E’ stato di una sobrietà talmente elegante, semplice e al tempo efficace, che il messaggio per il 25 Aprile pronunciato da Alessandro Giovenz, sindaco di Verres, ha fatto riscoprire i valori della Resistenza e l’eroismo di tanti martiri da troppi dimenticati.
Dopo aver ricordato che quest’anno la celebrazione del 25 aprile si svolge in un clima molto complesso e delicato a causa dell’emergenza sanitaria che sta colpendo il nostro pianeta, Giovenzi ha evidenziato come “stiamo vivendo ormai da molti giorni, un distanziamento sociale obbligatorio ed un isolamento che ci hanno permesso di interrogarci sul forte significato e valore della libertà, e ci siamo accorti che è proprio in questi momenti, come bene diceva il politico e scrittore italiano Pietro Calamandrei La libertà è come l’aria: ci si accorge di quanto vale quando comincia a mancare”.
Quella libertà ha sottolineato il primo cittadino che i nostri avi hanno conquistato con il prezzo del sangue e del sacrificio, “ci sembra d’un tratto svanire; emergono così le grandi fragilità dell’uomo e delle comunità, che da queste situazioni devono trovare la forza di ripartire, tornando ad essere fieri e consapevoli della loro storia; anche noi, oggi, in qualche modo stiamo scrivendo una pagina di storia, che i nostri figli e nipoti leggeranno sui libri nel prossimo futuro”.
Ha quindi rivolto un auspicio e richiamato alla responsabilità dicendo: “Questo tempo deve tornare a farci riflettere profondamente su quello che è il vero senso di appartenenza ad una comunità, il rispettare ed onorare le proprie radici, e l’importanza del nostro agire quotidiano; perché proprio come dice il detto latino “Homo faber suae fortunae” siamo noi gli artefici del nostro destino; così come i partigiani, lottarono e difesero le loro idee e i loro ideali arrivando ad ottenere la tanto attesa libertà del paese e dei territori che tanto amavano, noi oggi siamo chiamati a compiere azioni e sacrifici che segneranno per sempre il nostro destino e quello delle comunità in cui viviamo ed operiamo”.
E ancora un invito: “Viviamo appieno i nostri territori; conquistati e difesi con la vita dai nostri eroi del passato, e a cui oggi troppo spesso non si da la giusta importanza. Ricordo che la Resistenza valdostana, in un quadro politico frammentato tra regime, annessionismo e separatismo, ha rappresentato la speranza di dar luce ad uno slancio nel dopoguerra, ad un’identità valdostana e ad una forma di autogoverno che tutt’oggi vivono”, ricordanco che “il nostro passato rappresenta la storia che ci guida, ci orienta nelle nostre scelte quotidiane, è molto più viva di qualsiasi altra disciplina; non può esistere una società seria e preparata, che non abbia coscienza e conoscenza della propria storia. Gestiamo con tenacia e audacia gli avvenimenti del nostro presente, cercando di sognare un futuro di serenità e di unione”.
Per il sindaco di Verres se non sappiamo dedicare tempo ai nostri sogni più grandi, se non sappiamo impiegare le nostre risorse per la solidarietà a servizio dei grandi valori della libertà, fraternità e uguaglianza, allora il nostro futuro è realmente limitato.
“Ma noi siamo valdostani – ha rima marcato - siamo italiani, abbiamo sempre sostenuto i grandi valori etici, abbiamo nelle tradizioni le nostre radici, abbiamo in mano un presente lasciato dalle grandi gesta dei nostri genitori e nonni, ed oggi dobbiamo lottare per lasciare un futuro dignitoso alle nuove generazioni”. Ha quindi esortato tutti: “ Ricordiamo ed onoriamo il nostro passato, viviamo attivamente e concretamente il presente e progettiamo e costruiamo con dignità il nostro futuro”.
Ed ha concluso augurando un Buon XXV Aprile citando la poesia di Giuseppe Ungaretti “Per i morti della Resistenza”, certo che la luce tornerà presto a risplendere in tutte famiglie. “Qui vivono per sempre gli occhi che furono chiusi alla luce perché tutti li avessero aperti per sempre alla luce. (Giuseppe Ungaretti, Per i morti della Resistenza)
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