L’esplosione dei costi dell’energia elettrica e del gas fa tremare l’economia delle famiglie italiane e mette in ginocchio le Imprese ad iniziare da quelle della ristorazione e dell’ospitalità alberghiera, per non parlare delle numerose attività di lavorazione delle materie prime.
Questa rivoluzione economica insopportabile deve trovare rimedi immediati perché avviene mentre la pandemia economica ha già falciato i miseri bilanci di chi vive e lavora in Italia. Al bando qualsiasi polemica sulla mancanza di visione degli ultimi 30 anni con la sudditanza alle forniture estere, alcune delle quali – vedi Libia – sono state sottovalutate per via di una politica estera miope e di interventi militari che potevano benissimo essere evitati.
Circa dodici milioni di famiglie sono ai bordi della povertà, crescono le file alla Caritas, i Comuni d’Italia caposaldo delle nostre Istituzioni civili spengono le luci per mandare un segnale al Governo: è inutile costruire un piano di rinascita mentre si demoliscono le basi stesse della produzione – vedi il caso di Murano che è una eccellenza sostituita oggi dalle paccottiglie cinesi – e anche quelle del vivere quotidiano di quanti già trovavano difficile affrontare i costi di luce e gas aggravati dai così detti “oneri di sistema”, una insalata di nuovi balzelli che offende il buon senso degli Italiani.
Le misure messe in campo dal Governo Draghi mostrano una giusta attenzione, ma sono del tutto ininfluenti ed inconsistenti, ragione per la quale occorre affrontare il tema con un piglio maggiore, cioè con vere soluzioni.
Il turismo è in ginocchio, l’usura avanza, i problemi non vanno solo enunciati ma risolti: di questo, tutta l’Europa deve farsi carico, mentre l’Italia come ha bene fatto Draghi deve aprire un dialogo concreto e diretto con il Presidente Putin per rinnovare e riattivare le forniture a costi accessibili.
La tradizionale amicizia tra il popolo Russo e quello Italiano non può fare altro che favorire la pace di cui tutti abbiamo davvero bisogno.





