"E' stato un interrogatorio piuttosto lungo e articolato ma credo di aver risposto con trasparenza e massima sincerità alle domande degli inquirenti. Se sono indagato? Quando mi sono presentato alla Dda non lo ero e a questo riguardo resto sereno, anche se ovviamente non conosco l'evoluzione delle indagini".
Con l'abituale schiettezza che lo contraddistingue, il sindaco di Saint-Pierre, Paolo Lavy, conferma di essere stato sentito per quasi due ore, a Torino, dai pm della Direzione distrettuale antimafia-Dda che con i carabinieri di Aosta indagano nell'ambito dell'operazione 'Geenna' su una presunta 'ndrina valdostana, inchiesta per la quale è in carcere dal 23 gennaio, insieme ad altre 15 persone, l'ex assessore comunale di St-Pierre Monica Carcea. Come da lui stesso affermato, Lavy è stato interrogato senza la presenza del suo avvocato, dunque in veste di persona al corrente dei fatti ed esclusivamente in relazione all'attività di Carcea.
I contenuti del confronto con i magistrati sono secretati ma è certo che le domande sono state incentrate sul presunto 'ringraziamento' che secondo la Dda l'ex assessore avrebbe messo in atto in favore dei due maggiori promotori del suo sostegno elettorale, ovvero Antonio Raso e Marco Di Donato, anch'essi indagati e tuttora agli arresti nell'ambito di 'Geenna'.
Per gli inquirenti Monica Carcea avrebbe 'alterato' atti amministrativi in palese conflitto di interessi, interferito nei termini di un contratto e informato i suoi 'sodali' (lei è indagata per concorso esterno in associazione mafiosa) in merito ai rischi derivanti da tali abusi d'ufficio. Per contro, si sarebbe fatta aiutare da loro per operare in seno al Comune di Saint-Pierre in modo da avvantaggiarli.
Per la Dda in questo caso “non si è in presenza di mere promesse di favori, ma di un vero patto in cambio del sostegno elettorale, nel momento stesso in cui la Carcea chiede soccorso a Raso su come comportarsi all’interno dell’amministrazione in vista di decisioni per le quali, evidentemente, sin dalla sua elezione, sapeva di potere fare affidamento sull’esponente della cosca nei momenti di difficoltà”.
Lavy conferma che praticamente l'intero interrogatorio negli uffici torinesi della Dda ha trattato le circostanze di tali vicende e se il sindaco ne fosse stato a conoscenza del tutto, solo in parte o affatto.
Intanto la Commissione antimafia che dal 10 aprile si è insediata nel Municipio di Saint-Pierre per svolgere l'inchiesta ispettiva prefettizia volta ad accertare eventuali corresponsabilità dell'amministrazione locale nell'ambito dell'inchiesta Geenna (com'è noto analoga Commissione è al lavoro al Comune di Aosta), ha acquisito una grande mole di documenti, non solo relativi all'attività di Monica Carcea ma anche e soprattutto in relazione a possibili abusi e condoni edilizi, nonchè bandi di gare d'appalto.
Per diversi anni ha lavorato all'Ufficio tecnico del Comune di Saint-Pierre il geometra Fabio Chiavazza, arrestato il 20 novembre scorso nell'ambito dell'inchiesta 'Do ut des' su un presunto giro di appalti truccati nella Valtournenche e rimasto in carcere per quasi sei mesi. Il sindaco Paolo Lavy sottolinea al riguardo che "di Chiavazza, durante l'interrogatorio, non si è mai parlato".