Lo scultore Donato Savin è stato invitato ad esporre le sue opere presso il prestigioso Museo Archeologico “Francesco Ribrezzo” di Brindisi dal 13 novembre prossimo al 9 gennaio 2022. Una mostra antologia che ripercorre attraverso le trenta opere esposte tutto il percorso artistico dello scultore “cogneinze”.
Negli ultimi cinque anni di attività Savin ha esposto in sedi prestigiose di tutto il territorio nazionale: a Torino, nel Museo Nazionale della Montagna, (2017) , ad Aosta, nel Museo dell’area megalitica di Saint-Martin-de-Corléans, a Trento in occasione del Film Festival, con le sue opere esposte nel cortile di Palazzo Thun, nel Museo Civico di Belluno nell'ottobre 2019/gennaio 2020. Entrato a far parte del movimento artistico degli “Arcani”, sostenuto dalla Galleria SangiorgioArte, coordinata e diretta dal Dottor Antonio Lagioia, nel 2021 partecipa ad una grande collettiva in Umbria a Deruda, nella “Antica Fornace Famiglia Grazia”.
La mostra di Brindisi arriva quindi a coronamento di una attività artistica di grande prestigio che sta facendo scoprire Savin a livello internazionale, è in preparazione per l'anno 2022 una grande esposizione dell'artista nelle prestigiose sale del Museo della Cultura Materiale di Tarragona in terra catalana.
Donato Savin è nato a Cogne in Valle d'Aosta nel 1959, dove vive con la sua famiglia nella frazione di Epinel, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso. Il legame con il Gran Paradiso e le montagne emerge dal suo modo di essere: uomo di montagna legato alla sua terra e alle sue radici e i materiali artistici con cui si esprime sono la pietra ed il legno dei boschi che lo circondano.
Nel legame forte tra la comunità e il territorio trova la sua ispirazione. Nel fiume Grand Eyvia la materia per le prime creazioni; una pietra di tufo con cui realizza la sua «prima opera d’artigianato artistico» raffigurante un pastore. Una scelta forse dapprima casuale diviene poi elemento fondante di rappresentazione creativa: Gneiss del Gran Paradiso, granito, dolomnia, magnetite della miniera di Cogne, marmo verde di Runaz, marmo bardiglio.
Donato Savin nel suo laboratorio all'aperto a Epinel da questi materiali taglia ed elimina il superfluo, intaglia per sagomare, estrae le sue creature come una levatrice, dal grembo della pietra e del legno. Senza fornire etichette possiamo dire che la scultura di Savin è di scuola europea in bilico tra la figurazione e l’espressionista informale. In realtà, è arduo definire questi oggetti taglienti e svettanti dell'artista; statici eppure mossi; astratti eppure espressivi, simili a corazze di guerrieri in vedetta che sprigionano un’energia misteriosa che l'artista possiede dentro la sua anima.
Tre grandi steli dell'artista saranno poste sulla piazza del Museo Archeologico di Brindisi a guardia della città di Enea, sculture che faranno da contraltare alle tre figure quasi mitologiche poste a guardia dell'antica porta romana sulla via dell'Helvetia, un omaggio dell'artista al Museo Archeologico di Aosta, sulla piazza Roncas, dove sul pavé troneggiano tre grandi “Steli” di Donato Savin.