Sei pazienti (su 56) e due operatori (su 80) della comunità riabilitativa e terapeutica Dahu di Brusson sono risultati positivi al Covid-19. Assente per malattia in questi giorni risulta il direttore del centro mentre la coordinatrice è rientrata al lavoro dopo essere guarita dal coronavirus. Le condizioni dei pazienti positivi sarebbero stabili, presentano una sintomatologia non significativa e sono tutti di giovane età, sotto i 25 anni. I medici dell'Usca, secondo quanto fanno sapere dalla comunità, vengono con regolarità a monitorizzare i casi positivi".
La struttura è stata posta in quarantena preventiva dal 24 febbraio scorso, su ordinanza del sindaco, Danilo Grivon e le visite sono quindi state sospese. Gli altri pazienti sono costantemente monitorati dai medici e dagli infermieri interni e non presentano alcuna sintomatologia né positività, ciò nonostante sono isolati all'interno dei loro nuclei e non hanno modo di avere contatti con il mondo esterno.
Secondo fonti vicine alla comunità, però, le criticità potrebbero essere maggiori e diversificate: mancherebbe personale infermieristico rispetto alla necessità minima, soprattutto nelle ore notturne e le protezioni individuali risultano 'razionate', ovvero distribuite con parsimonia eccessiva, quando poi invece molti ospiti circolerebbero in struttura privi di mascherine e senza nessuno che li aiuti a rispettare il distanziamento. Mancherebbero anche medicinali, la cui fornitura è stata recentemente richiesta senza esito.
"Che vi siano criticità è certo ma non mi risulta una situazione così fuori controllo come qualcuno vorrebbe far credere" ha detto ad Aostacronaca il direttore generale della Usl VdA, Angelo Pescarmona,
Nel resto del comune della Val d'Ayas non sono emerse ad oggi altre situazioni particolari: "Sul territorio al momento non abbiamo criticità", spiega il primo cittadino, Danilo Grivon. (