"Ho presieduto l'Azienda pubblici servizi-Aps di Aosta dal 2000 al 2010 e devo dire di aver incontrato in Giulia Pasi una collaboratrice attenta, preparata e disponibile; ho promosso un suo avanzamento di carriera e di questo non mi pento affatto, anzi. Non entro nel merito delle successive gestioni dell'Azienda, ma rispetto alle notizie diffuse in questi giorni mi sono davvero stupito di leggere affermazioni così denigranti".
Così Salvatore Luberto, già vertice dell'Aps aostana, commenta la notizia diffusa lunedì da Gazzettamatin circa la sospensione dal lavoro disposta nei confronti della dirigente Aps Giuliana Pasi, resa nota dal presidente dell'Azienda stessa, Antonio Carlo Franco. Franco ha utilizzato toni di aperto disprezzo professionale nei confronti della dipendente: "non so come abbia fatto a fare carriera"; "si rileva l'incapacità della dottoressa Pasi" e via di questo passo.
Guido Grimod, già sindaco di Aosta e presidente dell'Aps dopo Luberto, così ricorda l'operato della dirigente Pasi: "Una collaboratrice propositiva, reattiva e molto competenze; sempre presente nelle iniziative dell'Azienda, pronta a dare il proprio contributo. Ho avuto con lei un ottimo e trasparente rapporto di lavoro in Aps e un confronto sempre aperto e sincero in veste di sindaco".
La notizia delle ruggini in Aps che hanno portato alla sospensione della dirigente da parte di Franco giungono all'indomani dello scontro fra maggioranza e opposizione in merito a una mozione presentata da quest'ultima, poi bocciata, che chiedeva lumi sulla progressione in carriera di una funzionaria dell'Azienda direttamente legata a un consigliere di maggioranza. Non si tratta di Giulia Pasi, che non ha rapporti diretti con nessun membro dell'Assemblea, ma di un'altra dipendente. Sulla mozione vi è stato un confronto lungo e acceso, che ha dato origine a polemiche non ancora sopite e che anzi le esternazioni di Antonio Franco hanno riacceso.
Dopo la presa di posizione di Giovanni Girardini (Rinascimento) sull'accaduto, anche il vicepresidente del Consiglio comunale di Aosta, Renato Favre (Forza Italia), ha commentato oggi con toni duri quanto accaduto nei giorni scorsi in merito alla discussione secretata di una mozione presentata dal gruppo consiliare di Rinascimento.
"Il comportamento del sindaco di Aosta - si legge in una nota di Favre - che ha diramato un comunicato stampa in cui descrive situazioni e attribuisce giudizi in merito a una discussione secretata nell'ambito dell'ultimo Consiglio comunale, ma soprattutto il modo di agire del presidente dell'Aps, che oltre ad aver reso noto sui giornali informazioni sensibili peraltro nemmeno oggetto di dibattito nel corso della stessa, ha attaccato frontalmente il ruolo dell'opposizione, dimostrano scarso rispetto istituzionale per la massima assemblea della città di Aosta. Un fatto che non si può proprio sottacere".
"Mi preme ricordare al presidente dell'Aps, società in house del Comune di Aosta - prosegue Favre - che l'attività promossa anche nei confronti di tale società rientra tra i diritti/doveri di un eletto in Consiglio comunale, a cui sono attribuiti specifici poteri ispettivi che non possono in alcun modo essere ridotti semplicisticamente a volontà di creare grattacapi o, peggio ancora, a volontà di seminare illazioni. Prova ne è che gli elementi alla base della mozione in questione sono stati trattati con serietà, delicatezza e riservatezza, almeno da parte dell'opposizione, proprio per quel rispetto istituzionale che pare proprio essere venuto meno da parte di qualcun altro".