Era il 1909 quando l’insegnante tedesco Richard Schirmmann rileva l’esigenza di fornire alle classi di studenti una sistemazione notturna per poter soggiornare in occasione delle gite scolastiche. Le scuole vennero pertanto utilizzate a questo scopo, nei periodi di vacanza, con le aule temporaneamente attrezzate con letti. Poi anno dopo anno si è assistito ad una modernizzazione della filosofia fino a giungere a vere e propri ostelli.
Ora la Valle d’Aosta punta a dare un’ulteriore svolta agli ostelli della gioventù facendoli diventare strutture alberghiere a tutti gli effetti facendo venire meno lo spirito sociale e introducendo attività commerciali e di somministrazione.
Infatti, la quarta Commissione "Sviluppo economico", ha audito una rappresentanza dell'Associazione degli albergatori e imprese turistiche della Valle d'Aosta-ADAVA, composta dal Vicepresidente Camillo Rosset, dal Direttore Emilio Conte e dall'operatore del settore Dionigi Squinabol, in merito alla proposta di legge, presentata dal Consigliere Claudio Restano (GM), volta a modificare la disciplina delle strutture ricettive alberghiere (norma regionale n. 11/1996) con particolare riguardo agli ostelli per la gioventù.
“I rappresentanti dell'ADAVA - riferisce il Presidente della Commissione Giovanni Barocco (UV - nella foto) - hanno rilevato l'importanza di questa proposta di legge, perché va a intervenire su un settore, quello degli ostelli per la gioventù, che è formato da 14 strutture per un totale di 600 posti letto.
Nel corso dell'audizione, è stato formulato un emendamento tecnico, accettato dalla Commissione, ed è stata richiesta l'accelerazione dell'iter di approvazione della legge, perché consentirà una gestione più agevole ed efficace di questa tipologia di strutture ricettive. La Commissione esprimerà il proprio parere nella riunione della prossima settimana”.
Una mutazione genetica quella ispirata da Restano che richeide, però, il coinvolgimento di altri operatori quali le associazioni di rappresentanza dei commercianti, dei ristoratori e degli esercenti di pubblici servizi.
Claudio Restano, infatti, con la sua legge vuole fare degli ostelli della gioventù “strutture che devono essere gestite in forma imprenditoriale non solo da enti non profit, ma anche da soggetti pubblici o privati a scopo di lucro, dal momento che l’ostello è a tutti gli effetti un’impresa con finalità turistiche che deve creare lavoro e reddito da reinvestire”.
Un potenziamento che, secondo Restano, “passa anche dalla possibilità di aprire la somministrazione di alimenti e bevande al pubblico, per aumentare il volume di affari”. Come sia possibile far convivere il no profit con il no profit è rutto da capire.
Infatti gli Ostelli della Gioventù rappresentano una risorsa utile per tutti coloro che vogliono viaggiare per il mondo senza spendere una fortuna in alberghi ma non vogliono neanche partire con la tenda in spalle. Soprattuto i giovani. Proprio in questo momento di crisi la Valle pensa di precludere o ridurre un’opportunità per i giovani. (Ostello Saint Barthélemy)
Gli ostelli possono presentare caratteristiche diverse: alcuni hanno solo grandi camerate per uomini e per donne, bagni in comune e non prevedono la prima colazione, mentre in altri c'è la possibilità di trovare camere singole o doppie, con bagno e con prima colazione abbondante.
Anche l'aspetto e la loro manutenzione varia da paese a paese: godono di ottima fama gli ostelli del Nord Europa, mentre quelli greci sono più carenti. Un'altra catena di ostelli è quella Backpackers, più economica ma "superaccessoriata" di servizi e molto organizzata, presente in tutta Europa.
In Valle si punta a fare degli ostelli un fac simile degli alberghi ma con esercizi commerciali e di somministrazione e per questo il confronto deve essere allargato.




