CRONACA - 24 marzo 2019, 15:02

Ricordati i 20 anni della tragedia del Traforo del Monte Bianco e le 39 vittime (FOTO GALLERIA)

Ricordati i 20 anni della tragedia del Traforo del Monte Bianco e le 39 vittime (FOTO GALLERIA)

Vent’anni dopo, è un nuovo tunnel del Monte Bianco accanto al quale ci troviamo. Profondamente trasformato, è diventato un riferimento a livello mondiale in materia di sicurezza. Trarre tutte le lezioni del dramma, è quello che dovevamo alle vittime e ai loro famigliari”. Così il ministro dei Trasporti francese, Elisabeth Borne a Chamonix per ricordare le vittime dell’incendio che il 24 marzo 1999 ha causato 39 vittime.
“Il 24 marzo 1999 – ricorda Borne in un tweet – un incendio senza precedenti divampò nel tunnel del Monte Bianco causando 39 vittime e provocando sgomento in Francia. Oggi, 20 anni dopo, riuniti a Chamonix con i famigliari delle vittime, rendiamo omaggio alle vittime”.

Era il 24 marzo 1999 quando un camion prese fuoco all’interno del tunnel del Monte Bianco. Si scatenò un incendio che uccise 39 persone, di cui 13 italiani (di cui 6 valdostani), 18 francesi, 2 belgi, un inglese, un lussemburghese, un olandese, uno sloveno, un croato, un tedesco. Tra le vittime anche Pierlucio Tinazzi, detto Spadino per la sua piccola statura, un addetto alla sicurezza della società italiana del traforo.

Quando si accorse che erano divampate le fiamme, cerco di aiutare chi era pericolo di vita, muovendosi all’interno del tunnel con la motocicletta di servizio. Uscì ed entrò nel tunnel per ben 5 volte riuscendo a portare in salvo 10 persone, ma durante il quinto tentativo non fu più in grado di tornare indietro e si rifugiò, con il camionista francese ferito che stava cercando di soccorrere, all’interno di una cella di sicurezza. Ma il fuoco li raggiunse anche lì e persero la vita, insieme, con la speranza di farcela fino alla fine.

 

monte bianco tunnel incendioLa Presidenza della Repubblica ha conferito a “Spadino”, nel 2000, la medaglia d’oro al valor civile. In suo ricordo ogni anno si svolge il Memorial Spadino in occasione del quale si radunano davanti al traforo migliaia di motociclisti di tutta Europa non solo per ricordare Spadino ma anche per sensibilizzare le istituzioni sul tema della sicurezza stradale. Fu quella tragedia immane, che colpì molto l’opinione pubblica, a dare il via all’iter che portò alla Direttiva europea sulla sicurezza delle gallerie stradali.

Dopo questi drammatici avvenimenti, il tunnel restò chiuso per tre anni e riaperto unicamente per le automobili il 9 marzo 2002, dopo lunghi lavori di riparazione e ristrutturazione (la volta, fortemente danneggiata, è stata completamente rifatta).  Il tribunale di Bonneville (Alta Savoia) il 27 luglio 2005 ha emesso una prima sentenza. A conclusione di una lunga istruttoria, il giudice ha decretato che “la catastrofe poteva essere evitata“. Numerose le condanne. Gerard Roncoli, il capo della sicurezza di competenza francese: trenta mesi (di cui almeno 6 effettivamente scontati). Il presidente della Atmb Rémy Chardon: ventiquattro mesi. Michele Tropiano, ex direttore di esercizio della ‘Sitmb’ Società Italiana Traforo Monte Bianco’, la concessionaria italiana del tunnel: ventiquattro mesi. Christian Basset, ex direttore della Sgtmb – Société de Gestion du Tunnel du Mont Blanc, società che forniva il personale alla Atmb: ventiquattro mesi. Claudio Lyveroulaz, responsabile della sicurezza per la Sitmb: sedici mesi. Daniel Claret-Tournier, controllore della Atmb: sedici mesi. Marcello Meysellier, controllore della Simtb: dodici mesi. Marcel Charlet, sindaco di Chamonix: sei mesi. Chantal Lecomte, 57 anni, funzionario della divisione strade del Ministero dei Trasporti francese: sei mesi. Gilbert Dégrave, autista del tir da cui l’incendio è originato: quattro mesi. Prosciolta la Volvo produttrice del tir incendiatosi.

red. cro.

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