Alla sorella Aleksandra e alla madre Mariana la domanda muore in gola: chi e perchè ha ucciso la nostra amata Elena? E subito alla mente ne sale un'altra: quando sarà catturato l'omicida? Chi dovrà dare loro le risposte e dovrà far giustizia sta lavorando incessantemente per arrivarci prima possibile.
Elena Raluca Serban, 32enne romena residente a Lucca ma da meno di un mese trasferitasi ad Aosta e, secondo gli inquirenti, inserita negli ambienti delle escort (non risulta alcun impiego fisso regolare) è stata assassinata sabato 17 aprile - con ogni probabilità nel pomeriggio - con un solo fendente di coltello alla gola, una ferita profonda che l'ha dissanguata.
Mentre lei agonizzava nel sangue, chi l'ha uccisa ha potuto allontanarsi indisturbato dall'alloggio al primo piano della palazzina in viale Partigiani che la giovane aveva affittato a fine marzo. Domenica mattina la porta di casa è stata trovata chiusa dai Vigili del fuoco, allertati da Aleksandra che dopo ore di telefonate a vuoto è salita dalla Toscana ad Aosta insieme al compagno. Ha una serratura 'a scrocco', ovvero la porta si blocca tirandosela dietro e dall'esterno dell'alloggio non si può più aprire.
A fianco della porta, poi, c'è un'ampia finestra che da' sulle scale e consente un'eventuale rapida via di fuga. Elena era riversa sul pavimento del bagno, seminuda. Segni di collutazione evidenti non ce n'erano, ma gli agenti della Mobile, della Squadra Sopralluoghi arrivata da Torino e della Scientifica di Aosta hanno lavorato fino alla sera di domenica raccogliendo reperti ed effettuando rilievi. L'arma del delitto non è stata trovata, tutto ciò che può essere minimamente utile alle indagini è stato però prelevato ed è sotto esame.
Le immagini della videocamera installata all'ingresso del palazzo e quelle delle telecamere presenti in zona potrebbero certamente rivelarsi utili a dare, se non un volto, almeno una 'forma' all'assassino o agli assassini. Uomo? Donna? Quanti erano? Domande ancora senza risposta ma insistenti, anche perchè con il passare delle ore dalle maglie del riserbo investigativo (le indagini sono coordinate in pool dai pm Ceccanti e D'Ambrosi sotto l'egida del procuratore capo Fortuna) trapela che l'ipotesi di un omicidio d'impeto commesso da un conoscente occasionale di Elena e residente in Valle si affianca a quella di un assassino giunto da lontano, qualcuno che potrebbe aver 'seguito' Elena ad Aosta e che, evidentemente, nutriva odio verso di lei o da lei voleva qualcosa di preciso.
Anche la rapidità e l'urgenza con la quale la sorella Aleksandra ha reagito al telefono muto di Elena lascia presagire timori concreti per l'incolumità di Elena, sebbene Aleksandra stessa pare abbia detto agli inquirenti di non sapere se e da chi sua sorella si stesse nascondendo.
Aleksandra vive a Lucca, lavora in un noto bar del centro storico, in piazza San Frediano. La madre Mariana, giunta anni fa in Toscana dalla Romania, conduce una vita piuttosto tranquilla nella località di Sant’Angelo in Campo. Per tutta la giornata di sabato Elena non aveva risposto alle telefonate nè ai messaggi delle sue congiunte; "Non lo faceva mai, rispondeva sempre", ha detto Aleksandra alla polizia.
Adesso il telefono della giovane e bella romena che appena arrivata ad Aosta aveva postato annunci offrendo sesso a pagamento su alcuni portali online è scomparso, portato via dall'assassino ma i tabulati saranno scandagliati minuziosamente dagli investigatori, così come i meandri della vita privata di Elena tra i quali, ne sono convinti poliziotti e pm, c'è il nome del suo assassino.





