CULTURA - 15 luglio 2021, 10:30

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

Appuntamento settimanale del giovedì con Gianfranco Fisanotti sui temi dell'autonomia valdostana, sulla sua evoluzione, sulla sua involuzione, sui personaggi che hanno creato le premesse e su chi non ha saputo valorizzarla

L’AUTONOMIA VALDOSTANA E’ UN DIRITTO O UNA CONCESSIONE AI SUDDITI “INTRA MONTES ?”

UNA FOLLA IMPRESSIONANTE ACCOGLIE MUSSOLINI AD AOSTA “L’ALTARE E LA PATRIA”

Nel 1939 Mussolini inaugura ad Aosta il monumento alla Lupa: una folla impressionante lo accoglie sorridente con la partecipazione di tutte le categorie sociali, come si vede dalla documentazione fotografica della “Provincia di Aosta” di quell’anno: l’adesione corale al fascio durerà compatta fino al 25 luglio del 1943. Nel 1943, sul settimanale “Augusta Praetoria”, escono in lingua italiana articoli dei Canonici Bréan e Bovard ed anche di Emile Chanoux…. inizia un timido accenno al “valdostanesimo”.

Sul “Bollettino diocesano” di gennaio – febbraio 1944 esce un articolo sul “Patriottismo del Clero” con l’esortazione del Vescovo di Cuneo ai cittadini di adempiere ai loro doveri. Come si vede, siamo in presenza di una linea comune di piena affezione al regime, mettendo insieme solidamente l’altare e la Patria. Dal canto suo, Imberti lancia appelli per un deciso anticomunismo allo scopo di salvare sia la religione che la patria. Questa opposizione netta al comunismo da parte della Chiesa Valdostana si manterrà oltre la Liberazione e nel dopo guerra quando Mons. Maturino Blanchet giungerà persino a scomunicare coloro che, rompendo nel 1953 un’alleanza storica tra l’Union Valdôtaine e la Democrazia Cristiana, si erano alleati con il Partito Comunista Italiano e, tra di essi, l’Avvocato Severino Caveri Presidente  dell’U.V.

Sul Presidente Severino Caveri e sulla sua importante scelta di trasformare l’U.V. (fondata nel settembre del 1945 ) da Movimento a vera e propria forza politica organizzata, ho scritto a lungo nel mio libro “Jean Fisanotti ed il mondo dell’Imprimerie Valdôtaine” (2016) distribuito anche alle Biblioteche della Valle d’Aosta nel capitolo “Mon souvenir du Président Caveri”.

I PRIMI CONTATTI CON I PARTIGIANI

I primi contatti con i partigiani vedono tra i protagonisti il Capitano degli Alpini Giovanni Jans, Andrea Pautasso (il Comandante Bert della banda di Vertosan iscritto alla F.U.C.I), Chanoux, Monsignor Edoardo Brunod segretario del Vescovo Imberti e Don Faustino Vallainc , ma entrano in campo anche Celestino Perron (Tito) che controlla la Valtournenche ed il Maggiore Giuseppe Cavagnet nella Valle di Cogne. Imberti continua la crociata anticomunista e nella pastorale per la Quaresima paventa “la distruzione completa della civiltà cristiana”.  Alessandro Passerin d’Entrèves sul n. 34 del 1° settembre del 1943 di “Augusta Praetoria” auspica che “i nomi dei nostri Paesi, sostituiti o modificati in un recente passato, ritornino ad essere quali sono stati per i secoli”.  Iniziano, così, i primi fermenti autonomistici in modo contestuale ai preparativi di un cambiamento democratico ed istituzionale anticipatore delle lotte per una vera Autonomia della Valle d’Aosta: come vedremo, sarà un percorso ad ostacoli che troverà uno sbocco appena sufficiente – ma insoddisfacente – nella Costituzione della neonata Repubblica Italiana.

BREAN: “CRISTO E’ STATO OPERAIO”

Dal canto suo, Joseph Bréan dopo la notizia dell’armistizio insiste a dire che “La Chiesa è al di sopra e al di fuori di ogni regime politico…” e scrive articoli come “Costruire”, “L’avvenire è dei lavoratori” con frasi storiche del tipo “Cristo è stato operaio”. Consigliato sia da Imberti che da Stevenin, il Can. Bréan fugge in Svizzera il 26 maggio del 1944 (tornerà solo 13 mesi dopo nel luglio del ‘45): l’ultimo articolo che scrive prima di mettersi in salvo esce il 15 maggio del 1944 sul n. 12 di “Augusta Praetoria”. La RSI ed i Nazisti reagiscono con furia agli attacchi del movimento partigiano: a poche ore dalla Liberazione della Valle d’Aosta nell’aprile del 1945 i fascisti locali assassinano Don Prospero Duc parroco di Chesallet. La tendenza della Chiesa di fronte al rivolgimento in corso va nella direzione di un sicuro anticomunismo e di un rifiuto netto dei fermenti annessionisti già presenti nelle forze partigiane guidate da Mésard (Ollietti) che però non crede al separatismo.

VERSO IL CONVEGNO DI CHIVASSO “L’EUROPE DEVRAIT, EN GRAND, ȆTRE LA SUISSE”

Nel luglio del 1943 sui “Cahiers dell’Union Valdôtaine” editi dall’Imprimerie Catholique lo stesso Bréan da notizia di un Comité de Libération e tra i membri fondatori,  oltre ad Emile Chanoux, figurano l’Ing. Lino Binel, l’Avv. Ernest Page, il Geom. Flavien Arbaney, Amédé Berthod, Emile Lexert, i fratelli Caveri, Luigi Berton, il Can. J.M. Levèque e lo stesso Bréan. Dopo l’8 settembre, Chanoux e Page partecipano al convegno di Chivasso per gettare le basi delle richieste in vista della caduta del fascio. In un articolo apparso postumo e pubblicato dall’U. V. n. 33 del 4 luglio 1947, tre anni dopo il martirio, Emile Chanoux scriveva: “Aujourd’hui la Suisse est en petit ce que l’Europe devrait être en grand, après al guerre. L’Europe devrait, en grand, être la Suisse”.

UN’IDEA GUIDA: IL FEDERALISMO

Non v’è dubbio che la portata socio culturale e politica del Convegno di Chivasso esca dai confini valdostani poiché coinvolge Osvaldo Coisson per le Valli Valdesi (Torre Pellice), intellettuali di peso come Giorgio Peyronel ed Alberto Mario Rollier del Politecnico di Milano, Malan e Pons che li ospita nella sua dimora. Fra gli organizzatori di questo meeting che farà storia anche il Prof. Federico Chabod: il suo lungo memoriale intitolato “La Valle d’Aosta, l’Italia e la Francia” sarà la base del progetto di Statuto che verrà poi “concesso” alla Valle d’Aosta. Durissimi gli attacchi di Chabod alla Francia “esempio tipico dello stato accentratore, quello che ha servito di modello agli altri”.

Gian Franco Fisanotti/ascova

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