Il dibattito in atto sulle pensioni, incentrato esclusivamente sull'età pensionabile, continua a distrarre l’opinione pubblica da quello che sarà, a breve, il vero nocciolo della questione.
Entro al massimo una quindicina d’anni tutte le pensioni saranno determinate con il sistema contributivo puro. Significa che l’importo della stessa dipenderà esclusivamente da quanto versato ed accantonato dal pensionando nel corso della sua vita lavorativa. Il problema non riguarderà allora più il quando, ma a quanto ammonterà il proprio assegno.
In parole povere, uno potrà decidere liberamente quando andare in quiescenza, tenendo conto però di un concetto molto semplice, più si lavora, più si versa e più alta sarà la pensione. Seguo attentamente i dibattiti politici, ma non mi risulta che un qualsiasi politico di un qualsiasi partito, abbia mai posto l’accento su questo tema fondamentale.
Tutti a difendere le proprie posizioni, chi quota 100, chi abbassamento dell’età pensionabile, chi privilegi vari, nessuno che si preoccupi della sostenibilità di un sistema che vedrà a breve un numero di pensionati maggiore rispetto al numero degli occupati. E credetemi, non sarà sufficiente la riduzione delle pensioni d’oro o l’abolizione di qualche anacronistico privilegio per compensare lo squilibrio.
Un interessantissimo dibattito, organizzato da SKYTG24 nei giorni scorsi, a cui ha portato il proprio contributo la presidente del nostro ordine professionale, la dottoressa Marina Calderone, ha evidenziato “l’ignoranza” (non conoscenza del tema) di una classe politica in perenne campagna elettorale, tesa alla ricerca di un consenso immediato, basato esclusivamente su slogan privi di contenuto, senza pensare a cosa succederà o potrà succedere domani.