CULTURA - 11 marzo 2020, 11:38

Un bel libro di Simone Nigrisoli alla faccia del Coronavirus

Il giornalista scrittore regala il suo libro “Walk This Way: La subcultura hip hop dagli Stati Uniti all’Italia”, sperando che possa aiutare qualcuno a superare al meglio questi giorni in cui siamo costretti a stare a casa

Simone Nigrisoli

Simone Nigrisoli

“Il merito principale di questo lavoro è quello di partire dalle fondamenta della subcultura Hip Hop per ritornare al suo sviluppo in Italia, cui è dedicato un intero capitolo, inquadrando il caso nazionale nel contesto europeo, per poi analizzarne le caratteristiche distintive rispetto alla matrice nordamericana, le innovazioni felici, le tensioni e le contraddizioni interne”.

Dalla prefazione di Roberta Bartoletti

Nessun genere musicale è mai riuscito a creare così tanta arte e cultura al di fuori del suo contesto, come ha fatto il rap. Questo è stato possibile grazie al fatto che la musica rap affonda le sue radici in una formidabile “subcultura”, nata a New York agli inizi degli anni Settanta e poi diffusasi in tutto il mondo dalla metà degli anni Ottanta in poi”.

Partendo dalle fondamenta di questo fenomeno culturale, o meglio, “subculturale”, il saggio di Simone Nigrisoli mette in luce gli aspetti e i processi che hanno portato l’Hip Hop a rappresentare uno dei movimenti musicali (e non solo) più interessanti degli ultimi quarant’anni.

Dai suoi primi passi, mossi nei sobborghi delle metropoli americane, fino al suo approdo in Europa e in gran parte del mondo.

Un lavoro significativo che si auspica possa interessare non solo gli addetti ai lavori e il loro pubblico ma anche chi, a livello accademico, studia le molteplici forme delle produzioni socio-culturali umane.

"Per mia natura non riesco a starmene zitto e farmi i fatti miei. Per come sono fatto - spiega Simone Nigrisoli - se vedo un’ingiustizia devo fare qualcosa, anche a costo di rimetterci o passare per antipatico. In questi giorni, mentre c’è in ballo la salute di un’intera nazione, attorno a me, ho assistito al festival dell’individualismo e del qualunquismo".

Un esempio?

"Sportivi che invitano turisti in Valle d’Aosta con l’hastag #coronavirusesageriamo, un’orda di turisti a sciare come se niente fosse in una regione dove eravamo a zero contagi, “giornalisti” che fanno promozione alle attività che violano le direttive del decreto e stanno aperte".

Contesta il consumismo...

"Profitto, profitto, profitto e guai se si ferma l’economia perché l’unica cosa che conta è che devono girare i soldi, anche a costo della vita e della salute delle persone. Penso che in questi giorni alcune persone hanno dimostrato davvero più che mai la loro pochezza intellettuale".

Quindi?

"Se vogliamo tutti tornare alla normalità dobbiamo metterci in testa che siamo parte di una comunità e non esistiamo solo noi, i nostri bisogni e le nostre esigenze".

Per questo ha messo disposizione il libro?

"Sì; probabilmente non avrebbe venduto chissà quante copie ancora (anche perché io non sono nessuno per fare questo) , ma dopo il mio gesto ho visto alcune case editrici fare la stessa cosa. Quindi almeno posso dire di aver dato un input.

Il suo consiglio?

"Non facciamo cazzate, restiamo a casa e dimostriamo al mondo intero che noi italiani, saremo anche un po’ pazzerelli, ma quando ci mettiamo d’impegno possiamo dimostrare al mondo intero che siamo capaci di imprese impossibili.

Walk This Way: La subcultura hip hop dagli Stati Uniti all’Italia

Simone Nigrisoli è un giornalista pubblicista iscritto all’ordine della Valle d’Aosta. Abita a Roma, dove svolge le attività di giornalista, scrittore e fotografo. Ha studiato a Urbino nella città di Raffaello Sanzio, dove si è laureato in Scienze delle Comunicazioni all’Università Carlo Bo. Nella sua carriera ha collaborato diversi anni con il Resto del Carlino, scrivendo nelle pagine di arte, cultura, cronaca e politica.

 

https://www.dropbox.com/s/tpssog9j2ja4y0i/Lasubculturahiphop_.pdf?dl=0&fbclid=IwAR26Mgzip2Cin5eS7KhgAO_fQoqGDfuoQk0c_B4xLOtfmb307RYu9heEyR0

red. spe.

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