'ANPI ha accolto con favore la richiesta lanciata dal palco della sala gremita della Wonplatz di Gressoney-Saint-Jean, dove martedì 29 agosto si è tento l'incontro tra il giornalista e scrittore Gad Lerner e lo storico e docente di storia dell'ebraismo Alberto Cavaglion dal titolo "La Storia tra Memoria e Futuro"
"Vorrei che sabato, mentre si parlerà di Evola, qualcuno portasse un sasso o un fiore accanto alle due statue dei fratelli Jona" e ha organizzato, in due giorni, un incontro molto partecipato a Issime.
Oltre 70 persone si sono ritrovate nella piazza del paese e dopo una breve lettura sulla storia della famiglia Jona, tratta dal libro "La quotidianità negata" di Paolo Momigliano, hanno deposto sassi e fiori ai piedi delle statue dei due fratellini, Ruggero e Raimondo Jona, prelevati da scuola il 7 dicembre 1943. L'intera famiglia (papà Remo, mamma Ilca e i due piccoli Ruggero e Raimondo) fu deportata ad Auschwitz, dove mamma e bimbi trovano la morte nella camera a gas il 26 febbraio 1944. Solo il padre sopravvisse.
A conclusione della cerimonia la voce di Roberto Contardo, cantautore valdostano e figlio della deportata Ida Desandrè, ha intonato “Auschwitz” di Francesco Guccini e il Sindaco di Issime, Enrico Montanari, ha sottolineato l'importanza di non dimenticare.
Intanto pochi chilometri a monte di Issime, non più nella sede del comune di Gressoney-La-Trinité, ma in una sala polivalente, nonostante tutto il clamore sollevato, meno di cinquanta persone si sono andate a seguire l'incontro su filosofia e alpinismo in Julius Evola.
Questo appuntamento, insieme a quelli organizzati dall'ANPI, hanno, in questi giorni, provocato le reazioni di critica e contestazione da parte dei giornali nazionali della destra e ancora oggi, in un'intervista apparsa su “La Stampa”, Francesco Giubilei, editore presidente di Nazione Futura, afferma che l’incontro su Evola si poteva fare.
"Ancora una volta quindi vogliamo rimarcare che l'ANPI non contesta la volontà di voler approfondire anche il pensiero di una delle figure di spicco della cultura antisemita italiana – dice il Presidente Nedo Vinzio – ma questa riflessione non può essere decontestualizzata o ridotta alla sua concezione dell’alpinismo, peraltro marginale. La Storia va studiata nella sua interezza e complessità. Nell'incontro, come è stato riportato dalle notizie sui giornali, è stato detto che Evola aveva preso le distanze dal fascismo; ma in realtà lo fece solamente perché nella sua visione il fascismo non era sufficientemente radicale dal punto di visto ideologico e, per quanto riguarda l’antisemitismo e il razzismo, avrebbe dovuto fondarsi su una componente ‘spirituale’ che lo distaccasse dal razzismo puramente biologico. Tuttavia, contrariamente a quanto è stato detto a Trinité, Evola non ha mai “minimizzato” il suo antisemitismo, né tanto meno ha preso le distanze da Hitler e dal regime nazista.
La nostra associazione non si è mai sottratta al confronto e alla rivisitazione della storia, anche per quanto riguarda Evola, ma un conto è un convegno scientifico in cui siano invitati i maggiori studiosi della cultura fascista (come nel caso di Francesco Germinario, tra i massimi esperti di Evola in Italia), e un conto è un incontro organizzato in collaborazione con la Fondazione Evola, sul cui sito si leggono affermazioni gravissime. Il revisionismo oggi dilagante intende sdoganare un passato che non deve tornare, mostra compiacenza e persino ammirazione per la parabola storica del fascismo tacendo sulla persecuzione razziale e l’alleanza anche culturale con il regime nazista. Per questo c’è la necessità, oggi, non solo di vincere l’indifferenza e la rassegnazione, in un Paese disgregato e disilluso, ma anche di vincere quelle sacche di non conoscenza e quelle carenze di cultura democratica che non aiutano certamente né a capire il presente, né a nutrire fondate speranze per il futuro."