CRONACA - 28 maggio 2021, 12:23

Scampò al mattino alla tragedia dell'ovovia di Champoluc, morì al pomeriggio nel rogo dello 'Statuto'

La funivia del Crest (immagine tratta da archivio blog Caveri per concessione)

La funivia del Crest (immagine tratta da archivio blog Caveri per concessione)

In questi giorni in cui è viva l'emozione per la tragedia funiviaria di Stresa torna alla mente il ricordo di quella altrettanto spaventosa e dolorosa avvenuta a Champoluc il 13 febbraio 1983. E non solo perchè l'orrore vissuto 38 anni fa sembra legato da un filo rosso a quello di oggi: quel giorno accadde qualcosa di così particolare, una 'doppia' coincidenza così drammatica da rimanere impressa in tanti. Poi il tempo sfuma i ricordi, ma i fatti restano.

Poco prima di mezzogiorno del 13 febbraio 1983 si verificò un incidente senza particolari conseguenze sull'ovovia Champoluc-Crest che trasportava migliaia di sciatori alle piste della vallata: uno degli ovetti in salita si sganciò scivolando dopo un breve tratto dalla partenza; incolumi anche se un pò spaventati i passeggeri: l'impianto venne fermato e successivamente riavviato. Nell'intervallo di tempo intercorso, tra i primi due piloni una cabina perse l'aggancio al cavo traente, scontrandosi con la successiva; la cabina numero 12, dopo un sussulto si sganciò dalla fune portante e scivolò all’indietro, impattando contro il primo pilone e creando un effetto domino sulle altre due cabine che la seguono; tutte e tre si staccarono dalla possente fune e precipitano da un altezza di venti metri. Morirono undici sciatori; come al Mottarone si salvà solo un bambino, di nove anni.

Il 29 enne torinese Maurizio Maria Verna la mattina di quel 13 febbraio 1983 partì dal capoluogo piemontese per andare a sciare a Champoluc: in attesa di salire su un ovetto, Verna lasciò il posto a un'altra persona. Pochi minuti dopo, il disastro. Sconvolto, il giovane lasciò la Valle e tornò a Torino.
Inqiuieto, tra il dolore e la gioia per lo scampato pericolo, nel pomeriggio per scacciare dagli occhi le immagini di Champlouc decise di andare a vedere 'La Capra', un film leggero con Gérard Depardieu, proiettato alle 17,30 al 'Cinema Statuto'. Durante la proiezione, verso le 18,15 un incendio divampò da una tenda e si propagò all’interno della sala, uccidendo 64 persone per l’intossicazione dovuta alle sostanze chimiche rilasciate dalle tende, dalla moquette e dalle poltroncine; le uscite di sicurezza erano chiuse a chiave per evitare che qualcuno potesse entrare senza biglietto. Maurizio Maria Verna fu tra le vittime.

Due tragedie così generalmente rare da compiersi che invece avvengono nello stesso giorno a cento chilometri di distanza; una persona che scampa miracolosamente alla prima e muore senza scampo nella seconda.

Qualcuno, con ragionato cinismo, in quegli anni a Torino coniò il termine 'la Regola di Verna' per intendere che se qualcosa ti deve accadere un certo giorno, quel giorno ti accadrà. Poi è arrivata la Legge di Murphy di portata popolare mondiale e della 'Regola di Verna' ci si è dimenticati. Ma i fatti, così come le coincidenze incredibili, restano.


pa.ga.

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