Dopo ristoratori, baristi e commercianti ieri, alle 16 di oggi giovedì 29 ottobre in piazza Chanoux il sit-in mesto e silenzioso, accompagnato solo da note musicali struggenti, dei gestori e soci di scuole di danza e palestre. Tutti a protestare contro il Dpcm del 24 ottobre che per tentare di arginare l'avanzata del coronavirus ha sprangato le porte di queste realtà sociali ed economiche, alcune delle quali rischiano di non riaprirle più.
'#Vivodidanza', '#Vivodisport', gli unici cartelli in mano a grandi e piccoli seduti sul selciato del salotto buono di Aosta che in questi giorni si è trasformato in cuore della civile protesta, della rabbia pacifica ma ferma.
Dopo lunghi minuti di silenzio Katia Guidi, portavoce del gruppo spontaneo 'VDAnza' ha preso la parola al microfono: “Abbiamo rispettato sempre tutte le misure di sicurezza ma l’ultimo Dpcm ci ha imposto la chiusura forzata e senza preavviso - ha sottolineato Guidi - Durante il primo lockdown non abbiamo ricevuto un euro, abbiamo canoni e spese da pagare, insegnanti che restano a casa e questa situazione è comune al mondo dello spettacolo, del teatro, del cinema, della musica. E questo vuol dire che in Italia la cultura è morta”.
Altri interventi spontanei tra la folla, "non vogliamo morire di Covid ma nemmeno di Dpcm" ha detto il titolare di una palestra; poi tutti sono tornati pacificamente alle loro abitazioni; si avvicinano le 18 ed è come fosse coprifuoco.