INTEGRAZIONE E SOLIDARIETÀ - 20 aprile 2023, 10:05

La Valle si è data il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere

In Consiglio l'opposizione si astine, approvato da Opposizione si astiene, Hanno votato a favore UV, AV-VdAU, FP-PD, PlA, SA, PCP

Carlo Marzi

Carlo Marzi

Nella seduta del 19 aprile 2023, il Consiglio Valle ha approvato, con 21 voti a favore e 14 astensioni il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere per il periodo 2023-2025.

Sul testo sono stati depositati 15 emendamenti del gruppo Lega VdA (di cui uno approvato) e due subemendamenti, di cui uno della maggioranza e uno della maggioranza congiunto con il gruppo PCP (entrambi approvati).

L'atto fissa gli indirizzi e definisce le priorità delle azioni da adottare per il raggiungimento degli obiettivi di cui alla legge regionale n. 4/2013 in materia di prevenzione e contrasto alla violenza di genere e misure di sostegno alle donne vittime di violenza.

L'Assessore alle politiche sociali, Carlo Marzi, ne ha illustrato i contenuti: «Il Piano, in conformità con le linee di intervento del Piano Strategico nazionale, prevede di intervenire su quattro aree tematiche. La prevenzione, con azioni e iniziative di informazione, sensibilizzazione e comunicazione volte a tutta la comunità locale per sradicare abitudini, stereotipi e pregiudizi che ancora oggi connotano il fenomeno della violenza di genere. La formazione continua degli operatori di settore che intervengono in prima linea nella lotta al fenomeno: forze dell’ordine, psicologi e assistenti sociali, oltre a figure strategiche come i medici di medicina generale e i pediatri che in virtù del loro ruolo e della loro professione possono meglio intercettare le situazioni. La protezione e il sostegno, con interventi di presa in carico e sostegno delle capacità e potenzialità delle donne vittime, la cui vulnerabilità ed esposizione alla violenza è aggravata dai processi di impoverimento sociale ed economico; questo sottende ad un costante e continuo lavoro di Rete con diversi soggetti, formali e informali, che collaborano a vario titolo nell’ambito della lotta alla violenza di genere, per la condivisone di strategie e buone pratiche. L’osservatorio regionale sulla violenza di genere per definire modalità e interventi volti alla rilevazione complessiva del fenomeno che interessa il territorio valdostano.»

Il dibattito in Aula

Il Presidente della quinta Commissione, Andrea Padovani (FP-PD), ha parlato di «Piano che mira a prevenire, contrastare e ridurre gli effetti di una piaga che tocca la nostra regione quanto il nostro paese. Perché la violenza maschile sulle donne, che già ha una dimensione visibile purtroppo estremamente rilevante, è un fenomeno che per una moltitudine di ragioni resta in larga parte sommerso e che si nutre della minimizzazione, del benaltrismo e della manipolazione dei dati statistici che ancora troppo spesso capita di sentire. Tra stalking, maltrattamenti in famiglia, violenza sessuale e revenge porn, in quattro anni in Valle d’Aosta sono raddoppiati i reati. Nel 2022 il tribunale di Aosta ha trattato 145 casi. Nel 2019 erano 76, nel 2020 72 e nel 2021 109. Il quadro generale e questi numeri possono e devono aiutare una reale presa di coscienza collettiva su quanto questo fenomeno rappresenti un vero e proprio problema strutturale e non un’emergenza occasionale; problema che vogliamo affrontare qui attraverso un primo passo, non decisivo ma certamente importante, come il Piano triennale degli interventi contro la violenza di genere.»

«Tutte le aree tematiche - ha aggiunto il Consigliere Padovani - sono fondamentali per la creazione di una risposta coordinata e completa alla violenza di genere nella nostra regione. Siamo consapevoli che ci sono ancora molte sfide da affrontare e che bisogna continuare a lottare insieme per un'uguaglianza reale tra uomini e donne. Ecco perché questo Piano deve diventare una priorità per la nostra regione. Insieme possiamo lavorare per migliorare la vita delle donne vittime di violenza, ma soprattutto, impegnarci, tramite i nostri comportamenti, le nostre azioni e l’educazione delle prossime generazioni, affinché questo fenomeno negativo, drammatico e così costoso per la nostra società finisca. Affinché non ci sia più bisogno di un Piano per la sensibilizzazione e la lotta questo fenomeno.»

Il Capogruppo della Lega VdA, Andrea Manfrin, ha sottolineato «l'impegno della Lega per contrastare ogni forma di violenza. Il nostro approccio nei confronti di questo Piano è stato costruttivo fin dall'inizio: abbiamo fornito degli spunti e delle migliorie che oggi presentiamo sotto forma di emendamenti. Questo documento è infatti carente per certi versi e sovrabbondante in altri. Una delle sue criticità è che nasce già vecchio perché si riferisce al 2022 e contiene iniziative che sono già state avviate, come ad esempio quella relativa alla formazione degli uomini maltrattanti. Si parla poi di una fantomatica carta della comunicazione, volendo imporre un certo tipo di comunicazione, frutto di una visione politica, agli organi di informazione: peccato che questa iniziativa si scontri con una norma fondamentale per i giornalisti, che è il testo unico dei doveri del giornalista. Rilevo, poi, che nelle 33 pagine di questo Piano, la parte dedicata alle violenze sugli uomini rappresenta due righe di una tabella: è grave che ci sia una carenza di attenzione e di spazi nei loro confronti mentre emergono sempre più denunce di disagio da parte loro. Inoltre, ed è la cosa più grave, con questo Piano si introduce un principio pericolosissimo, ovvero la possibilità di introdurre educazione sessuale e di genere fin dalla scuola per l’infanzia, un indottrinamento vergognoso e fuori da quanto previsto dalla legge regionale. Ecco perché abbiamo presentato una serie di emendamenti che ci auguriamo possano migliorare il Piano.»

