Il Consiglio comunale di Jovençan si è riunito ieri sera in presenza, nella sala consiliare e con tutte le precauzioni imposte dalla pandemia. Tra i 12 punti all’ordine del giorno, di cui 4 interpellanze presentate dal nostro gruppo, ci sembra urgente segnalare l’approvazione di un documento intitolato “Nuovo indirizzo di programma per la valorizzazione del comune di Jovençan”, un documento probabilmente scritto a più mani in un italiano che grida vendetta e nel quale, partendo dall’idea più che condivisibile del valorizzare le peculiarità del nostro territorio anche a fini turistici, tutto il ragionamento si costruisce attorno all’asserzione, più volte ripetuta, secondo la quale a Jovençan mancherebbe “un’identità locale chiara”, con la precisazione che “il Comune di Jovençan in questi anni ha posto le basi per la creazione di una propria identità locale che lo caratterizzi e lo contraddistingua […] puntando sulla filiera degli antichi rimedi”. Ma di chi e di cosa stiamo parlando?
Vally Lucianaz
Abbiamo cercato inutilmente di far capire quanto sia grave affermare che il nostro paese non abbia una sua identità. Abbiamo cercato di spiegare che un’identità non si crea, né si impone. Abbiamo cercato di far notare quanto molte delle dichiarazioni riportate nel documento siano false, non veritiere o ingannevoli, poiché mettono ripetutamente in secondo piano tutta l’attività agricola che da sempre caratterizza davvero il nostro paese (allevamento bovino e produzione di latte, fontina e formaggi vari, frutteti e produzione di mele, vigneti e produzione di vino, ecc.) per dare la ribalta ad un’attività che nella realtà di Jovençan non esiste, se non alla Maison e al Jardin, giustamente voluti in Regione, ad Aosta, poiché rappresentativi di tutta la Valle d’Aosta, e non certo di Jovençan, e in un’azienda agricola con sede nel nostro paese ma la cui produzione è probabilmente non a caso tutta al di fuori del nostro territorio.
Henry Quendoz
Abbiamo segnalato che il documento in questione dice il falso anche quando sostiene che “i soggetti coinvolti nel progetto di creazione identitaria del Comune […], oltre all’Amministrazione, sono le strutture ricettive, le aziende agricole e la Maison”. Poiché sappiamo per certo che almeno le aziende agricole non ne sanno ancora niente! E soprattutto non sanno che approvando questo documento la maggioranza comunale ha deciso, non solo di “dar vita a un’identità locale rurale”, ma anche di creare il brand (che poi è un marchio che detto in inglese fa più quelli che sanno) “Jovençan, le Pays des Anciens Remèdes – Jovençan, il Paese degli antichi rimedi”, dove le maiuscole inutili e sconsigliate abbondano, dove il numero di parole è talmente troppo che non si leggerà certo su un logo di pochi millimetri e dove sorge per la prima volta anche la traduzione in italiano di una denominazione ormai conosciuta da tutti in francese…
Dina Quendoz
Per non dire della conclusione del documento, laddove si annuncia che “tutto ciò che rappresenterà l’immagine, la vocazione e la percezione da parte di chi si approccia a Jovençan dovrà essere coordinata e legata al brand” in oggetto, peraltro già tranquillamente citato in alcuni video diffusi dalla Maison e in una delibera della Giunta comunale del 21 aprile scorso (Affidamento servizio assistenza relativa alla promozione e valorizzazione del territorio di Jovençan – Sviluppo del brand “Jovençan le pays des anciens remèdes”). Quindi, che ne sarà di coloro che, pur lavorando e producendo a Jovençan, non vorranno aderire al marchio? E che ne sarà di coloro che producono e produrranno antichi rimedi in Valle d’Aosta, ma non sul territorio di Jovençan o la cui azienda non avrà sede a Jovençan? Peraltro, basta la sede per avere il marchio?