Il Comandante del Gruppo Carabinieri di Aosta Ten. Col. Giovanni Cuccurullo, presenterà un’esposizione di quadri e cimeli per illustrare alla città, in occasione dell’81° Anniversario, l’epica ed eroica difesa del caposaldo di Culqualber da parte del 1° Battaglione Carabinieri e Zaptiè mobilitato, e l’importanza della celebrazione della “Virgo Fidelis” patrona dell’Arma dei Carabinieri, appellativo di Maria, madre di Gesù, scelta quale patrona dell'Arma dei Carabinieri l'11 novembre 1949 e promulgata tale da Papa Pio XII e la giornata dell’Orfano.
L’esposizione sarà visitabile nelle giornate di sabato 19, domenica 20 e lunedì 21 novembre dalle 9 alle 18. Lunedi alle ore 10 presso la chiesa Collegiata di Santissimi Pietro e Orso verrà celebrata la santa messa in onore della Virgo Fidelis.
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LA STORIA
Nel 1941, in Africa Orientale, dopo la caduta di Cheren e dell'Amba Alagi, le operazioni militari vennero ad accentrarsi nell'Amhara, ove il generale Guglielmo Nasi si era arroccato nel sistema difensivo costituito dal ridotto centrale di Gondar e da una serie di capisaldi.
La difesa gondarina ebbe la più cruenta espressione nella resistenza del caposaldo di Culqualber, che comprendeva la sella omonima, attraversata da una rotabile a tornanti. Il nemico doveva necessariamente transitare da Culqualber per avanzare su Gondar con i reparti corazzati e le artiglierie. Il terreno della difesa era costituito da una serie di alture ad andamento irregolare, con sommità a cono e ad amba, intersecate da profondi burroni, di difficile percorribilità.
Il 6 agosto il generale Nasi rinforzò la difesa di Culqualber con il 1° Gruppo Carabinieri Mobilitato.
Il reparto, articolato su due Compagnie nazionali ed una di zaptiè, aveva combattuto brillantemente sulle alture di Blagir e dell'Incet Amba, distinguendosi in particolare nella difesa del fortino di Celgà. Era al comando del maggiore Alfredo Serranti.
Il Gruppo Carabinieri fu destinato ad occupare il «Costone dei Roccioni», che si protendeva, con ciglioni a strapiombo, ad Ovest della rotabile verso Gondar, ed il retrostante «Sperone del Km. 39», il più avanzato a Sud, dal lato di Dessiè-Debra Tabor. In tal moto il Gruppo Carabinieri, con il proprio comando al centro di raccordo degli opposti speroni, aveva un occhio sul fronte principale, a Sud, e l'altro su quello di tergo, a Nord.
Sul Costone dei Roccioni vi era ancora tutto da fare quanto ad apprestamenti difensivi. I Carabinieri, sorretti dalla volontà di resistere ad oltranza, vi si dedicarono col massimo impiego. Trassero dai burroni pesanti tronchi d'albero per rinforzare i ripari, sforacchiarono la roccia e realizzarono sul Costone posti scoglio a feritoie multiple per assicurare continuità di fuoco su tutte le direzioni.
Nel settembre, le formazioni nemiche si erano attestate sul fiume Guarnò e sulle alture del Danguriè, creando una particolare minaccia alle posizioni dei Carabinieri sullo «Sperone del km. 39». Afflussi nemici si erano manifestati anche nella vallata del Gumerà ad interdizione delle comunicazioni con Gondar, per cui il caposaldo di Culqualber era rimasto praticamente isolato ed assediato.
Per alleggerire la pressione nemica furono organizzate varie sortite, durante le quali i Carabinieri garantirono la inviolabilità del caposaldo, intervenendo talvolta per fronteggiare i contrattacchi.
Con l'assedio, il rifornimento viveri era cessato. (fonte www.carabinieri.it)