“E’ in avvio l’iter di riforma della non autosufficienza, con presentazione del Disegno di Legge delega da parte del Governo e successiva discussione in Parlamento. Occorre unire le forze per arrivare ad una riforma, attesa da oltre 20 anni, che risponda alle esigenze dei 3,8 milioni di anziani non autosufficienti e delle loro famiglie”, lo affermano le circa 50 Organizzazioni del “Patto per un nuovo welfare sulla non autosufficienza” che hanno elaborato una Proposta finalizzata ad arricchire il Disegno di legge delega, articolata su cinque messaggi fondamentali: arrivare ad una riforma ambiziosa; superare la frammentazione delle misure e dei servizi; dare risposte diverse ai diversi bisogni; puntare a percorsi di assistenza semplici ed unitari; conseguire la tutela pubblica della non autosufficienza. Ne è cuore l’istituzione di un Sistema Nazionale di Assistenza agli anziani non autosufficienti che, attraverso il coordinamento Stato-Regioni-Comuni, integri idonee prestazioni sanitarie e sociali a favore anche delle famiglie.
La riforma punta a promuovere la permanenza degli anziani nel proprio domicilio, garantendo le prestazioni sociali e sanitarie in un’ottica integrata, riconoscendo la funzione di cura psico-sociale del caregiver familiare, promuovendo la domiciliarità anche attraverso la diffusione delle cosiddette Soluzioni Abitative di Servizio (previste dal PNRR; individuali, in coabitazione, condominiali o collettive) che garantiscano sicurezza e qualità di vita agli anziani ed integrino servizi di supporto alla socialità e alla quotidianità, servizi alla persona, ausili tecnologici e tecnologie di assistenza. E per le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) la proposta del Patto prevede misure che ne riformino organizzazione e operatività a garanzia di appropriatezza delle cure e qualità della vita.
“La riforma propone una nuova governance delle politiche per la non autosufficienza, affidata al Sistema Nazionale Assistenza Anziani (SNA), che punti a costruire una filiera di risposte differenziate e complementari (servizi residenziali, semiresidenziali, domiciliari, trasferimenti monetari, adattamenti delle abitazioni, sostegni ai caregiver familiari e alle assistenti familiari), semplificando l’accesso all’assistenza pubblica, definita attraverso una valutazione iniziale e un percorso unitario all'interno della rete del welfare”.
La riforma prevede, altresì, l’istituzione di una Prestazione Universale per la Non Autosufficienza che assorbe l’indennità di accompagnamento e alla quale si accede in base al bisogno di cura: “la logica è quella di differenziare l’importo in base al fabbisogno assistenziale. Oggi, in Italia il contributo economico per gli anziani non autosufficienti è di 520 euro mensili, in Germania si arriva a 901 euro in rapporto al fabbisogno di assistenza”. (Fonte Cittadinanzattiva VdA)





