CRONACA - 28 gennaio 2021, 15:11

Tutti assolti con formula piena nel processo su frodi lavori al Parco Gran Paradiso

Dieci imputati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture, falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, violazioni delle norme paesaggistiche ed edilizie

Un gruppo di escursionisti impegnati lungo un sentiero di 'Giroparchi'

Un gruppo di escursionisti impegnati lungo un sentiero di 'Giroparchi'

'Perchè il fatto non sussiste' il gup Giuseppe Colazingari ha assolto  i dieci imputati nel processo con rito abbreviato sulla presunta frode nei lavori di sistemazione di itinerari del Parco del Gran Paradiso, costati alla Regione un milione e 300 mila euro nell'ambito del progetto Giroparchi con finanziamento europeo.

La procura (pm Carlo Introvigne) nella prima udienza del marzo scorso aveva chiesto: due anni di reclusione per Alessandro Ceccon (49) di Aosta, funzionario dell'ufficio tecnico progettazione sentieristica e cartografia dell'assessorato all'Ambiente; un anno due mesi e dieci giorni di reclusione e 2.400 euro di multa per Ennio Da Canal (60) di Quart, legale rappresentante della 'Ecoval srl'e dieci mesi per il suo direttore lavori Mauro Andrea Perino (47), di Bollengo (Torino); un anno e due mesi di reclusione per Duillio Gal (53), di Chatillon, un anno un mese e 20 giorni per Aldo Neyroz (61), di Sarre, dieci mesi di reclusione e 1.600 euro di multa per Manuel Lavoyer (40), di Pontey, tutti considerati direttori dei lavori dall'accusa; nove mesi e venti giorni di reclusione e 800 euro di multa ciascuno per i legali rappresentanti di impresa Mario Nera, di 60 anni, delle '3A spa' e '3A srl', ed Egidio Pelini (45), della 'Ecn34', entrambi di Roma, per Simona Maccarone (36) di San Gregorio di Catania (Catania), e Domenico Cavallaro (46), di Catania, della 'Ingegneria e ambiente srl'.

Per tutti gli imputati il pm Introvigne aveva chiesto anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e la pubblicazione della eventuale sentenza di condanna (per diversi di loro anche l'incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione). 

Accuse smontate una a una dal gup

Erano stati decine i rilievi mossi dalla procura, tra i quali: mancata installazioni di funi, soste e cartelli, staccionate posizionate vicino al parcheggio per evitare il "trasporto in elicottero", ma anche pozzetti previsti in cemento armato e realizzati "in pietrame a secco, di dubbia qualità e robustezza".

Per la "sistemazione e valorizzazione del sentiero Valnontey-Rifugio Sella", lotto 1 del progetto Giroparchi, finanziato con 843 mila euro, erano imputati per concorso in frode nelle pubbliche forniture, violazione delle normative edilizie e paesaggistiche Gal, Nera, Pelini, Maccarone e Cavallaro.

Riguardo al secondo lotto del progetto Giroparchi (sistemazione e valorizzazione del Giro della Valsavarenche, Giro della Grivola, Tour de la Vallée de Cogne e Giro della Valnontey), finanziato con 331 mila euro, erano imputati Neyroz, Lavoyer e Da Canal per concorso in frode nelle pubbliche forniture e violazione delle normative paesaggistiche.

Per i lavori di sistemazione e valorizzazione dell'Itinerario rosso, dal Col Nivolet al lago Pellaud, e dell'Itinerario blu, dal bivacco Gontier a Bruil, lotto 3 del progetto Giroparchi, finanziati con 202 mila euro, imputati Perino e Da Canal per concorso in frode nelle pubbliche forniture e violazione delle normative paesaggistiche.

Il funzionario Ceccon, "non esercitando di fatto le funzioni di responsabile del procedimento e dunque non impedendo" il "compiersi degli eventi delittuosi, era stato accusato di aver concorso nella realizzazione dei reati" contestati agli altri indagati.

Allo stesso dipendente regionale era poi contestato il concorso in falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici in tre distinti episodi e con altrettanti direttori dei lavori: una volta con Gal, una con Neyroz e un'altra con Perino. Secondo la procura avevano attestato falsamente che i lavori erano stati eseguiti in modo conforme al progetto esecutivo approvato. Secondo il giudice di falso non c'era nulla.

pa.ga.

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