ATTUALITÀ POLITICA - 28 febbraio 2023, 08:00

L’OPERA DEI PUPI

Ennesima rappresentazione dell’Opera dei Pupi della politica, che ha addirittura la faccia tosta di preannunciare, a breve, una replica

L’OPERA DEI PUPI

L’Opera dei Pupi è un tipo di teatro delle marionette, i cui protagonisti sono Carlo Magno e i suoi paladini. Le marionette sono appunto dei pupi, dal latino “pupus” che significa (non a caso) bambino.

Al ciclo dei carolingi ha fatto seguito quello dei Paladini di Francia, ma di marionette ce ne sono al giorno di oggi anche in Valle d’Aosta. Quello del teatro delle marionette, infatti, sembra una plastica metafora dello spettacolo andato in onda con l’ultimo Consiglio Regionale che ha messo in minoranza una fantomatica maggioranza a 19. Qualcuno ha parlato di regolamento di conti, di mandanti e di esecutori per conto terzi.

A me pare invece di essere in presenza di una ennesima rappresentazione dell’Opera dei Pupi della politica, che ha addirittura la faccia tosta di preannunciare, a breve, una replica. E’ vero, c’è un mandante, c’è un “puparo”, ma questi non ha niente a che vedere con questo o quell’altro personaggio. Il vero “puparo” è il sistema elettorale della Regione. Un sistema proporzionale incentrato sugli appetiti personali dei singoli.

I programmi elettorali lasciano il tempo che trovano, conta solo conseguire un posto in prima fila che, più risicata è la maggioranza, più diventa determinante. Il programma è solo uno specchietto per le allodole. Pensate, si ha il coraggio di mettere al primo posto del futuro programma la “Riorganizzazione della “Amministrazione regionale”.

Un vero trionfo della ipocrisia se si tiene conto del fatto che dal 2018 i dipendenti regionali sono in attesa del rinnovo contrattuale per il loro trattamento giuridico ed economico!

E adesso? Qualcuno paventa elezioni elettorali anticipate e fa bene a paventarle. Ma pensate veramente che molti protagonisti della scena politica attuale con elezioni anticipate manterrebbero la loro rappresentatività?

E allora meglio, come dicono, puntare ad un “Governo di scopo” che altro non sarebbe se non un vero e proprio “patto di sopravvivenza”, dove ognuno salverebbe se stesso fino al 2025.

Cosa c’è, allora, di più simile ad un teatro di marionette?

Romano Dell'Aquila

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