CRONACA - 10 settembre 2020, 11:17

Operazione FeuDora, nove alla sbarra a novembre per la droga pesante spacciata ad Aosta

Gli arrestati nell'Operazione Feudora

Gli arrestati nell'Operazione Feudora

E' fissata per il prossimo 12 novembre al Tribunale di Aosta l'udienza in rito abbreviato per nove degli undici imputati (due hanno scelto il processo ordinario con tre gradi di giudizio) nell'ambito del procedimento penale relativo all'operazione 'Feudora' della Guardia di finanza su un giro di cocaina ed eroina in Valle d'Aosta. Tra questi vi sono, difesi dal legale aostano Giuseppe Gallizzi, il 68enne Giuseppe Nirta, nato a San Luca in Calabria e residente in Valle d'Aosta dagli anni Novanta, considerato il vertice della 'piramide criminosa'; Giuseppe Ficara, che svolgeva secondo gli inquirenti un "ruolo primario"  - e da cui dipendevano gli altri spacciatori - e sua sorella Laura Ficara.

Le indagini delle Fiamme Gialle di Aosta erano state avviate a gennaio e il 27 marzo avevano condotto all'arresto di Giuseppe Nirta e di Daniele Ferrari, 40 anni, fermati in auto e trovati in possesso di un chilo di eroina, gioielli e orologi di lusso.

E secondo i finanzieri, cooordinati dal pm Francesco Pizzato della procura di Aosta, proprio Giuseppe Nirta sarebbe il coordinatore delle attività di spaccio, distribuito poi al dettaglio tramite sodali risultanti nullatenenti (nove dei dieci arrestati sono intestatari di reddito di cittadinanza) quasi tutti residenti al Quartiere Dora di Aosta.

 

Dai primi due arresti era scaturita l'operazione scattata il 26 maggio scorso; In una intercettazione del 26 marzo, in pieno lockdown, Nirta aveva detto: "Perché adesso essendoci il virus, dobbiamo alzare il prezzo". Il riferimento - avevano ricostruito finanzieri e procura di Aosta - era al prezzo dello stupefacente e alla grande richiesta durante le settimane della 'fase uno' dell'emergenza coronavirus.

Secondo gli inquirenti il giro d'affari era di 70 mila euro al mese: gli stupefacenti - che provenivano perlopiù dalla Calabria - venivano occultati nel quartiere Dora (di qui il nome dell'operazione FeuDora ovvero 'feudo del quartiere Dora) da Nirta, pluripregiudicato e già condannato nell'ambito dell'operazione Gerbera su un narcotraffico dalla Colombia. Diversi beni della sua famiglia - due appartamenti a Quart, con garage e terreni - sono entrati in possesso nel 2017 dell'agenzia nazionale dei beni confiscati alla criminalità organizzata.

Un centinaio, secondo i finanzieri, i clienti da soddisfare con chili di droga pesante, soprattutto cocaina e la pericolossisima eroina 'Black tar' (Catrame nero). In manette a maggio erano finiti l'aostano Giuseppe Ficara, 39 anni, soprannominato 'La Belva', ritenuto il 'braccio destro' di Nirta che sarebbe invece il coordinatore e il principale approvvigionatore della droga (ma non il 'capo' del gruppo di indagati ai quali non è stata contestata l'associazione a delinquere); Ficara era stato condotto in carcere come Sebastian Luhring (Aosta, 37) e Massimo Penti (Aosta, 49) mentre ai domiciliari erano andati Christian Bredy (Sarre, 43), Adriana Chiambretti (68, Aosta, madre di Penti), Marco Casone (Aosta, 33), Giuseppe Mauri Zavaglia (Aosta, 44), Roberta Orrù (Aosta, 36) e Daniele Ferrari; a Laura Ficara (33, Sarre, sorella di Giuseppe) e a Nirta, entrambi già in carcere, è stata notificata in cella l'ulteriore misura restrittiva. L'ordinanza di custodia riporta anche il nome di Pietro Favasuli, 52 anni, residente ad Africo (Reggio Calabria), indagato a piede libero, che in accordo con Nirta avrebbe occultato oltre un chilo di eroina nel furgone di un ignaro autotrasportatore: la droga sarebbe così 'salita' dalla Calabria alla Valle d'Aosta, dove Nirta l'avrebbe poi prelevata dal camion. 

 

Non tutto filava liscio

Gli inquirenti nel corso delle indagini hanno intercettato dialoghi a conferma dell'attività di spaccio, nonchè episodi in cui pare non tutto filasse liscio per il gruppo di spacciatori. "Avanzo soldi da tutti - si lamentava Nirta con Ficara 'La Belva' - tu fai il conto di quello che c'ho io fuori e vedi se ho guadagnato qualcosa di soldi...". Ficara gli rispondeva con tono di chi è sicuro di sé: "Tanti me li prendo io..." e poi parlando di uno spacciatore che secondo lui era troppo esposto: "Tutti i suoi clienti li conosco io. Ma ne ha tanti tanti lui. Se ne avrà cinquanta io ne ho venti, massimo quindici, i migliori...i papiri...".

p.g.

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