Dai comuni - 09 marzo 2021, 09:45

Verrès il paese egidiano più a nord d’Italia, è uno dei 27 comuni che hanno come patrono Sant’Egidio Abate

Il sindaco di Verrès Alessandro Giovenzi domenica 7 Marzo ha partecipato in streaming alla conferenza dei comuni egidiani svoltasi a Linguaglossa in provincia di Catania

Il sindaco Alessandro Giovenzi nel corso della teleconferenza

Il sindaco Alessandro Giovenzi nel corso della teleconferenza

"Inizieremo un dialogo tra le nostre realtà per portare avanti un progetto ambizioso, esportando l’efficienza e il grande valore storico dei nostri impianti a fune". Con questa assucurazione Alessandro Giovenzi, sindaco di Verres, ha concluso la conferenza in streaming dei Municipi che condividono il santo patrono; sant'Egidio.

Verrès ha però un recorso, è il Comune egidiano più a nord d’Italia, è uno dei 27 comuni che hanno come patrono Sant’Egidio Abate.

La conferenza, svoltasi alla presenza di numerose autorità della regione Sicilia, e del prof. Salvatore Castorina, governatore della Confraternita di Sant’Egidio Abate, è stata un’occasione di importante confronto tra le diverse realtà del paese.
Il Sindaco di Verrès, ha sottolineato la volontà di portare avanti un legame di condivisione e crescita tra le comunità egidiane, in particolare con il comune di Linguaglossa, il comune egidiano più a sud.

"Siamo agli antipodi d’Italia - ha esordito Giovenzi - ma la nostra gente, guidata e protetta da Sant’Egidio è accomunata anche dalla protezione della maestosità delle montagne, se noi in Valle d’Aosta siamo preservati e custoditi dai grandi massicci del Monte Rosa e del Monte Bianco, Linguaglossa è spinta dalla forza e dall’ardore del monte Etna".

SAN EGIDIO

Protettore dell' allattamento, cavalli, disabili, degli epilettici, degli eremiti, fabbri, delle foreste, lebbrosi, delle pecore, poveri, degli sterili.

Nato da nobile famiglia in Atene, questo santo passò i primi anni della sua vita nel paese natio. Di ingegno profondo, colto, amante della pietà, ben presto si cattivò la benemerenza del popolo e dei prìncipi e con essa gli onori del mondo. Ma sprezzante di tutto, Egidio fuggì da Atene, e si recò in Francia, ritirandosi in un luogo deserto presso la foce del Rodano, per attendere con più fervore al servizio di Dio. Poco tempo dopo passò in una foresta e vi stabilì la sua dimora, vivendo in preghiera, fra austerità e digiuni. Si nutriva di erbe, di radici, di frutti selvatici, dormiva su nuda terra, e suo guanciale era un sasso. Il Signore ebbe pietà di lui in quel luogo deserto e gli mandò una cerva che gli forniva giornalmente il latte.

Scoperto durante una partita di caccia da Flavio re dei Goti, entrò nelle grazie di quel sovrano, e per i molti miracoli operati fu conosciuto in tutta la Francia sotto il nome di « santo taumaturgo ».

Spinto da tutto il popolo e pregato dallo stesso re ad abbandonare quel romitaggio per recarsi alla corte, non cedette, ma ottenne che il re gli donasse quella selva.

Acconsenti il re e vi fabbricò un monastero che regalò ad Egidio. Lì accorse gran numero di giovani desiderosi di vivere sotto la sua direzione. Il Santo prese a dirigerli nella via della santità colle regole di S. Benedetto. Con essi potè incivilire quella regione,. dissodò campi, fertilizzò terreni fino allora incolti, aprì vie di commercio e specialmente predicò Gesù a quei popoli, convertendo i peccatori e inducendoli a penitenza.

Crescendo sempre più la fama di lui, molti si stabilirono vicino al monastero così da formare una città che ora porta il suo nome. Pieno di anni e di meriti S. Egidio verso la fine del secolo VIII volò al cielo a ricevere la corona dei Beati. Più tardi, quando cioè i calvinisti profanavano con vandalico odio i santuari della Linguadoca, le preziose reliquie di S. Egidio vennero religiosamente trasferite a Tolosa ove si conservano con grandissimo onore, e la sua tomba è una fonte perenne di grazie e di miracoli. (tratto da www.santodelgiorno)

pi.mi.

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