Le preoccupazioni che angosciano il settore sono espresse da Gianluca Genestrone presidente della Federazione Italiana Tabaccai (Fit) che continua a fare affidamento “sul senso di responsabilità dei legislatori regionali”. Il gioco d’azzardo è una piaga ma è da considerare che il gioco è cambiato nel tempo. Infatti, se si volesse abolire tutta l’offerta dovrebbero essere chiusi tutti i tabaccai. Ed è proprio il limite delle distanze che deve essere rivisto perché i tabaccai non possono sportasi a piacimento.
Le licenze, infatti, sono contingentate e tengono conto della presenza di altri esercizi analoghi. Per questo si rafforza il concetto che proibire non è curare, perché il giocatore compulsivo saprà dove andare a giocare. E in Valle può andare al casino, nella vicina Chamonix e on svizzera.
Gnestrone è fermamente convinto che "L’azzardopatia va combattuta con detreminazione ma senza inquinamento ideologici".
L'azzardopatia deve essere combattuta alla stregua del tabagismo, dicendo che nuoce gravemente alla salute e che rovina le famiglie. Va vietato ai minori con l’introduzione della tessera sanitaria, con l’informazione, con il divieto della pubblicità, con la sensibilizzazione nelle scuole, insomma, un un’approccio olistico e culturale. Mica sono stati chiusi o allontanati dalle scuole.
Gli smartphone, poi, hanno donato a tutti l’ubiquità, si può giocare in classe, in sacrestia, nell’oratorio e a tutte le ore del giorno e della notte. Si può giocare online con carta di credito spendendo lo stipendio del mese successivo impoverendosi oltremodo. Ci sono poi il lotto, il lotto ogni 5 minuti, gratta e vinci di tutti i tipi, etc…questi giochi si possono vendere e praticare ovunque. Tutto questo deve far capire che non si può penalizzare un settore con il proibizionismo quando lo Stato lucra fiscalmente proprio sulle ludopatie.
“Non capisco – dice sconsolatamente Gianluca Genestrone – un esercente valdostano deve essere penalizzato rispetto a colleghi di altre regioni: Anci e Conferenza Stato Regione hanno già dettato le linee guida sul gioco pubblico tenendo conto delle realtà territoriali; sarebbe dunque bene rimettere in agenda il problema”.
I dati di accesso di pazienti ai servizi sulle dipendenze patologiche al servizio sono davvero irrisori; un numero ben inferiore a quello di chi ha già perso il lavoro. Infatti su 1038 affetti da dipendenze varie che si sono rivolte al Serd, solo 48 hanno manifestato ludopatie; sei in meno del 2016 e 15 in meno del 2013. Anche in Valle d'Aosta la lotta al gioco d’azzardo patologico è uno degli obiettivi di ogni soggetto coinvolto nella filiera del gioco legale, ma è evidente che la mancanza di volontà da parte dei politici a gestire le problematiche correlate in modo organico ha portato, tuttavia, a una sostanziale confusione, a seguito di provvedimenti che troppe volte hanno tenuto conto solo dell’impatto mediatico e non degli obiettivi che andavano perseguiti.
Sostenere sul territorio attività economiche legate al gioco vuol dire garantire al contempo occupazione e un’offerta legale sicura, al fine di contrastare la presenza di realtà di gioco illegale e fuori controllo. L’effetto espulsivo del gioco legale dal territorio ha già provocato l’aumento della diffusione del gioco illegale; lo provano le recenti denuncie della Guardia di Finanza.





