CRONACA - 14 dicembre 2021, 13:27

Allerta in Valle d'Aosta per cinghiali contagiati da trichinella. I sintomi

Il parassita è stato rinvenuto durante gli usuali controlli obbligatori sui suidi allevati e cacciati in Valle d’Aosta. Sintomi, diagnosi e prevenzion

foto repertorio

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La trichinellosi (detta anche trichinosi) è una zoonosi causata da vermi cilindrici (nematodi) appartenenti al genere Trichinella, un parassita che inizialmente si localizza a livello intestinale per poi dare origine a una nuova generazione di larve che migrano nei muscoli, dove poi si incistano.

Il servizio di Igiene degli Alimenti di Origine Animale, afferente al Dipartimento di Prevenzione dell’Azienda Usl, informa che nello scorso fine settimana è stata rilevata la presenza di Trichinella in un cinghiale abbattuto durante l'attività di caccia.

Il parassita è stato rinvenuto in seguito ai controlli che obbligatoriamente sono effettuati dai Veterinari dell'Ausl della Valle d'Aosta su tutti i suini e i cinghiali allevati o cacciati.

Il prelievo è stato fatto dai Veterinari della SC Igiene degli alimenti di origine animale dell’Usl e la diagnosi dalla sezione di Aosta dell'Istituto Zooprofilattico Sperimentale.

“La Trichinellosi è una rara malattia che può interessare anche l'uomo e che, nei suidi, dal 2001 è stata rinvenuta in Valle d'Aosta solo quattro volte, l'ultima nel 2012.

Si tratta di una malattia parassitaria sostenuta da un nematode del genere Trichinella in grado di infestare mammiferi, uccelli e rettili, soprattutto se animali carnivori o onnivori (come volpe, lupo, faina, cane, gatto, maiale, cinghiale e equino) – spiega il Direttore della Sc Igiene degli alimenti di origine animale, dott. Emilio Bazzocchi.

Il contagio per gli animali e l’uomo avviene per via orale tramite l’ingestione di carni infestate".

Nonostante si facciano controlli obbligatori per la sua prevenzione nonché per l’eradicazione dal territorio regionale risulta fondamentale la collaborazione dell’utenza ed in particolare dei cacciatori”.

Un utile opuscolo esplicativo è già da tempo disponibile sul sito dell'Usl al seguente link: 

http://www.ausl.vda.it/download.asp?file=/elementi/www2016/pubblicazioni/2019_pieghevole_trichinella.pdf

Modalità di trasmissione
La trasmissione all'uomo avviene esclusivamente per via alimentare, attraverso il consumo di carne cruda o poco cotta contenente le larve del parassita. In Italia, il veicolo di trasmissione è la carne suina (maiale o cinghiale), equina e più raramente di carnivori selvatici (volpe). La trichinosi non si trasmette da persona a persona.

Il periodo di incubazione è generalmente di circa 8-15 giorni, ma può variare da 5 a 45 giorni a seconda del numero di parassiti ingeriti.

I sintomi e la diagnosi

Nell'uomo il quadro clinico varia dalle infezioni asintomatiche a casi particolarmente gravi, con alcuni decessi. La sintomatologia classica è caratterizzata da diarrea (che è presente in circa il 40% degli individui infetti), dolori muscolari, debolezza, sudorazione, edemi alle palpebre superiori, fotofobia e febbre.

La diagnosi viene suggerita dalla presenza di marcata eosinofilia (fino al 70%), leucocitosi, aumento degli enzimi muscolari (Cpk) e confermata attraverso esami sierologici, o biopsia muscolare positiva per Trichinella.

Prevenzione

La trichinellosi può essere prevenuta osservando le seguenti misure igienico-sanitarie:

  • la carne va consumata ben cotta, in modo che le eventuali larve presenti vengano inattivate o distrutte dal calore (è sufficiente 1 minuto a 65°C). Il colore della carne deve virare dal rosa al bruno
  • la selvaggina e i maiali macellati a domicilio devono essere esaminati da un veterinario per determinare l'eventuale presenza delle larve del parassita nelle carni
  • se non è noto se la carne è stata sottoposta a esame trichinoscopico, è bene congelarla per almeno 1 mese a -15°C: un congelamento prolungato, infatti, uccide le larve
  • nel caso si allevino maiali, impedire che mangino la carne cruda di animali, anche ratti, che potrebbero essere stati infestati dal parassita
  • quando si macella la propria carne in casa, pulire bene gli strumenti
  • salatura, essiccamento, affumicamento e cottura nel forno a microonde della carne non assicurano l'uccisione del parassita.

ascova

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