"Una riunione interlocutoria su una situazione molto complessa, per la quale non si può pensare di trovare una soluzione in un giorno, ma da parte di tutti c'è la volontà di risolvere". Questo il commento reso all'agenzia Dire dalla consigliera regionale del Progetto civico Progressista-PcP Chiara Minelli, all'indomani della riunione alla quale hanno partecipato i sette consiglieri regionali del Pcp e i rappresentanti delle tre forze politiche che compongono il progetto, Partito democratico, Area democratica e Rete civica.
All'ordine del giorno la spaccatura interna al gruppo consiliare che mercoledì scorso, 20 ottobre, ha portato al blocco dei lavori del Consiglio Valle. Il gruppo si riaggiornerà all'inizio della prossima settimana, dopo un consulto interno alle forze politiche.
Per Minelli, Pcp "aveva ed ha l'ambizione di riunire le forze progressiste e di puntare sui contenuti programmatici, coinvolgendo quante più persone possibile, per essere di supporto agli eletti e condividere, dall'esterno, il loro percorso all'interno delle istituzioni, in uno stretto rapporto di collaborazione" e così è per "l'assemblea e il Tavolo di Pcp, gli organismi a cui da eletta io faccio costantemente riferimento". Purtroppo, aggiunge, "fra i consiglieri eletti questa idea di Pcp è minoritaria", in particolare gli eletti del Pd e il suo commissario Umberto d'Ottavio, a seguito di alcune recenti dichiarazioni agli organi di stampa, "non fanno mistero di considerare Pcp un mero cartello elettorale, una coalizione nata per affrontare le elezioni del 2020, una sorta di tram che ha permesso al Pd valdostano ridotto ai minimi termini di 'risorgere'" e senza il quale "non sarebbe stato in grado di affrontare, nemmeno dal punto di vista della formazione della lista, visto che ha faticato a trovare dei candidati per contribuire alla lista" del progetto.
Oltre a non considerarlo un partito -il che è vero "ma questo non significa non avere degli organismi interni che si riuniscono regolarmente e lavorano allo scopo di far crescere il progetto progressista, ampliandolo e aprendolo ad altri soggetti politici e a singoli cittadini"- D'Ottavio "dice poi che i suoi interlocutori naturali 'sarebbero' Rete civica e Area democratica e non l'assemblea di Pcp, che ha solo potere consultivo, anche se solo qualche giorno fa ha affermato che gli interlocutori naturali sono gli autonomisti", sottolinea la consigliera. Affermazioni queste che per Minelli denotano "una scarsissima conoscenza del progetto, anche una fenomenale arroganza, inaccettabile da parte di una forza politica che è rientrata in Consiglio regionale grazie al lavoro di tutto Pcp".
Infine per Chiara Minelli "al Pd fa comodo dire 'noi non abbiamo capito il senso di quanto accaduto' e addossarne le responsabilità alla sottoscritta e alla collega Guichardaz, senza ammettere che l'indebolimento del progetto politico è venuto da chi non ci ha creduto, da chi per sua stessa ammissione, non ha mai pensato a Pcp in questi termini" ma come "un cartello elettorale, da mettere in un angolo dopo il 21 settembre 2020".