AMBIENTE - 22 febbraio 2020, 10:20

Clima Cogne: 25 anni di dati, 2019 con alcuni record, ma in sostanza una certa stabilità

Il 2019 è stato comunque più siccitoso rispetto al 2018, dove erano caduti oltre 800 mm. I numeri medi storici sono degni delle aree più siccitose d’Italia e l’Abbé Vescoz, climatologo, abate valdostano e fondatore della “Petite société alpine de Cogne”, aveva ben ragione a chiamare la Valle d’Aosta “Île de sécheresse”

Clima Cogne: 25 anni di dati, 2019 con alcuni record, ma in sostanza una certa stabilità

Era il 1995 quando veniva installata a Gimillan, a 1.785 m.s.l.m., la stazione meteo-climatica automatizzata della rete regionale di monitoraggio e in gestione alla ARPA VdA. La stazione si trova su una terrazza nella parte più occidentale della frazione di Cogne di fronte al Gran Paradiso e al Monte Bianco e da ormai 25 anni raccoglie dati preziosissimi dati per la scienza e per la ricerca sul clima.

Ogni anno, come Comune, andiamo ad analizzare i dati di questa stazione che ha una delle serie di misura più lunghe e accurate della Valle di Cogne con lo scopo di capire, in tempi di cambiamento climatico, cosa sia successo. Ovviamente su un territorio vasto come Cogne, con 213 km2, la stazione e i suoi dati non possono essere completamente rappresentativi per un territorio così variegato e con diverse valli, ma di certo ci può dare una buona indicazione sullo stato del clima cognein.

Tornando all’analisi del 2019 si registrano due record (da quando sono iniziate le registrazioni), il primo dal punto di vista termico e cioè il 27 giugno, alle 14, quando si è registrata una media oraria di ben +29,9 °C. Il record precedente apparteneva al 7 agosto 2015 quando si toccarono i +29,7 °C. Dunque si è sfiorata la soglia “proibita” dei +30°C a quasi 1.800 m.s.l.m. Il secondo record è invece legato alla pluviometria e cioè quando il 10 giugno, alle 20, quando si sono scaricati ben 20 mm di pioggia in un’ora. Il record precedente orario era sempre del 2015, quando il 17 agosto 2015 alle 15, caddero 17,2 mm. Molti ricordano la grande quantità di fulminazioni che caddero quella sera di giugno su Cogne e da una stima indicativa si pensa a circa un migliaio.

Sicuramente un fenomeno non così comune, anche se non avendo registrazioni di fulminazione è difficile stimare quale possa essere la frequenza di questi fenomeni, anche se può apparire un fenomeno non così frequente. Abbiamo inoltre anche verificato negli anni che quando si superano i 14 mm/h si attivano alcune colate detritiche.

Il 10 giugno 2019 ha lasciato a terra circa 70 mm di pioggia che sono quasi il doppio della precipitazione cumulata a gennaio, febbraio e marzo dello stesso anno e quindi in 90 giorni. Bisogna però dire che l’inverno è comunque molto siccitoso in generale. Giugno 2019 è stato all’apparenza un mese molto particolare con due estremi, ma nonostante ciò le medie mensili sia dal punto di vista termico che pluviometrico non presentano nessun record storico.

Dal punto di vista della temperatura media il 2019 è stata invece abbastanza vicino alla media, +5,44°C su una media storica di +5,29°C, il dato è ben lontano dai +6,45°C del 2016. Nel 2018 si era registrata una temperatura simile pari a +5,4 °C. Dunque, avendo inanellato due valori non distanti alla media nel ’18 e nel ‘19, il trend in crescita della temperatura media si è ridotto del -8%. Nel 2019 sono stati 93 i giorni con media giornaliera sotto zero e si segnala che novembre 2019  è stato il secondo novembre più rigido da quanto sono iniziate le misurazioni (-1,5°C contro la media di novembre pari a +0,7°C) , mentre febbraio, il mese che si è svolta la coppa del mondo, uno dei più caldi della serie storica. Dal punto di vista pluviometrico sono precipitati 630 mm di pioggia in un anno e la media storica è di 645 mm, dunque non siamo molto lontani da questo valore medio.

Il 2019 è stato comunque più siccitoso rispetto al 2018, dove erano caduti oltre 800 mm. I numeri medi storici sono degni delle aree più siccitose d’Italia e l’Abbé Vescoz, climatologo, abate valdostano e fondatore della “Petite société alpine de Cogne”, aveva ben ragione a chiamare la Valle d’Aosta “Île de sécheresse”.

Come si diceva prima, la stazione di Gimillan si pone in una zona interna di Cogne e quindi non totalmente rappresentativa, quindi interessante far notare come la stazione pluviometrica posta a Lillaz, mediamente riceve un 20% in più di precipitazione per la sua posizione più esposta alle correnti umide meridionali.

Nel 2019 sono stati 87 i giorni in cui le precipitazioni hanno superato 1 mm, il mese più umido è stato giugno con 123,6 mm pari a circa il 20% totale annuo, mentre il più siccitoso è stato settembre con soli 7,8 mm. A questo punto viene da chiedersi cosa ci porterà il 2020, sicuramente già febbraio sta facendo vedere qualcosa degno di nota. La speranza che nel 2019 non venga superata quella “soglia psicologica” dei +30°C. 

La stazione di Cogne misura anche altri dati interessanti come l’intensità del vento e altri parametri sulla qualità dell’aria l’aver raggiunto i 25 anni di dati misurati per la ricerca diventano un numero già corposo ed interessante Si coglie l’occasione per ringraziare la dott.ssa Tiziana Magri di ARPA VdA per la fornitura dei dati che sono stati poi elaborati dal Comune.

Ing. Giuseppe Cutano, consigliere comunale coordinatore della sostenibilità

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