Aosta Capitale - 21 ottobre 2021, 08:00

Sette Torri di storia e cultura della Capitale della Valle d’Aosta

Domenica 24 Ottobre 2022, nel centro storico di Aosta, si svolge il 34esimo Trofeo Sette Torri, gara podistica nazionale a staffetta 3×4 km. Ma la gara podistica è anche l’occasione per scoprire in monumenti che testimoniano il passato

Piazza Chanoux (aostalife)

Piazza Chanoux (aostalife)

La gara si snoda nel centro storico di Aosta fiancheggiando la cinta muraria di “Augusta Praetoria”, che era intercalata da venti torri con funzione sia difensiva che decorativa, che nel corso dei secoli furono adattate a dimore, trasformate e ristrutturate e che ora sono testimoni di un passa ricco di storia e cultura. 

Oggi la manifestazione sportiva, che nel corso degli anni ha attirato un numero di partecipanti sempre crescente, tocca sette delle torri erette in epoca Romana a difesa della città, visibili lungo il percorso.

Un percorso accessibile a chiunque voglia scoprire l’Aosta antica. Infatti, palcoscenico della partenza è piazza Emilio Chanoux, dove, nel 1352, sull'area che oggi è occupata da piazza Chanoux, Amedeo VI di Savoia fece costruire il complesso monastico di San Francesco, che comprendeva una chiesa a tre navate, un campanile alto quasi 40 metri e un chiostro.

La struttura rimase pressoché inalterata fino al 1835, anno in cui iniziarono i lavori di edificazione del municipio. Gli ultimi resti del monastero vennero demoliti l'anno successivo, quando anche il campanile fu abbattuto mediante l'uso di esplosivi. Oggi la piazza che si trova a nord del municipio è chiamata piazza San Francesco.

Nel 1924 viene inaugurato il monumento al soldato valdostano[1], in sostituzione a quello dedicato al medico Laurent Cerise, spostato ai giardini pubblici di avenue Conseil des Commis.

Andando verso sud, nei pressi della stazione ferroviaria  la prima torre che si incontra è la Tour du Pailleron (“Pagliaio”, a dimostrazione della sua antica funzione), unica  – oltre a quella del Lebbroso – ad aver parzialmente conservato il suo aspetto originario e l’antico disegno romano. Lungo il lato meridionale delle mura romane si può osservare la torre meglio conservata della cinta, chiamata “del Pailleron” poiché fu a lungo utilizzata come pagliaio.

La torre, a pianta quadrata e aperta su ciascuno dei quattro lati da sei grandi finestre, tre per ogni piano, è collegata ad un tratto di mura che nel medioevo fu aperto per ricavarvi la cosiddetta “porta ferrière”.

In seguito ai danni provocati da un incendio, alla fine del XIX secolo la torre fu oggetto di un accurato restauro con l’impiego di laterizi, posto in opera da Alfredo d’Andrade.

Svoltando verso est si giunge alle rovine era una delle torri frontali romane di “Augusta Praetoria” e durante l’età di mezzo venne occupata da una famiglia nobile che prese il nome della località “Plovia”, tra i più antichi toponimi della città di Aosta, che vi risedette sino al 1334. Attualmente, i pochi resti della torre emergono nel traffico cittadino, poiché alla metà del XX secolo venne praticata una breccia per consentire al traffico veicolare e pedonale di raggiungere via Torino, allora agli inizi della sua espansione urbanistica.

Si prosegue quindi verso nord si raggiunge via Hotel des Monnaies (oggi via Antica Zecca), si incrocia la Porta Pretorria e la Tour Fromage, costruita probabilmente tra il XI e il XII secolo e occupata dai nobili De Casei (francesizzato poi in Fromage che si affaccia su Teatro Romano.

Si prosegue ancora verso nord e si raggiunge la Torre dei Balivi (o “Tour du Baillage”), situata in via Guido Rey, all’angolo nord-orientale della cinta muraria romana, costruita nel Medioevo sulle strutture della preesistente torre romana.

Nel 1263 Guglielmo De Palatio vendette la torre al Conte Pietro II di Savoia che, a decorrere dal 1430, la destinò a residenza dei Balivi, gli amministratori della città, nonché a carcere. In seguito, a partire dal 1626, i Balivi preferirono trasferirsi in un edificio più idoneo (Palazzo Roncas) e il complesso, rimaneggiato, mantenne unicamente la funzione di prigione, che conservò fino al 1984.

