CULTURA - 26 ottobre 2022, 18:12

Quella ferrovia con le “stellette”

Il Reggimento Genio Ferrovieri lo aveva assegnato alla stazione di Pont Saint Martin. Da qui inizia il racconto che si riallaccia a questo 4 novembre, festa delle Forze Armate

Quella ferrovia con le “stellette”

Quei due binari filavano diritti verso le cime innevate, tra traversine dal legno consunto ed il gorgogliare della Dora, a pochi passi dalla linea ferrata. Cosi’ deve essere apparso a papa’, siciliano di Enna, lo scenario oltre 80 anni fa, quando arrivando dalla Caserma Cavour di Torino scopri’ per la prima volta la Valle d’Aosta. Il Reggimento Genio Ferrovieri lo aveva assegnato alla stazione di Pont Saint Martin. Da qui inizia il racconto che si riallaccia a questo 4 novembre, festa delle Forze Armate.

La linea che da Chivasso sale fino ad Aosta fu fortemente legata per moltissimi anni alla presenza dei militari del Genio Ferrovieri, che iniziarono ad occuparsi del suo esercizio fin dal 1 gennaio 1915 (quasi alla vigilia della discesa in campo dell’Italia nel primo conflitto mondiale) e, ininterrottamente la gestirono fino all’armistizio dell’8 settembre 1943.  Dopo la seconda guerra mondiale, il grigioverde torno’ a popolare le stazioni della Valle (Aosta compresa) dal 1 luglio 1965 e fino al 27 settembre 2001 quando la gestione della linea torna a Ferrovie dello Stato.

Quante generazioni di ferrovieri si sono forgiate su questi binari, innevati d’inverno e splendidamente baciati dal sole durante la primavera e l’estate. Le stazioni divennero piccole caserme, dove al termine del servizio ci si ritirava per il riposo, con i pranzi e le cene, frugali come in ogni casa italiana nel periodo bellico, organizzati in un contesto quasi familiare. Soldati-ferrovieri di ogni Regione d’Italia popolavano dunque la linea, fieri alla guida delle belle macchine a vapore o facendo capolino con la loro bandiera verde o rossa dal loro piccolo ufficio ricavato all’interno delle piccole stazioncine.

Ricordiamole allora: Pont Saint Martin, Donnas, Bard, Arnad, Verres, Montjovet, SaintVincent, Chatillon, Chambave, Nus, Saint-Marcel, Quart e Aosta. Dal cassetto dei ricordi personali ho tratto due fotografie che ritraggono papa’ (secondo da destra) ed i suoi commilitoni in posa plastica e sorridente sulla locomotiva a  vapore del Gruppo 625,  ed una dalla quale si scorge il fabbricato viaggiatori della stazione di Pont Saint Martin.

 

Il bianco e nero sbiadito ci riporta ad uno scorcio di Valle d’Aosta d’altri tempi, ma ci ricorda anche come questo territorio ha accolto con riconoscenza e rispetto quei ragazzi d’Italia che, facendo esperienza, sarebbero diventati l’ossatura del trasporto ferroviario negli anni della ricostruzione e del boom economico.

I militari del Genio espletarono sia in tempo di pace che in tempo di guerra gestendo con rigore ed efficienza il servizio ferroviario di intere comunita’ e di una Regione che su quell’asse di ferro, in bilico tra il Piemonte e la vicina Francia, ha basato per anni il proprio successo economico. Proprio per questo emerge forte come il servizio militare ha dimostrato in tanti anni la propria utilita’ anche in tempo di pace, e puo’ essere il motto, quanto mai d’attualita’, per questa giornata di ricorrenza delle Forze Armate: gli uomini in armi per difendere la pace.

A prima vista pare essere un ossimoro ma, soprattutto in questo periodo della nostra vita, esso riveste ancor piu’ un messaggio di speranza perche’ non si rinunci mai alla concordia tra i popoli.

Giuseppe De Carli

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