La Val Veny, situata nei pressi di Courmayeur, è una straordinaria testimonianza della bellezza naturale e della geologia uniche delle Alpi. Questa valle si estende per circa 14 chilometri dalla sua sommità al Colle della Seigne, che si trova a un'altitudine di 2514 metri sul livello del mare, fino al villaggio di Entreves a 1300 metri sul livello del mare.
La sua morfologia come ha ricvordato Vittoria Cerutti è il risultato del modellamento glaciale e offre una panoramica spettacolare della regione.
Il lato sinistro della valle è dominato dal massiccio granitico del Monte Bianco, che culmina nella vetta più alta delle Alpi a una quota di 4807 metri sul livello del mare.
Questa parte della valle presenta imponenti pareti rocciose, guglie maestose e grandi ghiacciai, creando un paesaggio spettacolare e maestoso.Dall'altro lato, il versante destro è costituito da rocce calcaree e argillose, antichi sedimenti marini molto meno resistenti all'erosione rispetto al granito del Monte Bianco.
Qui, la valle è caratterizzata da fitti boschi di conifere e vasti pascoli d'alta quota. Questa differenza nella composizione delle rocce crea una notevole diversità paesaggistica tra i due lati della Val Veny.
Nel cuore di questa valle, scorre la Dora di Val Veny, un fiume che raccoglie le acque provenienti da entrambi i versanti e le porta alla Dora Baltea, un affluente del fiume Po. Il fiume è circondato da ampi fondovalle pianeggianti, verdi prati punteggiati da baite rustiche e attrezzature per sport invernali.
Le ombre degli alti abeti e delle zone boscose aggiungono ulteriore bellezza a questo scenario incantevole.
Tuttavia, la Val Veny non è sempre apparsa come la conosciamo oggi.
Al centro la glaciologa Vittoria Cerutti (foto Circolo della Stampa)
Qui la relazione dell prof. Vittoria Cerutti si fa davvero intereressanti con particolari noti a pochi.
Nel lontano passato geologico, le acque provenienti dal versante meridionale del Monte Bianco non scorrevano verso il Po, ma verso il Rodano. La stretta gola che oggi conosciamo, tra il Mont Chetif e il Mont de la Saxe, non esisteva in quel periodo. Era bloccata da un massiccio porfirico, di cui il Chetif e La Saxe rappresentano i due tronconi che sono stati risparmiati dall'erosione causata dalle acque e dai ghiacciai.
Quindi, quello che oggi è conosciuto come la Val Veny, fino a almeno due milioni di anni fa, faceva parte di un profondo solco vallivo lungo più di 40 chilometri che correva lungo il perimetro meridionale del Massiccio del Monte Bianco, portando le acque dalle vette più alte d'Europa al Rodano.
Le modifiche geologiche hanno creato le attuali valli italiane delle Dora di Val Veny e Val Ferret, così come la valle svizzera della Drance du Ferret.
Questa storia geologica - descritta al Circolo della Stampa dalla glaciologa Cerutti - aggiunge una dimensione ancora più affascinante alla bellezza naturale della Val Veny e sottolinea la sua importanza nella comprensione della geologia delle Alpi.





