Il primo viene da Alessandro Bruno, ex-giocatore di Basket in serie A1 con la Virtus Bologna (ma anche con la Scavolini Pesaro ed altre formazioni di A2 e B). Adesso è responsabile della Petite Ferme du Bonheur a Doues.
-Il mondo non è fatto solo di una palla dentro ad un canestro – ha detto Alessandro, 130 chili e 2 metri e 07 di altezza – ci sono anche altri valori. Ho smesso relativamente presto di giocare per rendermi più utile verso chi era stato meno fortunato di me.-
Dopo aver girato mezza Italia ad infilar canestri, rientra in Valle ed inizialmente promuove una Cooperativa sociale. Poi costruisce una casa a Doues e, spinto dalla voglia di aiutare concretamente la sorella più giovane affetta da problemi intellettivi, apre un centro – dove i ragazzi non vengono solo parcheggiati, ma li stimoliamo ad essere attivi. A sentirsi utili.-
E la Petite Ferme du Bonheur ora è un riferimento per molte famiglie che approfittano dei Laboratori estivi per offrire ai loro ragazzi (con problematiche ma anche senza problemi) un’esperienza unica. –E’ da piccoli, stando insieme, che si impara che le differenze ci sono, ma non sono un ostacolo. Questo è il primo passo da superare se si vogliono costruire relazioni nuove.- Ha ricordato Alessandro.
Il secondo messaggio è venuto dalla giovanissima Elénoire Bredy (20 anni) che sin da 16 anni ha scelto di vivere praticamente da “militare”. Prima come allieva presso la Scuola Navale Morosini di Venezia, poi presso la Scuola Allievi Carabinieri di Firenze.
-Molti mi chiedono se queste mie scelte non siano dettate dalla passione per le divise. Non è così. O, almeno, non solo così. Credo che anche noi giovani dobbiamo fare qualcosa per metterci al servizio del nostro Paese e, per quanto mi riguarda, per mettermi al servizio di coloro che ne hanno bisogno. Per le fasce di popolazione più indifesa. Per garantire maggiore sicurezza a tutti.-
Ancora due begli esempi di giovani con idee chiare. Persone da prendere ad esempio. Dopo Gaia Tormena ed Elwis Chentre, gli Amici dell’Abbé Henry hanno fatto centro un’altra volta con Elénoire ed Alessandro che, durante la serata, hanno strappato diversi applausi al pubblico presente.
Adesso l’ultimo appuntamento, giovedì 18, con un’altra bella storia. Tutta locale. Scritta duna decina di ragazzi che nel 1996 facevano parte della squadra che partecipò ad una delle ultime edizioni dei Giochi Senza Frontiere. E dopo 26 anni saranno ancora tutti lì a raccontare e far rivivere la loro esperienza.