Zona Franca - 15 novembre 2020, 09:01

L'OPINIONE DI UNA LETTRICE: Mia figlia 'dimenticata' in isolamento in attesa di tampone

L'OPINIONE DI UNA LETTRICE: Mia figlia 'dimenticata' in isolamento in attesa di tampone

Hier, (dimanche 8 novembre), mon esprit se voulait encore philosophique…Jongler est le sport préféré de certains hauts-placés valdôtains!.

Et quand la balle finit par tomber, ils trouvent toujours un coupable autre que leur incapacité et externe à leur jeu! La crise sanitaire touche tout le monde. Cette fois les privilégiés n’existent pas. Et pourtant, il semblerait qu’à leurs yeux ils se trouvent toujours dans la plus mauvaise des postures, devant de fait incriminer quelqu’un ou quelque chose qui leur sauvera la mise, ou mieux, la balle...Mais se rendent-ils compte qu’ils jonglent avec les sentiments, la vie, la santé mentale des gens?

A ce jour sur le territoire de la Vallée d’Aoste d’innombrables personnes sont en attente de tampon de réponse, de soutien. Comment est-ce possible qu’un infime nombre de personnages ait créé autant de balles perdues, livrées à elles-mêmes? Les balles restent dans la course si elles sont soutenues par des actions concrètes, des interactions, des échanges, de la collaboration, des stratégies pensées à priori.

En cas de jonglage stérile et personnel, ou d’abandon de la partie, elles ne peuvent que tomber, se perdre, se casser...Le cirque aurait peut-être été un meilleur choix pour certains de nos dirigeants. Notre territoire est vaste. Retrouver toutes les balles intègres risque d’être long mais également de plus en plus difficile. Certaines d’entre elles, plus vaillantes et décidées à ne plus se faire prendre, se rebelleront. A juste titre. La crise sanitaire que nous traversons n’est pas une partie de jonglage personnel.

C’est un travail d’équipe. Ma fille est une de ses balles. Aujourd’hui (lunedi 9 novembre), la poésie s’en est allée.

Mia figlia, come tante altre persone, è a casa in attesa di tampone per essere liberata dalla sua quarantena. Fino lì, mi direte, dove sta il problema? Sta nel fatto che sono ormai 23 giorni che è a casa. Senza nessuna chiamata per sapere come sta. Nessuna risposta alle sue chiamate così come alle sue mail.

Sì, la situazione è difficile da affrontare per tutti. E l'abbiamo capito. Ma se nulla è stato pensato ed organizzato a monte, quest'estate quando lo si poteva fare con più calma, è ovvio che ora diventa molto difficile, quasi impossibile. Ne paghiamo le conseguenze quotidianamente. Sembra infatti che si vada avanti a tentoni, facendo prove giorno dopo giorno, nella confusione e nell’approssimazione. Vengono istituiti un numero telefonico ed una mail che dopo meno di un ora sono già fuori uso o per lo meno difficilmente contattabili. Un drive-in viene promesso per snellire la faccenda e ci vogliono cinque giorni per metterlo in funzione.

Ma chi chiama le persone a fare il tampone? Perchè qualcuno viene chiamato e qualcuno aspetta, ignorato e dimenticato? Perché? A cosa è servita l’estate? A fare Castelli di sabbia? Ora tale comportamento limita la libertà individuale di ognuno, lede la salute mentale e psicofisica della gente imprigionata a casa. Nulla e nessuno può ripagare la libertà perduta senza motivo.

A.F.

Gentile lettrice, mi faccio ambasciatore della sua doglianza anche perchè condivido con sua figlia l'isolamento sanitario obbligatorio e sono perfettamente consapevole del disagio e dello stress che questa situazione comporta. Esorto con Lei le istituzioni a una maggiore attenzione verso tutti, nessuno deve essere lasciato indietro. P.G.

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