Capita spesso, se ci fate caso, che scrivendo con il correttore automatico dello smartphone Consiglio diventa Coniglio, se poi c’è di mezzo il lupo il Consiglio diventa Coniglio. Martedì tutti i valdostani erano pronti ad ascoltare i due ultimi punti all’ordine del giorno che il Consiglio regionale aveva deciso essere prioritari e quindi li aveva spostati nella lista prima degli altri, il lupo e il casinò, ma, colpo di scena, deve essere successo qualcosa perché forse il lupo si è mangiato il Con(s)iglio e il clou della giornata, che doveva essere il racconto del mirabolante lavoro della II Commissione sui lavori di ristrutturazione della casa da gioco, è stato riclassificato a cosa di second’ordine, messo in fondo, se ne parlerà poi un’altra volta.
Probabilmente martedì grazie al casinò l’ha scampata, momentaneamente, anche il lupo perché poteva finire che con la nuova legge se lo impallinavano. C’è da registrare però che sempre martedì è andata in scena una novità importante a livello regionale: lo schema tipico me la suono, me la canto, mi accuso, mi assolvo e accuso a vanvera chi non può difendersi, tanto nella mia veste di politichino regionale mi è concesso tutto, è andato gambe all’aria.
Forse perché il politichino ha preso quelli sbagliati e allora cominciano i guai, infatti il lavoro di 8 mesi della II Commissione regionale presentato in pompa magna incomincia a presentare i primi guai e, dalla lettura dei documenti, la posizione della Commissione sembra essere tutt’altro che granitica. Il maggior risultato che sembrano aver raggiunto i politichini al momento è solo quello di finire querelati, non solo l’allora AU Frigerio lo sta facendo, ma dalle notizie sembrerebbe pronto un corposo gruppo di professionisti e aziende coinvolte nella ristrutturazione, a cominciare dall’allora RUP dell’epoca Scalise che ha inviato alla II Commissione consiliare una nota molto dura.
Ora, chiaramente tuttologhi come Cognetta, solo per fare un esempio, ne sanno di più di architetti e ingegneri di indubbia fama coinvolti in progetti di grande importanza nazionale e internazionale, persone stimate e anche vanto del design italiano per le loro grandi capacità, ma si sa, il Consiglio regionale è il luogo dove tutto può succedere, il luogo delle fiabe come il Lupo e il Coniglio. I politichini però sono riusciti in un altro esperimento da guinnes dei primati, sono riusciti a far uscire dal silenzio rispettoso nel quale si trovava l’allora AU Frigerio, il quale nel giro di 2 giorni o meno ha prodotto una relazione citando fatti e numeri rispetto ai lavori (che molti di noi si ricordano bene), oltre ad aver prodotto una serie di documenti regionali che probabilmente hanno incominciato a far tremare le gambe a qualcuno, perché esprimere opinioni è una libertà, ma mistificarla non va poi tanto bene.
Frigerio ha prodotto allegandoli documenti dove in sostanza dice che molti dei conteuti della relazione sono incoerenti coi fatti ma è riuscito soprattutto a farci capire che tali cose bastava leggerle o chiederle, ognuno può farsi liberamente le proprie opinioni, magari Frigerio e Scalise non avranno detto verità assolute, ma almeno per favore informatevi e leggete bene le cose. Scalise, un esperto di appalti e lavori con tanti anni alle spalle di carriera, autore di libri e studi di settore, ha rincarato pesantemente la dose, mettendo il dito su molte cose inesatte della relazione, chissà poi quando si sveglieranno i colossi che hanno seguito i lavori, studi e aziende con curriculum chilometrici e studi legali d’assalto, cosa potrà succedere.
Dall’analisi della relazione risulta inoltre, come anche ammesso dagli stessi componenti della commissione, che è stato molto difficile capire le cose, il motivo evidente però per il quale non sono riusciti a capire le cose è il fatto che non hanno chiesto a nessuna delle persone coinvolte alcun numero e spiegazione, come spiegato nel dettaglio da Scalise, eppure nel progetto furono coinvolte decine di tecnici, interni ed esterni all’azienda, nessuno è stato chiamato a spiegare, in otto mesi si potevano fare tante analisi e ascoltare tante persone ma così non è stato, Scalise l’unica persona coinvolta che operava nel progetto sentita informalmente in commissione ad un certo punto, esasperato, ha scritto ritenendo concluso il suo impegno.
Questo ha comportato due evidenti fatti: la relazione dei politichini non può di certo essere considerata a prova di bomba, come da loro stessi ammesso e, fatto ancora più grave, si è negata la possibilità, visto il tono investigativo e le illazioni anche gravi, che sono state rivolte a chi ha gestito i lavori, di poter spiegare e documentare quanto avvenuto. Dall’analisi di Frigerio emerge un altro fatto inequivocabile, forse il più importante di tutti, i politichini erano perfettamente a conoscenza di quello che succedeva: a vari livelli la Giunta, la seconda Commissione e il Consiglio regionale a riguardo delle spese, ma non solo, avevano piena contezza della situazione, infatti Frigerio non ha prodotto chiacchiere e illazioni ma puntuali verbali dei vari organi consiliari, lettere e relazioni inviate, dove si è letto inequivocabilmente come la casa da gioco fornisse sistematicamente le informazioni alla politica e agli uffici regionali.
