In Valle d'Aosta l'occupazione ha risentito di più che in altre regioni dell'emergenza sanitaria nel primo semestre del 2020, con un calo del 2,9% contro una media nazionale di -1,7% e del Nord Ovest di 1,5%.
Il dato emerge dalla nota congiunturale presentata oggi dalla filiale regionale della Banca d'Italia. Il crollo dipende "dalla rilevanza che nella regione hanno i settori del commercio e turismo che hanno subito il peso maggiore della pandemia", ha spiegato Cristina Fabrizi, della divisione analisi e ricerca economica territoriale.
In Valle il tasso di occupazione è sceso di 1,5 punti percentuali ed è al 67,6 per cento. Le ore lavorate sono calate in misura ancora più rilevante, del 18 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. L'andamento complessivo dell'occupazione è il risultato da una parte di una lieve contrazione nei primi tre mesi dell'anno, a cui è seguita una più significativa diminuzione nel secondo trimestre (-5,6 per cento), superiore a quelle medie del Paese e del Nord Ovest.
"Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni e agli altri strumenti di integrazione salariale è stato molto ampio e ha consentito di contenere le ricadute negative sull'occupazione", ha aggiunto Fabrizi. Le ore di Cig autorizzate nei primi 9 mesi dell'anno hanno raggiunto un massimo storico, superando i quattro milioni, oltre 50 volte il valore del 2019.
Per Bankitalia l'economia valdostana fa registrare un calo diffuso a tutti i settori economici e una "contrazione di eccezionale intensità" a causa dell'emergenza sanitaria del coronavirus.
In particolare i settori del commercio, dei trasporti e, soprattutto, degli alloggi e ristorazione hanno risentito "in misura particolarmente rilevante della riduzione dei flussi turistici e della flessione dei consumi", scrive il rapporto, rilevando tuttavia che "nel terzo trimestre il quadro economico è tuttavia migliorato". Nel settore industriale, nei primi nove mesi dell'anno, in base ai dati del sondaggio della Banca d'Italia, il fatturato è diminuito rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente per circa i due terzi delle imprese.





