Pongo queste riflessioni non come responsabile regionale politico di un partito ma da semplice cittadino sperando che il diritto di esprimere un’opinione possa essere ancora consentito senza essere tacciati di fare spot elettorali. Le elezioni, peraltro, si sono ormai allontanate e dovrebbero indurre tutti a un sussulto di operatività ammainando le rispettive bandiere ed ambizioni personali.
A breve scaleremo purtroppo la hit parade nazionale al primo posto per rapporto numero abitanti/contagiati. In questa grave situazione manca clamorosamente un Commissario organizzativo perché con tutto il rispetto per la persona del Dr. Montagnani non si può considerare tale in questo ruolo - se si intende veramente cambiar marcia - lo stesso primario che ha gestito finora questa emergenza.
Del resto tra il commissario straordinario nazionale o tra quelli nominati dalle altre regioni nessuno fra loro è un medico bensì trattasi di tecnici con comprovata esperienza, abituati a destreggiarsi nei settori amministrativi e nei rapporti con funzionari a Roma e con le Forze dell’ordine. E, invece, ancora niente! Per i nostri responsabili politici sembra sia imprescindibile presentarsi 1 volta al giorno in una conferenza stampa surreale a leggere bollettini riportanti numeri via via più desolanti che potrebbero essere diramati dall’ufficio stampa regionale coadiuvato da quello dell’AUSL.
Nessuna nuova anche rispetto alle interlocuzioni con lo Stato per cogestire e non subire indecorosamente per una Regione Autonoma il rinvio ineluttabile delle elezioni regionali dopo che quelle comunali sono già state rinviate chissà quando il consiglio regionale le autorizzerà. Questo passaggio, annunciato e perso nelle nebbie, è la conditio sine qua non per poter riesumare per necessità ed urgenza un consiglio decaduto e dare alla regione un governo di salute pubblica che possa affrontare con pieni poteri la tremenda crisi economica che si sta abbattendo sulle nostre imprese.
Tra queste, purtroppo, è già evidente che alcune non ce la faranno nonostante si “annuncino in futuro” interventi che dovranno essere varati in primis dalla Finaosta. Quest’ultima, cardine e motore finanziario della nostra regione, deve farsi trovar pronta a lavorare a pieno regime ed in sintonia dei suoi dirigenti apicali non appena il consiglio regionale sarà in grado di legiferare.
Ed invece che succede? Praticamente tutte le forze politiche litigano sulla persona che è stata peraltro già nominata ufficialmente lo scorso 2 marzo senza che nessuno allora, tranne ADU, obiettasse alcunchè. Ora, in piena emergenza sanitaria ed economica, invece di dimostrare unità in un momento terribile e concentrare gli sforzi unanimi sulle priorità evidenti, il principale problema di quasi tutto l’arco politico è il disquisire (perché poi con 15 giorni di ritardo?) sulle conseguenze ipotetiche di future pronunce di Bankitalia o richiedere chiarimenti urgenti sulle procedure attestanti la regolarità formale di una nomina, oltretutto tecnica.
Di fronte a questo triste scenario mi chiedo se l’obiettivo della ricostituzione dell’attuale consiglio regionale decaduto - da me per primo avanzato fino ad oggi come ipotesi prioritaria - sia l’unica o la miglior soluzione tecnicamente possibile per il bene della Valle D’Aosta, dei suoi cittadini e
delle sue imprese per fronteggiare questo momento cruciale della nostra vita.





