CRONACA - 05 giugno 2020, 10:36

Bimba muore in ospedale dopo cinque giorni di coma, la burocrazia chiede il pagamento del ticket per 'prestazioni non urgenti'

Bimba muore in ospedale dopo cinque giorni di coma, la burocrazia chiede il pagamento del ticket per 'prestazioni non urgenti'

“Addebito ticket per prestazioni di Pronto Soccorso ritenute non urgenti”. Questa la motivazione della raccomandata inviata dalla Usl VdA a due genitori di Aosta che poco più di tre mesi fa hanno perso la figlia, Valentina Chapellu di 17 mesi, morta dopo cinque giorni di coma. La piccola era entrata all'ospedale Beauregard in 'codice bianco' l'11 febbraio; ne uscì sei giorni dopo in una bara bianca. E come potevano i genitori, distrutti dal dolore, ricordarsi di pagare quel ticket di accesso che come prevede il tariffario sanitario costa 30 euro in quanto considerato 'non urgente'? La macchina della burocrazia funziona sempre e non guarda in faccia a nessuno quando deve prendere e così, spiegano i vertici della Usl, anch'essi colpiti e dispiaciuti per l'accaduto, "l'emissione della richiesta di pagamento tardivo del ticket è stato un automatismo del quale non ci siamo resi conto e a cui nessuno ha pensato, ci scusiamo con la famiglia della bambina e al di là della cifra indicata cercheremo comunque di rimediare annullando il ticket". 

"Non ho mai pubblicato o commentato nulla sulla tragedia che ha colpito la mia famiglia nel mese di febbraio- ha postato sul suo profilo Fb il padre di Valentina - ma oggi mi sento in dovere di farlo, poichè il fatto mi ha particolarmente toccato ed alterato. Il 17 febbraio mia figlia di un anno e mezzo è venuta a mancare dopo essere stata 5 giorni in coma; a partire da metà gennaio era stata portata al pronto soccorso diverse volte (tra cui la sera dell'11 febbraio) a causa di febbre alta e malessere generale che persistevano, senza aver mai ricevuto visite più approfondite o un ricovero ospedaliero".

Nella serata del 12 febbraio, ricorda il papà, "la bambina ha avuto un arresto respiratorio, è stata trasportata all'ospedale Beauregard dal 118 e poco dopo è andata in coma, fino al triste epilogo di qualche giorno dopo. Ora sono in corso delle indagini per capire se ci sono, o meno, delle responsabilità da parte dell'azienda sanitaria (per la vicenda quattro pediatri sono indagati per omicidio colposo). Trovo però alquanto vergognoso e disgustoso ricevere oggi un sollecito per il mancato pagamento del ticket sanitario per l'accesso al pronto soccorso dell'11 febbraio: la bambina stava male ma è stata dimessa prescrivendoci l'areosol. Circa 24 ore dopo quell'accesso la nostra bambina è andata in coma e non si è più svegliata...".

Il genitore ne fa una questione di principio etico: "E io dovrei pagare 30 euro di ticket per aver portato mia figlia al pronto soccorso, sentendomi dire che era solo influenza, ed averla poi riportata a casa ridotta a cenere dentro un contenitore?". 

p.g.

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