Consiglio Valle Comuni - 18 maggio 2023, 22:13

Per il momento la rèunion è molto tiepida

Solo Joseph Cesar Perrin ha scaldato i cuori dei circa 350 presenti e strappato applausi a scena aperta

Per il momento la rèunion è molto tiepida

C’erano spazi vuoti, e numerosi, nel teatro Gran Paradiso del casino di Saint Vincente che ha ospitato il primo incontro pubblico tra i movimenti autonomisti senza Pour l’Autonomie.

L’incontro ha portato a Saint Vincent circa 350 persone; poche se si considera che si parla di movimento al governo della Regione. Ad aprire i lavori sono stati gli interventi di Sylvie Hugonin ed  Eloïse Villaz espressione dei tanti giovani presenti. Strappare gli applausi è stato Joseph-César Perrin, grande uomo, memoria storica dell'Uv, storico e sottovalutato dall’Uv si è detto “un vecchio barbagianni in un mondo che è molto evoluto".

Pur ricordando gli "odi tra le persone" che hanno portato alla diaspora autonomista con la nascita di numerosi partiti dall'Union, Perrin ha proposto di arrivare a "una forza che deve pensare a tutto il popolo valdostano, a tutta la Valle d'Aosta. È normale che al nostro interno ci siano visioni diverse- ha detto- ma bisogna ascoltare tutte queste persone, saper interpretare i loro pensieri, avere la pazienza di comprendere e tirare le conclusioni".

Per Perrin, serve "un movimento che non sia dittatoriale, ma all'ascolto della popolazione". E ha concluso: "Viva la riunificazione, viva il futuro movimento autonomista forte e al servizio dei valdostani".

A smorzare gli entusiasmi sulla riunificazione è stato Damien Charrance, presidente di Vallée d'Aoste Unie e portavoce del Mouv, che ha detto chiaro e tondo che la ricomposizione dell’area autonomista "non è un obbligo", ma "deve essere una volontà". Damien Charrance ha poi ricordato che a causa della diaspora autonomista, relazioni sono finite, amicizie sono finite. Vogliamo riunificare sotto dei principi base, sotto le colonne portanti dell'amministrazione di cui oggi ci vantiamo". E sollecita: "Negli anni in cui la politica è stata assente, la nostra amministrazione è stata privata delle direttive necessarie".

L’auspicio che si apra una nuova pagina del libro autonomista è giunto da Cristina Machet, presidente dell’Uv. "Parlo al cuore degli unionisti: sanno che è importante fare questo passo, bisogna farlo; bisogna girare pagina: tutti nella nostra storia abbiamo vissuto situazioni non facili, ci sono ferite ancora aperte. Ma in questo momento non si può pensare alle persone, ma all'autonomia".

La presidente del Leone rampante, al centro del palco tra i portavoce delle cinque forze politiche che hanno risposto "presente" all'appello, ha attaccato lo Stato italiano e il governo: "Lo Stato sta costruendo ipotesi di autonomia differenziata. Ma è un modello sbagliato: se ci sono tot persone, ci va una scuola, se ce ne sono tot ci va un ospedale. Noi vogliamo affermare il nostro particolarismo, il modello delle scuole di villaggio".

Per Machet, "gli autonomisti hanno ancora l'ispirazione della politica? Sì, il faro c'è, bisogna alimentare la voglia di fare politica tra i giovani". Per sé, Machet ha scelto il "ruolo della mamma, come quando i bambini litigano tra loro". L'incontro di oggi è "come un piccolo puzzle che si comincia a costruire: il primo passo c'è: la sala è piena".Vigoroso l’intervento di Albert Chatrian, coordinatore dell'Alliance Valdôtaine, che ha rimarcato la differenza tra Autonomia e Stato. “Noi ha detto abbiamo interessi e obiettivi diversi dal centralismo. Grazie al nostro radicamento sul territorio e facendo insieme della buona politica possiamo essere un'alternativa al centralismo dilagante". Ha poi auspicato che il processo continui per giungere a "un unico movimento plurale, che sappia raccogliere uomini, donne, idee, dandosi delle regole giuste per la partecipazione di tutti. Questo è l'impegno che dobbiamo assumerci oggi".

Tutto questo a conferma del défi de l’avenir, come silegge nel documento programmatico alla base dell’incontro di oggi al quale hanno partecipato l’Union Valdôtaine, d’Alliance Valdôtaine et de Vallée d’Aoste Unie, autant que des représentants d’Orgueil Valdôtain et de Pays d’Aoste Souverain.

À la base de la rencontre il y a le défi de la cohésion de l’aire autonomiste, nécessaire pour projeter dans le futur l’autonomie de la Vallée d’Aoste 75 ans après la naissance du Statut. Enracinée sur l’identité et l’histoire de notre région, l’autonomie est aujourd’hui encore un atout pour l’avenir : c’est pour cela que, au fil des semaines dernières, les différents mouvements ont organisé dans toute la région des rencontres dans lesquels des centaines de personnes se sont réunies pour parler de politique et de perspective.

C’est sur ce vaste engagement populaire que se base le parcours qui voit son départ à Saint-Vincent. Face à une participation politique toujours plus éphémère, l’aire autonomiste a ainsi trouvé l’énergie nécessaire pour proposer l’occasion d’une retrouvaille authentique, basée sur des fondations communes mais capable de regarder aux défis contemporains.

red.pi.

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