ATTUALITÀ - 05 gennaio 2022, 13:00

Anno nuovo, vita vecchia e freschi rincari nell’Italia che cresce

Nuovi orizzonti di storicità richiamano alla memoria il Christus patiens di Cimabue compromesso dall’alluvione del 1966 e poi restituito a nuova vita da abili restauratori

Anno nuovo, vita vecchia e freschi rincari nell’Italia che cresce

Il capodanno italiano apre una nuova pagina di storia delle nostre istituzioni messe a dura prova dalle pandemie economiche, sanitarie e morali: ecco perché non sarà facile restituire a nuova vita questa seconda Repubblica alluvionata da un malessere politico scolpito da polemiche e da divisioni ben lontane dagli interessi degli italiani. Entra nel vivo il problema dell’elezione del Capo dello Stato dopo la fine del settennato più difficile della recente storia repubblicana.

Entra nelle bollette del gas e della luce un aumento esagerato dei costi già alti nel primo semestre del 2021: i rincari sono il timbro di una scarsa attenzione ai costi ed ai prezzi, ma anche la prova di un ritardo in tema di produzione energetica per il sistema delle imprese e per il consumo delle famiglie italiane. Potevamo copiare dalla Francia, ma siamo rimasti fermi alla propaganda ecologica, quella che si recita nei comizi.

Se pensiamo al parco alberghiero italiano già penalizzato dal Covid ed ai pesanti rincari di luce e di gas che si aggiungono al calo vertiginoso delle presenze, abbiamo una prima istantanea della crisi che incombe sul turismo italiano. Aggiungiamo che il Nord produttivo è il protagonista del nuovo libro di Nicola Gratteri e di Antonio Nicaso intitolato “Complici e colpevoli”, edito da Mondadori: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Lombardia, Veneto, Trentino Alto Adige sono oggetto di un insolito interesse manifestato dalla malavita del Sud.

Con questi chiari di luna, stiamo per eleggere la nuova guida dello Stato, mentre le riforme stentano a decollare e lo stato sociale manda segnali di nuove povertà imbottigliate in logiche perdenti perché mancano di vera solidarietà. Il fallimento della politica presenta un conto salato agli italiani e fa rimpiangere i ritmi della prima Repubblica, quando il voto popolare aveva un peso sugli equilibri del potere: allora, al tempo di La Pira e di Fanfani si costruivano case popolari, mentre oggi vediamo occupazioni abusive ed i piccoli proprietari sono oberati dalle tasse. Scrivono Nicola Gratteri ed Antonio Nicaso nel “prologo”: “La linea d’ombra tra politica e corruzione perde sempre più spessore, quasi a diventare invisibile, impermeabile”.

Sulla tomba di Cimabue è inciso un epitaffio che può essere di aiuto per la politica italiana: “Cimabue credette di tenere il campo della pittura; così fu finché visse. Ora, invece, tiene le stelle del cielo: nunc tenet astra poli”.

gianfrancofisanotti@gmail.com

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