non aver favorito insediamenti permanenti nella maggior parte della sua storia.
Gli studi condotti da geologi come Federico Sacco e Robert Vivian - ha speigato la glaciologa - hanno cercato di conciliare questa tradizione con i cambiamenti climatici avvenuti nel corso della storia.
Si è così scoperto che in passato il clima in Val Veny e in altre regioni alpine è variato notevolmente. Durante il periodo romano e medievale ha sottolineato Augusta Vittoria Cerutti - il clima era più caldo, i ghiacciai erano più piccoli, e le colture agricole potevano essere praticate a quote più elevate.
In quei tempi, la Val Veny aveva probabilmente villaggi abitati tutto l'anno e una maggiore attività commerciale legata ai passi alpini.
Tuttavia, durante la cosiddetta "Piccola Età Glaciale", che ha durato per circa 300 anni a partire dalla seconda metà del XVI secolo, il clima si è raffreddato notevolmente. Questo ha portato all'espansione dei ghiacciai, alla diminuzione delle colture agricole e alla migrazione delle persone da queste regioni.
La relatrice ha ricordato che nel secolo XX Courmayeur divenne una dei più rinomati centri di turismo montano. Sul finire del 1800 e l’inizio del 1900 fra i turisti di Courmayeur vi era Giosuè Crucci che così scriveva a un amico: Non avevo ancora veduto, in vita mia, di si solenne bello. E’ del 1895 la sua “’Ode a Courmayeur “ con la quale Agusta Vittoria Cerutti ha voluto chiudere la sua lezione-conversazione: Nel secolo XX Courmayeur divenne una dei più rinomati centri di turismo montano. “Conca in vivo smeraldo tra foschi passaggi dischiusa o pia Courmayeur ti saluto. Te da la grande Giurassa, da l’ardua Grivola bella il sole più amabile arride. …Te, datrice di posa e di canti io reco nel verso d ‘Italia”.