"L'accusa elevata dal Commissario dell'Usl Valle d'Aosta, Angelo Pescarmona, nella conferenza stampa di fine anno nei confronti dei giornalisti di praticare un giornalismo puramente scandalistico è particolarmente grave perché lede l'onorabilità di tutta la categoria senza peraltro mettere in chiaro di chi e di cosa si tratti". Va all'attacco del vertice dell'Azienda sanitaria la segreteria valdostana dell'Ordine dei giornalisti, che stigmatizza le frasi usate da Pescarmona per spiegare la gaffe fatta definendo "un'inezia" il caso dei falsi positivi.
"Questo atteggiamento risulta ancora più grave - prosegue la nota dell'Ordine - se, nell'attuale situazione pandemica, con le proprie azioni si contribuisce a ridurre il flusso informativo, invece di semplificarlo e rendere espliciti contenuti già di per sé complessi. La vecchia e frusta tecnica di sparare nel mucchio non risponde a nessun sano principio informativo poiché accomuna tutti i giornalisti in accuse generiche e non circostanziate, non chiarisce i termini dei problemi né la loro dimensione né, tantomeno, individua delle soluzioni".
L'invito al commissario Pescarmona è di collaborare "con i giornalisti e non cercare lo scontro la cui unica vittima sarebbe l'informazione che spetta di diritto ai cittadini".
Ancora più dura l'Associazione stampa valdostana-Asva, che in una nota ironizza: "Abbiamo finalmente capito qual è il vero problema che pesa sulla regione che da mesi è ai vertici della triste classifica dei morti per Covid-19 pro capite e in quella dei contagiati per numero di abitanti: i giornalisti. La colpa è tutta dei giornalisti”. Sulle dichiarazioni del vertice sanitario a margine della conferenza, l'Asva stigmatizza: “Il dottor Pescarmona, rispondendo alle osservazioni di un collega sulle modalità di comunicazione esterna adottata dall’Usl, è stato chiarissimo: ‘Non volevo prendere questa occasione per togliermi i sassolini dalle scarpe, ma siete voi che siete un giornalismo scandalistico’. Tutti, indistintamente, ovvio. Brutti ceffi che, secondo il commissario straordinario, godono a ‘ingigantire i fatti perché vi piace fare giornalismo scandalistico. Se vi piace fare giornalismo scandalistico sarà colpa mia?’”.
Un attacco definito dal sindacato dei giornalisti “scomposto e verso tutto il mondo dell’informazione valdostana. Non sta a noi giudicare. Ed è proprio questo che pare sfuggire al commissario e ai vertici dell’azienda. I giornalisti non giudicano: raccontano fatti e li riportano ai cittadini. Fanno una fotografia della realtà. A volte la fotografia viene bene, a volte meno. Ma non possiamo accettare che Pescarmona o chi per lui tenti di intaccare il diritto-dovere di cronaca decidendo in maniera arbitraria cosa dovremmo o non dovremmo pubblicare. Al commissario va doverosamente ricordato che la stampa fa il suo mestiere, ossia porre domande e cercare di capire i fatti per poi raccontarli ai propri lettori. Questi fatti non sono ‘notizie scandalistiche’, si chiamano cronaca. È dovere del giornalista riportare i fatti, e se questi sono sgraditi al commissario Usl, spiace per lui. Non può dire a un giornalista cosa deve o non deve chiedere durante una conferenza stampa”.
Conclude l'Asva: “Ancora più inaccettabile l’accusa pseudo-patriottarda di ‘dare notizie a livello nazionale contro la Valle d’Aosta’. Vogliamo su questo tranquillizzare i vertici regionali dell’Usl: non esiste una macchinazione dei giornalisti valdostani, così potenti da decidere cosa far dire ai media nazionali; sono semplicemente le testate nazionali che valutano certe notizie che arrivano dalla Valle d’Aosta meritevoli di copertine e approfondimenti”.