Attualmente l’edificio ospita i locali della scuola musicale “Conservatoire de la Vallée d’Aoste”.

L’itinerario prosegue verso ovest percorrendo via san Giocondo di raggiunge Piazza Roncas, sede del Museo regionale; si imbocca via Tourneuve dove si innalza l’omonima torre situata all’angolo fra via Tourneuve e via Monte Solarolo, l’antica torre cilindrica, munita di merlatura e di porta ad altezza di sicurezza, emerge nella parte nord-occidentale delle mura romane, in questo tratto ben conservate e isolate in un’area verde.

Citata in documenti come possedimento degli Challant che, investiti della carica di visconti di Aosta, controllavano tutta la cinta sud-occidentale delle mura, fu poi ceduta ai Signori De Turre Nova, da cui prese il nome. Si prosegue verso sud fiancheggiano il lato este della nuova università e si giunge in piazza Della Repubblica da dove si imbocca il decumano. Fatti pochi metri si svolta a destra e si raggiunge la Torre del Lebbroso, antico bastione romano. La Torre del Lebbroso venne trasformata in residenza feudale dai nobili Friour, dei quali si ha notizia dal 1191.Nel corso del ‘400 fu costruita la torre scalare sul lato nord per permettere un più comodo accesso ai piani e aperte le finestre in pietra sul lato sud.

Dopo alcuni cambi di proprietà fu acquistata nel 1773 dall’Ordine Mauriziano che vi ospitò il lebbroso Pietro Bernardo Guasco, originario della città di Oneglia, la cui permanenza nella Torre fu resa famosa dalle pagine del romanzo “Le lépreux de la cité d’Aoste“, scritto nel 1811 dal nobile savoiardo Xavier de Maistre.

Infine si percorre prima verso sud e poi verso ovest via Stévenin da dove si raggiunge via Bramafam si trova all’angolo tra via Bramafam e viale G. Carducci, lungo il lato meridionale della mura romane.

Denominato Castello di Bramafam, ma comunemente designato come torre, il monumento mostra un bastione a pianta circolare, alla cui base sono ancora visibili i muri romani e parte della torre che fiancheggiava la Porta Principalis Dextera, su cui fu innnalzato intorno al XII-XIII secolo.

Inizialmente la torre fu proprietà dei nobili di Challant che, con la carica di visconti di Aosta, controllavano tutta la cinta sud-occidentale delle mura e che, dopo aver ricevuto nel 1295 il feudo della valle di Challand, divennero la più importante famiglia nobiliare della Valle d’Aosta.

La casa forte passò successivamente nelle mani del Conte di Savoia.

Nel corso dei secoli successivi subì ulteriori vari passaggi di proprietà, perdendo la sua importanza rappresentativa ed amministrativa, fino a subire l’abbandono definitivo nel XVI secolo.

Per spiegare l‘origine del nome di questa torre, a tutt‘oggi sconosciuta, una leggenda narra che un membro della famiglia Challant, per gelosia, vi avrebbe rinchiuso la moglie, che ivi sarebbe morta, gemendo e lamentandosi per le sofferenze patite a causa della fame (brama fam). Altri, invece, attribuiscono questa denominazione al fatto che, per un certo periodo, il complesso ospitò il granaio pubblico, cosa che indusse la popolazione di Aosta, in seguito ad una grave carestia, a radunarsi ai piedi del maniero implorando cibo.

Un’altra versione è quella che vorrebbe questa torre indicata come Porta Biatrix dal nome di Beatrice di Ginevra, moglie di Godefroi de Challant; tuttavia nessun indizio storicamente affidabile può avvallare tale tesi.

Il percorso prosegue verso l’omonima via fiancheggiando il parco giochi dei bimbi si raggiunge via Festaz, dopo pochi metri, all’altezza del Palazzo della Regione, si svolta a sinistra si imbocca via Gramschi che porta a via De Tiller nel cuore del centro storico dove si svolta a destra e si raggiunge nuovamente piazza Chanoux il salotto di Aosta. (fonte testi e foto Fidal Vda - Aostalife - Lovevda - Areasport)

ascova

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