"Una cosa tra le tante che proprio non possiamo accettare è l'ingiustizia, la profonda umiliazione di vedere un'insegnante, un fedele lavoratore di qualunque azienda, allontanati come appestati dal luogo di lavoro".
A parlare è Alessandra Ghisla, consulente in diritto amministrativo, scolastico e privacy e cofondatrice del Comitato spontaneo di cittadini all'indirizzo www.tuteladirittosoggettivo.it e alla pagina Facebook https://www.tuteladirittosoggettivo.it/?fbclid=IwAR2oWD6xOK_IUt2YN0tuNxwMWqHQaLEZV6-OmQyUwz8v3wIG4GcCqqPMVE8 che ha diversi sostenitori anche in Valle d'Aosta.
Impegnata sin dai tempi della legge Lorenzin nell'affermare il diritto alla libertà di scegliere o meno un trattamento sanitario (sua la nota chat https://t.me/liberacoscienza che su Telegram ha oltre 10mila iscritti), Alessandra Ghisla da anni svolge un'incessante opera di comunicazione e consulenza gratuita su Telegram e altre app social oltrechè fra i contatti del sito web.
In questi giorni il Comitato ha avviato una raccolta fondi per sostenere le spese legali di un ricorso al Giudice del lavoro ("il primo di una serie, mi auguro" afferma Ghisla) che si annuncia 'epocale', unico nel panorama dei ricorsi contro le norme anti Covid finora tutti o quasi prontamente rigettati dai tribunali.
Il legale di riferimento del Comitato sta preparando gli atti a tutela dell'impiegato di una multinazionale che Alessandra Ghisla non esita a definire vittima di una sorta di 'molestia vaccinale'.
"L'azienda inizia a inviare messaggi ai dipendenti di recarsi dal medico del lavoro per dimostrare di essere stati vaccinati - spiega la referente del Comitato - poi questa richiesta viene sostituita da un semplice modulo su cui il lavoratore deve dichiarare la vaccinazione. Il dipedente nostro ricorrente non è vaccinato, gli viene detto che sarà sospeso e che da lunedì 6 settembre non potrà più varcare i cancelli aziendali. Da giorni per lui era già tabù la mensa. Questa per noi è una discriminazione orribile che si sta ripetendo, moltiplicata, ogni giorno in tutta Italia. Vediamo persone lasciate fuori dalla loro sede lavorativa, allontanate dalla loro cattedra. Messi alla gogna pubblica di fronte a colleghi e familiari quando eventualmente i provvedimenti di sospensione e allontanamento per quanto ingiusti avrebbero dovuto essere notificati loro nella riservatezza di uno studio medico, in totale privacy. E tutto questo solo per aver effettuato una scelta tutelata da consenso informato sul rifiutare o meno un trattamento farmacologico preventivo come lo so le vaccinazioni.
Il ricorso al Giudice del lavoro che Alessandra Ghisla e l'avvocato del Comitato stanno preparando non ha precedenti nella storia legale delle controversie Covid. Si tratta di un atto di cento pagine, ricco di allegati, che contesta sul punto dal primo Dpcm del Governo Conte emesso nel gennaio 2020 sino alle ultime disposizioni sui green pass.
Ricorso capillare, dettagliato e ovviamente costoso, al quale presto potrebbero aggungersene altri due, uno di un docente e l'altro di un medico, entrambi sospesi dal servizio. Ad oggi il Comitato ha raccolto già 6000 euro grazie alle donazioni dei membri, ma ne servono tanti di più.
"Sia chiaro - precisa Ghisla - nessuno qui intende negare l'emergenza Covid, anzi. Semplicemente siamo decisamente contrari all'abolizione tout court dei Diritti fondamentali dell'Uomo nel nome di una 'emergenza sanitaria' il cui perimetro oggi è tutto da dimostrare (non c'è al momento in Italia un solo Comune in emergenza epidemica) e contro la quale altri Paesi europei si stanno muovendo diversamente dal nostro".
Secondo la battagliera esponente del Comitato, questo ricorso rappresenta "un precedente unico per gli avvocati che intendono affrontare la questione legale del Covid".
E' stata dunque aperta una sottoscrizione e una raccolta di fondi intestata direttamente ad Alessandra Ghisla all'indirizzo web www.tuteladirittosoggettivo.it con Iban IT81O3608105138257117157124.
"Il denaro raccolto sarà utilizzato unicamente per le spese legali del ricorso - tiene a precisare Alessandra Ghisla - il Comitato non tratterrà per sé nemmeno un solo euro".