Sembra incredibile quasi un decennio dopo come i politichini possano dire che non ne sapevamo nulla, sembrano quelli del film Una Notte da Leoni che si svegliano con il mal di testa e non sanno dove sono. Ma poi non sapevano cosa? Non serve scendere dall’auto a Saint-Vincent ed essere un ingegnere per capire che i lavori furono fatti e, soprattutto fu realizzato, quanto non solo ai politichini, ma a tutti i valdostani, fu detto. Ancora più grave arrivare a dire che il Consiglio regionale non aveva le possibilità per controllare: non poteva controllare l’azienda più controllata della Valle d’Aosta?
Con svariati strumenti anche normativi, questa è una vera assurdità, ringraziamo Frigerio per averci ben spiegato con quali e quanti poteri la politica poteva e doveva interessarsi e controllare il casino, ma sinceramente non ci voleva il suo intervento per spiegare questo ai valdostani. Poi perché criticare i lavori realizzati a Saint-Vincent come il demonio? Dopo tre decenni finalmente si è messo mano a strutture che cadevano a pezzi su espressa richiesta proprio dal Consiglio regionale reiterata negli anni, poco o tanto che sia è stato speso quanto approvato, con un aumento marginale rispetto alle previsioni, se tutte le opere realizzate in Valle d’Aosta avessero uno scostamento del 9.87% rispetto ai piani preliminari approvati con i soldi risparmiati si potrebbe lastricare d’oro l’autostrada da Quincinetto a Courmayeur. Di più basta vedere i cantieri avviati e fermi; uno per tutti l’aeroporto.
Si è speso troppo? Difficile da dire ma sicuramente per spendere meno sarebbe stato meglio fare le manutenzioni dovute negli anni, invece di lasciar deperire a livelli indecorosi e doverle ristrutturare in fretta e furia perché prive delle autorizzazioni per rimanere aperte, o magari, si poteva non comprare una struttura fatiscente come il Billia per oltre 60 milioni di euro e poi scoprire che andava tutto restaurato. Ma la cosa più importante sono i tempi di realizzazione, grazie ai politichini si è messo in luce un fatto cruciale: in una Regione, che non fa difetto rispetto alla realtà italiana, dove alcuni progetti importanti hanno impiegato tempi biblici per essere realizzati e alcuni sono ancora in itinere o addirittura non più utilizzati o vecchi ancora prima di essere terminati (purtroppo in Valle ce ne sono tanti) l’esempio di Skyway e Casino dovrebbe esserlo per tutti e dovrebbe anche essere un vanto.
Probabilmente è proprio questo che dà fastidio e, a tutti i costi, deve essere trovato del marcio, a tutti i costi si deve dire che è stato fatto uno scempio, il problema però è da quale pulpito arriva la predica e in quale tempio. Rifarsi una verginità spandendo fango a vanvera è un esperimento che ha sempre avuto risultati fallimentari, un po’ come fare a gare su chi sia il più sano del sanatorio. Frigerio ci spiega che per non commettere gli errori valutativi a suo dire commessi era sufficiente chiedere a chi aveva seguito le attività, era anche facile reperire le corrette informazioni guardando nei posti giusti e leggendo le carte e non era difficile capire altri meccanismi perché in Regione ci sono i documenti per poterlo fare.
Ma allora perché il politichino onnisciente non ha operato in tal senso addirittura ammettendo di aver avuto difficoltà enormi nel reperire le informazioni? La risposta va tutta ricercata nel tentare di addossare le colpe a qualcun d’altro, poi di quali colpe bisognerebbe anche discuterne, perché senza i lavori si chiudeva tutto per buona pace dei lavoratori del casino e Billia, oltre che chiaramente delle casse regionali che sotto tante forme continuano a introitare soldi. Senza i lavori non ci sarebbe stato futuro, basta vedere i risultati di quest’anno e le previsioni plurimilionarie di utile per il 2019 e gli anni a venire, 50 milioni di euro in 5 anni, oltre chiaramente alle entrate dirette della Regione che potrebbero essere anche il doppio.
La vera domanda a questo punto è un’altra, hanno chiesto di far fare i lavori ma poi perché ci si è messo così tanti anni per intervenire sui costi del personale e salvare l’azienda? Gli 80.000 euro di costo pro capite del lavoro andavano bene ma invece i soldi investiti sulle strutture per non chiuderle sono uno scempio e si sono buttati i soldi dei valdostani, senza spiegare quanti milioni in meno sarebbero entrati nelle casse regionali, utili al bilancio. Forse il politichino dovrebbe cercare di dare una risposta a questo.
Infatti Rolando, che avrà i suoi difetti ma di questo bisogna dargliene atto, ha tagliato i costi del lavoro e l’azienda ora va a gonfie vele, bastava fare questo, nulla di più. Che Frigerio che fu cacciato da Saint-Vincent proprio per questo motivo, cioè aver osato disdettare i contratti e licenziare qualcuno, si incazzi un’altra volta e ci faccia qualche altra bella sorpresa? In fin dei conti fu umiliato proprio per questo motivo insieme a tanti altri manager, sempre dal Consiglio regionale, il lupo perde il pelo ma non il vizio, anzi no, in questo caso stiamo parlando del Con(s)iglio e dei Con(s)iglieri.