Il Consigliere Simone Perron (LegaVdA) ha criticato il Piano perché «soffre di presupposti ideologici mascherati. Il documento si occupa solo della violenza sulle donne, senza prendere in considerazione le situazioni di disagio e di abuso che subiscono anche gli uomini e di cui si ha sempre più contezza. L'unica parte che tratta della componente maschile è quella riferita all'omofobia: rientrano quindi nel Piano solo gli uomini che hanno un diverso orientamento di genere. Anche lo "sradicamento degli stereotipi di genere" desta qualche perplessità. Si vuole intervenire innanzitutto nelle scuole con non meglio specificati progetti e, se il Consiglio ha ancora una funzione democratica e di condivisione, sarebbe auspicabile conoscere i contenuti di queste iniziative che hanno l'aria di essere delle dichiarazioni fatte da una certa parte politica per soddisfare i propri bacini elettorali.»

La Consigliera di PCP Chiara Minelli ha parlato di «grave ritardo con cui arriva questo Piano, le cui iniziative dovranno essere avviate il più presto possibile. Così come bisognerà mettere in campo tutte le azioni propedeutiche alla redazione del prossimo Piano, che dovrà essere più strutturato e più incisivo ed essere approvato in tempi adeguati. Questo documento ci sembra funzionare e, pur con alcune riserve che abbiamo evidenziato in Commissione, voteremo a favore. Rileviamo che per quanto riguarda l'area tematica della prevenzione, nella fase di attuazione sarà importante distinguere la parte dell'informazione da quella della formazione. Inoltre, le scuole non sono attualmente rappresentate all'interno del Forum permanente contro le molestie e la violenza di genere e non c'è quindi una loro partecipazione attiva, che sarebbe opportuna. Segnaliamo poi che non si può demandare tutto al Centro antiviolenza e alla Casa rifugio; ancora, bisognerà porre attenzione alla raccolta dati. A questo Piano sarà necessario dare delle risorse finanziarie adeguate, chiarendo quanto arriverà dal nazionale e quanto potrà finanziare la Regione.»

Il Capogruppo di AV-VdAU, Albert Chatrian, ha evidenziato che «le azioni contenute nel Piano sono finalizzate a contrastare le criticità presenti nel nostro territorio. Negli ultimi anni, infatti, la nostra regione ha registrato un peggioramento della situazione legata alla violenza di genere. Questo Piano è un atto amministrativo di indirizzo che poggia sul parere positivo dei nostri Sindaci e, per noi autonomisti, gli enti locali sono il punto cardine dell'azione amministrativa. Il documento è stato scritto a più mani, delineando una cornice entro la quale, il Governo si troverà ad agire nel rispetto dell'architettura legislativa. Quindi nella seconda fase di questo percorso saranno tradotte e applicate le azioni contenute nel Piano attraverso le delibere attuative dell'Esecutivo per far fronte a una situazione che richiede delle risposte concrete e immediate.»

Il Consigliere Mauro Baccega (FI) si è chiesto «cosa siano gli "stereotipi di genere" di cui tanto si parla e poco si conosce. In questa regione è diffusa una certa cultura che è più vicina alla propaganda di sinistra e non è questo l'approccio giusto da proporre nelle scuole. Vogliamo dare ai nostri ragazzi un'educazione di parità e non di genere.»

Il Consigliere della Lega VdA Luca Distort, rivolgendosi all'Assessore Marzi, ha chiesto: «La forza politica che lei rappresenta in Consiglio si ispira ai valori cristiani, ad una tradizione secolare che costruisce la sua lucidità di lettura della realtà e della politica sulla base della dottrina sociale della Chiesa. Un'eredità imponente che come civiltà cristiana abbiamo la fortuna di possedere. Chiedo: con questo Piano, questi valori che fine hanno fatto? A meno che non ci dica che Stella Alpina ha rinnegato i valori fondanti della propria forza politica.»

L'Assessore alla sanità, Carlo Marzi, ha detto: «Il percorso che ha visto partire questo Piano è del 2019: c'è stata una sospensione legata al Covid e poi a maggio 2022 ha ripreso il suo cammino per essere approvato in Giunta ad agosto 2022. Portiamo in votazione e approviamo questo Piano, che è di fatto una cornice macro che avrà poi una serie di declinazioni operative su temi così importanti e oggetto di strumentalizzazioni provenienti da ogni parte.»

«Sappiamo che la violenza di genere avviene sulle persone più fragili all'interno dei nuclei familiari, massimamente sulle donne e sui figli - ha sottolineato l'Assessore al sistema educativo, Jean-Pierre Guichardaz -. Non a caso, il documento nazionale del 2021 si chiama "Piano strategico nazionale sulla violenza maschile contro le donne" e, vorrei segnalare, che è stato approvato anche da quelle forze politiche di destra che sono rappresentate in questa Aula. Il documento nazionale, al quale il Piano triennale regionale degli interventi sulla violenza di genere 2023-2025 si rifà, parla espressamente di stereotipi di genere e del loro contrasto, anche se i colleghi della Lega pare dicano che non vi è alcun richiamo a questa specifica dicitura negli atti normativi o programmatici. Vorrei tranquillizzare i colleghi dell’opposizione che paventano formazioni pericolose per l’equilibrio sessuale delle nuove generazioni, che questo non significa educare le giovani generazioni alla logica transgender, ma ha come obiettivo quello di formare i docenti ed educare i ragazzi ad adottare giusti comportamenti e modalità che possono salvare anche delle vite.»

 



red

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